Tiziano Vecellio (parte terza)

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TIZIANO VECELLIO (parte terza)
“Flora” (1515) cm 79×63
Olio su tela
Firenze – Uffizi

 

La sensuale bellezza della fanciulla, la grande qualità pittorica e il perfetto equilibrio della composizione, sono elementi determinanti per considerare “Flora” uno dei migliori ritratti giovanili di Tiziano.

Un soggetto lungamente ripreso poi da molti altri artisti.

Per ben tre volte, perfino da Rembrandt, (ne esiste una sua versione alla National Gallery di Londra ed altre due custodite a Dresda e a New York).

Ma chi è Flora?

Le ipotesi più accreditate sono molte. Ne cito due.

Una spiegazione del quadro è legata alla mano destra che porge un mazzo di fiori simbolo associato alla Primavera. Da qui il titolo “Flora”, dea, appunto, della Primavera.

Oppure, come scrive il Vasari, è semplicemente il ritratto di una cortigiana.

Incertezza e dubbi ancora permangono a distanza di secoli.

“FLORA”

Una prosperosa donna occupa il primo piano della composizione.

La giovane emerge dal fondo bruno del dipinto porgendo con la mano destra un mazzo di fiori primaverili, composti da viole e gelsomini

È dipinta a mezzo busto, nella tipica tradizione “giorgionesca“.

È una donna sposata, sicuramente non libera.

Lo si evince dell’anello che porta al dito medio della mano sinistra.

La figura è molto originale, non è frontale, come tutti i ritratti, verso lo spettatore.

Ha il volto reclinato dolcemente verso destra, volgendo lo sguardo fuori dallo spazio dipinto.

Il movimento della mano che porge i fiori e quello dell’altra nel tentativo di coprire il seno, danno al dipinto un’idea di armonia dei gesti, rendendolo dinamico.

È “abbigliata all’antica“, con una candida camiciola e con un ampia scollatura che scivola sulla spalla, lasciando intravvedere la bianca carnagione del seno.

Con la mano sinistra sorregge un prezioso scialle damascato.

ll suo volto, ha la pelle chiara, luminosa, dai tratti delicatissimi, che corrispondono perfettamente ai canoni della bellezza “rinascimentale cinquecentesca”.

Contribuiscono ad aumentare la sua sensualità, i lunghi capelli sciolti e ramati che scivolano sulle spalle

ll colore ramato è tipico delle chiome ritratte da Tiziano (da qui il famoso termine “rosso Tiziano”).

PER FINIRE

Tiziano, nella “Flora”, fa sfoggio del suo particolare stile di pittura a cui si ispirò in seguito tutta la stirpe di pittori veneti del Cinquecento.

È uno stile denominato “Classicismo Cromatico“, perché Il suo scopo era di creare, con uno stile morbido, i volumi, affidandosi alle sole sfumature del colore.

Di sicuro Tiziano legò la sua grandezza alla capacità di far emergere nei suoi quadri le emozioni dei personaggi rappresentati, al punto da renderli “vivi”.

In questo senso, come “Flora”, le sue opere sono ricche di “teatralità “.

Bruno Vergani

Leggi qui la seconda parte:

Tiziano Vecellio (parte seconda)

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