Ennesima ed asperrima delusione per Piera Maggio, la mamma di Mazara del Vallo che non si è mai arresa di fronte all’improvvisa scomparsa, ben diciassette anni orsono, della piccola figlia Denise.
Sono stati giorni di attesa spasmodica, di speranze continuamente alimentate dalla costante ricerca di possibili ed evidenti somiglianze tra la stessa Piera Maggio ed Olesya Rostova, la ragazza che attualmente risiede in Russia e che ha da subito affidato, ad una nota televisione del luogo, le ricerche identitarie che la riguardano in prima persona.
Ma il responso che vede la comparazione tra i gruppi sanguigni, appartenenti rispettivamente a mamma Piera e ad Olesya, non lascia spazio, ahimè, ad alcun dubbio di sorta:Olesya non è Denise.
Un ultimo tentativo potrebbe essere rappresentato da un ulteriore esame chiarificatore, ovvero quello che prevede il confronto tra i DNA.
In molti pongono in evidenza l’inutilità di procedere per le lunghe, avendo appurato ampiamente l’incompatibilità tra i gruppi sanguigni delle due donne.
Dunque, il caso pare ripiombare, ancora una volta, nel baratro di una desolante delusione.
Amare le dichiarazioni di Piera Maggio, che con compostezza ed ammirevole flemma seguita ad affermare che, in merito alla vicenda, non esisterà giammai rassegnazione.
Piera continuerà a lottare strenuamente, finché le forze ed il desiderio incontenibile di riabbracciare la sua Denise la assisteranno.
La sete di verità, infatti, è nettamente più forte rispetto a provvisorie e poco incoraggianti evidenze.
Rimangono una ragazza in Russia, che non ha ricevuto le tanto anelate risposte ed una madre in preda alla disperazione, che non riesce ancora ad ottenere chiarezza sulle sorti della figlia.
Nel pieno rispetto del dolore per due donne che ricercano la verità, auguriamo loro di imboccare , il prima possibile, strade che conducano alla tanto agognata risoluzione.
Ci saremmo augurati di poter condividere la gioia di più persone coinvolte nell’incrsciosa vicenda ma ci ritroviamo, di contro, ad affogare, ancora una volta, in un mare di precarietà e di esiti desolanti, generati dal disincanto.
Ci sarà, dunque, un esame del DNA?
Rimaniamo in attesa…
Maria Cristina Adragna
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