Non mi interessa cosa facesse Biancaneve coi sette nani…

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2024 … voglio pensare positivo “perché son vivo…perché son vivo” e quindi non mi interessano le “affermazioni a mio avviso completamente fuori luogo” della Cortellesi e – confesso – nemmeno i “pandori” della Ferragni … peraltro normalmente i processi si fanno dopo le indagini e l’eventuale individuazione certa di capi d’accusa…e non sui social da parte dei tanti che leggono solo i titoli e non approfondiscono prima di esprimere una qualsiasi opinione utile.

Per carità…come ovvio entrambe persone rispettabili, “in gamba” nel loro campo, preparate, intraprendenti … ma … le donne, i bambini, i consumatori, …  vanno rispettati e difesi con l’energia della Legge esattamente come qualsiasi essere più debole…

…ma cosa vuol dire pensare positivo?

Pensa positivo un militare ucraino mentre, schivando proiettili sovietici, racconta sicuro all’ennesimo giornalista occidentale, che l’Ucraina vincerà?

Pensa positivo un ragazzo del Sud che, invece di rimanere nel suo “paesello” per fare economia, emigra a Londra dove, seduto al PC in un ufficio della City, in uno “stanzone etereo”, contratta bond a destra e a manca per poi tornare la sera stanco ma felice (?) nel suo loft?

E che dire dei padri e delle madri di quelle ragazze e di quei ragazzi israeliani trucidati ad una festa dai terroristi di Hamas (https://it.wikipedia.org/wiki/Hamas) e di tutti i palestinesi che, sempre per colpa di quei terroristi, stanno subendo un “vero e proprio genocidio”?

E pensano positivo i tanti genitori dei tanti, ormai troppi, ragazze e ragazzi che muoiono sulle strade in incidenti stradali o dai bambini e delle tante donne maltrattate e persino uccise?

Un poco poco di storia…

Il pensiero positivo nasce e si sviluppa come tecnica di modifica e di miglioramento della qualità della vita attraverso la gestione cosciente dei propri pensieri, materia viva e creativa, sulla quale l’individuo ha ampia possibilità d’intervento.

La tecnica principale attraverso cui il pensiero positivo è messo in atto, è quella delle “affermazioni”, ovvero frasi che contengono in sé le caratteristiche mentali, fisiche e spirituali che l’individuo desidera oppure gli eventi che si vuole accadano.

Le affermazioni possono essere pensate, pronunciate ad alta voce cantate ripetutamente, portando così attraverso questa costante ripetizione a una lenta riprogrammazione della mente subconscia.

Altre tecniche corollarie usate nel pensiero positivo per rafforzare l’efficacia delle affermazioni sono la visualizzazione creativa e la meditazione.

Due le principali correnti di pensiero.

La prima è di impronta più psicologica e pone l’accento soprattutto sul processo di riprogrammazione del subconscio. Tra gli esponenti più noti di questa corrente Martin Seligman, considerato il fondatore della psicologia positiva e Vera Peiffer.

La seconda invece parte dal principio metafisico e spirituale della “preghiera affermativa” e ha il suo esponente di spicco nella statunitense Louise Hay.

Secondo tale corrente, ogni nostro pensiero in ogni istante crea la nostra realtà e quello che pensiamo oggi creerà la nostra realtà di domani.

Affermare ciò che vogliamo e riprogrammare i propri pensieri diventa quindi la chiave per allinearsi con le leggi dell’universo e ottenere quello che desideriamo dalla vita.

In entrambi i casi basterebbe quindi che ogni militare ucraino pensasse che i russi saranno malamente sconfitti, perché “nell’arco di un tot” di battaglie, ciò accada veramente.

Per la verità parecchi anni fa, mentre a Torino io e mia moglie passeggiavamo all’interno degli stand di una fiera, comperando un biglietto alla bancarella di un signore che invitava a partecipare alla sua lotteria, abbiamo vinto un bellissimo ferro da stiro perché, ci siamo confidati dopo, entrambi, in silenzio, abbiamo fortemente desiderato di vincerlo essendo l’unico elettrodomestico che ancora ci mancava in casa.

Pensiero positivo o botta di…?

Non credo molto alla possibilità di modificare il futuro solo “rimodellandolo” in base a ciò che pensiamo di volere di bello per noi stessi. Personalmente ritengo più efficace una sana educazione al rispetto, alla civiltà ed anche all’ironia.

L’umorismo è infatti solo una strategia di riferimento per guidare le nostre osservazioni e riflessioni per una differente lettura della realtà.

L’ironia diventa quindi una conseguenza naturale delle nostre convinzioni e credenze che non dovranno però mai abbandonare il dato oggettivo di ciò che ci circonda e accade.

Ho visto un uomo vestirsi da pagliaccio pur di far ridere la propria compagna malata di cancro.

Adesso è solo.

La compagna non è riuscita a sconfiggere il male e lui mi confessava di essere felice perché ha visto sorridere il suo “tesoro”.

Alla fine, forse, questo è il vero segreto della saggezza, capace di rendere meno dolorosa la nostra condizione di umani.

Stefano mi raccontava … siamo stati allo stadio, tifosi sfegatati, a sostenere la nostra squadra.

Abbiamo fatto “sedute spiritiche” tutti concentrati col nostro pensiero sulla vittoria.

Eravamo “un esercito” allo stadio, a gridare, pensare, meditare, desiderare la vittoria…abbiamo perso e pure malamente!

No “pensare positivo” può aiutare ma non risolve…non si vince la guerra contro la Russia solo pensandolo…le guerre NON SI INIZIANO PROPRIO e non si riscrivono favole perché una “coppia non scoppi” in atti di violenza.

E quando qualche “leader di cartone” invade, ammazza, bombarda, fa ostaggi,… ciò che rimane è solo una consapevole ironia e un desiderio comune, forte di pace perchè, da “ingegnere telecomunicazionista” quale sono, un segnale arriva più forte e chiaro quando è amplificato e ben sintonizzato.

Quindi meglio essere tutti ironici sì ma in sintonia o, se preferite, in sintonia fra ironici.

E adesso viene spontaneo un salto da tematiche strettamente individuali alla psicologia di massa ovvero, ad esempio, mi chiedo come mai la politica italiana non riesce ad essere “in sintonia” circa gli obiettivi da raggiungere pur confrontandosi sulle singole tematiche con “sana ironia”?

La sintonia per definizione non è divisiva, l’ironia non è segno di approssimazione.

Come mai, invece di ironizzare sui cappotti della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, non si capisce che questo Paese va a vele spiegate verso un debito pubblico pari al 150 % del proprio PIL e che, se una qualsiasi famiglia, e lo Stato è una “famiglia di fatto e pure allargata”, deve restituire debiti per una volta e mezzo lo stipendio di un mese, non è possibile far nulla se non aumentare le entrate?

Quindi, poco da fare, ironicamente e in sintonia, occorre ridurre i debiti magari recuperando le tasse non pagate…ad esempio…

E che dire dei costi connessi al mantenimento di una Pubblica Amministrazione “gonfiata” a dismisura per gestire una quantità inutile di norme, archivi duplicati e procedure che tante volte vengono tranquillamente disattese?

E cantieri che durano secoli con esborsi da capogiro di pubblico denaro?

E leggi che mettono subito fuori “personaggi” che commettono reati a volte aberranti?

E le bottigliette di plastica che ormai ricoprono “leggiadre” mari, monti e boschi del nostro Pianeta?

E la quantità di macchine che ogni giorno vengono sfornate dai vari stabilimenti?

E i condomini e le imprese edili inguaiate per colpa del SuperBonus 100 … cuucùù?

Allora pensiamo sicuramente positivo, facciamo pure “i mentalisti” e “gli opinionisti” ma per favore cerchiamo di affrontare la realtà con serietà, competenza, senza lasciarci distrarre dalle “sciocchezze”, dalle esibizioni di “un novello Grillo parlante” e tutti seriamente in sintonia sulle reali emergenze “nostrane” ed internazionali cui mettere mano in modo nuovo, rapido ed efficace…altrimenti il segnale finale o non arriva o “arriva disturbato” … pure dalle favole…e Biancaneve era bellissima così!

Clicca il link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

“Tutte le feste porta via”… e meno male…

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