Voglio vivere così … perché a Sud c’è più luce…

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The Line è una “strana città finalmente” in fase di costruzione in Arabia Saudita.

34 chilometri quadrati a 500 metri sul livello del mare per una popolazione di circa 9 milioni di abitanti.

Si tratta di una smart city a “gravità zero” larga 200 mt e lunga 170 km…sì avete capito bene una linea di 170 km larga 200 metri (visita The Line cliccando questo link).

Un enorme tunnel, una specie di veranda con facciate a specchio alte 500 metri, una smart city destinata a ben 9 milioni di abitanti senza auto né emissioni, alimentata al 100% da energia rinnovabile, condizionata per non soffrire il caldo del deserto.

A dare l’annuncio, tempo fa, Sua Altezza Reale Mohammed bin Salman, Principe Ereditario e Presidente del Consiglio di Amministrazione di NEOM.

Secondo Sua Altezza, la smart city The Line, sarà una “cintura di comunità” creata per mettere l’essere umano al primo posto, in perfetta simbiosi con la natura circostante.

Una città senza strade, automobili ed emissioni, dove salute e benessere saranno al centro dello sviluppo.

Sorprendente è il design che la futura The Line mostrerà al mondo: una facciata specchiata larga 200 metri estesa per tutti i 170 km a 500 metri sul livello del mare.

Si tratta di un nuovo approccio alla pianificazione urbana, definito Zero Gravity Urbanism.

Le funzioni che “solitamente troviamo spalmate” lungo il territorio cittadino, in questa comunità si trovano sovrapposte in altezza, stratificate una sopra l’altra per consentire a tutti i residenti, di raggiungere qualunque destinazione in meno di 15 minuti.

Il design di The Line va ben oltre il concetto di grattacielo.

Tra un piano e l’altro si troveranno aree verdi, scuole, aree pedonali, servizi per la salute, uffici,… potendosi muovere  nelle tre dimensioni come nella Stazione Spaziale Internazionale…una specie di “carcere dorato”?

A collegare i 170 km della smart city, ci penserà un treno ad alta velocità che, stando alle prime indiscrezioni, dovrebbe compiere l’intero tragitto in soli 20 minuti…sfrecciando a circa 350 km orari.

I residenti vivranno in comunità abitative con facciate di vetro che affacciano sulla costa.

Gli edifici saranno climatizzati grazie a sistemi di ventilazione naturale e la natura coprirà il 95% degli spazi.

Il progetto è stato rivelato già nel 2021 … come procedono i lavori di The Line?

Al momento, i lavori di costruzione procedono a ritmo sostenuto, con centinaia di macchinari impegnati nella preparazione del terreno per la prima sezione del sito.

Un “sogno” che però rappresenta un incubo per oltre ventimila persone che dovranno lasciare le loro terre, gente della tribù indigena al-Huwaitat che sarà sfollata in modo forzato.

Ma attenzione…sempre più spesso si sente parlare di città sostenibili ma non tutti sanno che questo concetto non si riferisce solo alla sostenibilità ambientale.

Per capire come rendere una città sostenibile è necessario analizzare i diversi requisiti previsti dall’ONU.

Tra questi vi sono non solo elementi ecologici bensì anche sociali e culturali:

  • la realizzazione di aree verdi e orti urbani, anche su tetti e terrazzi, in modo da assorbire l’anidride carbonica e isolare gli edifici;
  • l’utilizzo dell’IoT, attraverso il quale poter analizzare diversi aspetti come la qualità dell’acqua, dell’aria e della temperatura;
  • digitalizzazione della pubblica amministrazione, in modo da ridurre l’inquinamento e l’uso della carta;
  • l’apertura di luoghi di aggregazione per giovani e per la comunità, ad esempio le scuole aperte anche il pomeriggio;
  • l’installazione di sistemi a risparmio energetico come il solare termico o il fotovoltaico;
  • il controllo della gestione della raccolta differenziata, come premi per i cittadini che la svolgono correttamente e con costanza mentre sanzioni per coloro che risultano incapaci;
  • la sollecitazione della formula in smart working per ridurre l’uso delle auto e dei mezzi;
  • la creazione di servizi per i cittadini, quali la spesa online;
  • la riprogettazione del territorio in una chiave più ecologica, soprattutto per le nuove costruzioni e le ristrutturazioni con riqualificazione energetica;
  • la conversione alla mobilità sostenibile, anche attraverso servizi di sharing e taxi elettrici.

Grazie a questi requisiti, secondo l’ONU, sarà possibile raggiungere l’obiettivo ecologico previsto dall’Agenda 2030.

Occorre notare che tra i tanti requisiti su come rendere una città sostenibile, c’è anche l’aiuto alle aree più bisognose e ai poveri…e non è il caso di The Line.

Infatti una città ecologica dovrebbe sostenere la prosperità e l’integrazione  delle zone meno ricche, favorendo la creazione di scuole, stimolando le pari opportunità e coinvolgendo i soggetti più deboli, come disabili, anziani e bambini.

Questo perché oggi metà della popolazione mondiale, ovvero 3,5 miliardi di persone, vive in città e, secondo le stime attuali, entro il 2030 quasi il 60% della popolazione abiterà in aree urbane…spesso in zone degradate e in condizioni davvero precarie.

Le aree del mondo più “ONU-sostenibili” si trovano nel continente europeo e in quello americano.

Si tratta di una classifica di 76 nazioni e territori leader in base ai loro progressi verso la costruzione di un futuro vivibile in base a cinque indicatori: emissioni di carbonio, transizione energetica, società verde, innovazione pulita e politica climatica.

Secondo la classifica, al primo posto tra i “green leaders” si trova l’Islanda (che è anche il Paese più caro d’Europa), seguita da Danimarca e Norvegia.

Il Mondo è quindi ben lontano dalla sostenibilità e per questo viene spontaneo chiedersi ma perché vivere in città?

Che sia sostenibile o a gravità zero…

In genere è opinione comune che il più grande vantaggio del vivere in una grande città è proprio la possibilità di non annoiarsi mai e riuscire a fare tutto ciò che si desidera, dalle uscite rilassanti, agli acquisti, dalle serate culturali o di svago a teatro e al cinema, alle cene in ristoranti di qualsiasi genere.

Qualche definizione.

Per grandi città si intende una superficie in cui più del 50% della popolazione risiede in aree con una densità di più di 1.500 abitanti per chilometro quadrato e che contino almeno 50 mila abitanti.

Ma nel Mondo esiste ben altro come il Delta del Fiume delle Perle (Hong Kong – Cina).

Con una popolazione stimata di 65.701.102 abitanti e una superficie di 39.380 km² è un’area metropolitana autonoma della Cina. Non assimilata alla Repubblica Popolare Cinese, risulta la più grande megalopoli del mondo in termini di popolazione.

E poi c’è l’esempio di Tokyo con i suoi circa 4.750 abitanti per km², una delle città con una enorme densità di abitanti, ognuno con pochissimo spazio a disposizione…

Ancora qualche altro dato.

L’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) classifica come piccoli comuni quelli che presentano una popolazione inferiore o uguale a 5.000 abitanti. Ci sono poi le “vie di mezzo”, ovvero le cittadine, definite tali quando il numero di abitanti è compreso tra i 10 mila e i 50 mila abitanti.

E qui la domanda viene spontanea.

Ma invece di spendere miliardi in “verande lussuose”, sfrattare indigeni o vivere assiepati come a Tokyo, perché non rivitalizzare i piccoli comuni rendendoli meno noiosi, più vivaci, con negozi, vita culturale, …?

Peraltro in un piccolo paese il costo della vita è basso e quindi accessibile a tutte le tasche.

Dagli affitti al prezzo degli immobili ai servizi di vario genere, tutto costa sicuramente meno se paragonato a una grande città.

Meno smog, aria più pulita e presenza di aree verdi, più “orizzonti liberi”, meno traffico, caos e inquinamento acustico.

Vivere in un piccolo paese significa vivere la propria vita in una maniera più salutare, rilassata e tranquilla…e se poi il paese è a Sud…c’è più luce e calore…

I paesini offrono, soprattutto ai più piccoli, la possibilità di vivere la natura in tutte le sue forme.

È possibile fare un picnic in campagna a pochi passi da casa, correre o passeggiare respirando aria buona. E poi vuoi mettere il bello di conoscersi tutti, o quasi?

I paesini, avendo non troppi abitanti, permettono di sviluppare una socialità più ampia e profonda…altro che smartphone!

I cittadini si sentono persone davvero e non individui che vivono “vicini vicini” in una “veranda nel deserto”…perche piccolo è bello!

Pino De Nicola

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Non mi interessa cosa facesse Biancaneve coi sette nani…

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