Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (parte undicesima)

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MICHELANGELO MERISI detto il CARAVAGGIO (parte undicesima)

“Davide con la testa di Golia”
olio su tela cm 125 × 100
Galleria Borghese, Roma

Il dipinto fu eseguito, con qualche incertezza, forse a Napoli, dove Caravaggio, fuggito da Roma nel 1606, si trovava in esilio, come ripeto spesso, per l’accusa di omicidio.

L’episodio di Davide e Golia è stato raffigurato da innumerevoli artisti, affascinati dalla figura eroica del fanciullo che armato di sola fionda sconfigge il temibile gigante.

La Bibbia ce lo descrive “giovane, biondo e di bell’aspetto“. E così lo raffigura anche Donatello, il più grande scultore di tutti tempi, secondo il mio parere, in una celeberrima statua in bronzo realizzata intorno al 1430. La statua fece molto scalpore in quanto per la prima volta dopo l’età greco-romana veniva presentata una figura umana completamente nuda.

Anche in quella di Michelangelo Buonarroti, all’inizio del Cinquecento, che è forse la più famosa statua della storia dell’arte, la figura del fanciullo diventa una esaltazione della bellezza e della forza. Ma qui Davide è ritratto diversamente: Michelangelo lo ritrae nel momento che precede lo scontro.

Caravaggio, invece, in una delle sue ultime sconvolgenti interpretazioni dell’episodio biblico dipinta nel 1606, pone in primo piano la testa mozzata e il viso stravolto dal dolore di Golia, al quale il pittore presta le sue fattezze (è infatti quasi certo che si tratta di un autoritratto).

La sofferenza dello sconfitto si riflette anche sul volto tormentato di Davide, ben diverso in questa raffigurazione dall’adolescente spavaldo e trionfante immortalato da Donatello e da Michelangelo.

La scelta del soggetto, con la vittoria dell’eroe d’Israele sul gigante filisteo Golia, si deve probabilmente allo stesso pittore.

Ritornando a osservare l’opera, David non manifesta un fiero atteggiamento di trionfo mentre regge il capo mozzato di Golia, anzi, la sua espressione è piuttosto di pietà verso quel “peccatore”.

L’episodio biblico diventa quindi la testimonianza degli ultimi mesi di vita di Caravaggio, rendendo plausibile l’ipotesi secondo la quale il pittore avrebbe inviato la tela al cardinale Scipione Borghese, quale dono da recapitare al Pontefice Paolo V per ottenere il perdono e il ritorno in patria.

“DAVIDE CON LA TESTA DI GOLIA”

Assoluto protagonista del quadro in “Davide con la testa di Golia”, l’eroe appare esattamente com’è descritto nel racconto biblico, ovvero come un giovane pastore.

Il corpo è esile, e sembra quasi impossibile credere che sia stato in grado di affrontare e sconfiggere Golia, che terrorizzava il popolo d’Israele.

Davide emerge dalle tenebre, tipica “oscurità caravaggesca“, reggendo con la mano sinistra la testa di Golia.

L’uso dei toni scuri per aumentare il rilievo dei corpi era uno stile pittorico che piaceva molto a Caravaggio, permettendo all’artista di dare un’intensità drammatica alla scena.

La luce proveniente da sinistra mostra il petto e il volto glabro di Davide.

Non è mai stato appurato, ma potrebbe essere un doppio autoritratto di Caravaggio in entrambi i protagonisti.

I dettagli dell’opera mostrano evidenti analogie alla vita di Caravaggio.

Infatti sulla mano destra dove tiene la spada, che ha staccato dal corpo con un sol colpo la testa di Golia, si può leggere sulla lama delle scritte iniziali non facili di lettura, H-AS OS.

Probabilmente formano la sigla del motto “Humilias Occidit Superbiam”, l’umiltà uccise la superbia.

L’eroe biblico quindi, di proposito, incarna in quest’opera un modello di virtù.

Davide guarda il volto di Golia sfatto e distrutto dalla corruzione di una vita dissoluta mentre lui è ancora puro e incorrotto

Il giovane ci appare diviso tra un sentimento di disgusto e pietà nei confronti del gigante nemico, che invece è rappresentato con la fronte corrugata, la bocca spalancata per l’ultimo respiro, lo sguardo sofferente e il volto pallido.

PER FINIRE:

Il tema della morte, come ho sempre raccontato nei precedenti dipinti, diventa centrale in molti capolavori di Caravaggio.

Da ricordare, sempre di Caravaggio, anche l’opera meno famosa, ma ugualmente intensa, che affronta lo stesso tema, conservata nel Museum di Vienna (vedi foto).

Bruno Vergani

Puoi leggere la decima parte qui:

Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (parte decima)

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