Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (parte decima)

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Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (parte nona)

MICHELANGELO MERISI detto il CARAVAGGIO  (parte decima)

“Maria Maddalena in estasi” 1606

Olio su tela 106,5 x 91 cm Collezione privata Roma

Il dipinto venne realizzato alcuni mesi dopo la fuga di Caravaggio da Roma in seguito all’omicidio di Ranuccio Tommassoni, e in particolare durante il suo soggiorno presso i membri della famiglia Colonna di Paliano.

Durante questo suo breve trasferimento, ma intenso di capolavori, il pittore realizzò almeno due tele: la Cena in Emmaus“, che abbiamo già trattato nella terza parte, e “Maria Maddalena in estasi“.

La figura della Maddalena è tanto cara al Caravaggio che la immortala in una serie di celebri opere come il dipinto “Maddalena Penitente“, nel quale la modella è la cortigiana Anna Bianchini.

Il dipinto “Marta e Maria Maddalena” invece, l’immagine della Maddalena è modellata sulla figura di Fillide Melandroni, anche lei nota cortigiana dell’epoca, musa e amante di Caravaggio.

“MARIA MADDALENA IN ESTASI”

Su uno sfondo completamente scuro, si staglia la figura della Santa che occupa la metà del dipinto, l’altra parte rimane al buio.

Maddalena, giovane e bella, è mostrata a mezza figura, seduta ma inclinata verso destra, parzialmente distesa, con le dita delle mani intrecciate.

La testa reclinata all’indietro, gli occhi appena dischiusi, totalmente rapita dal suo dialogo interiore con Cristo.

Una luce violenta la colpisce: è la tipica “luce caravaggesca” ormai consacrata.

In “Maria Maddalena in estasi” c’è tutta l’invenzione e la grandezza pittorica di Caravaggio, gli occhi che lasciano intravedere il bianco delle pupille e l’aggrottamento delle arcate sopraciliari.

La bocca socchiusa in un tacito fremito amoroso, i bellissimi capelli sciolti che lasciano scoperta una candida spalla e un seno reso trasparente da una luce divina, colpisce la donna e sembra trapassarle il cuore.

La bianca veste ormai sciolta perde nitidezza al confronto del bianco dell’incarnato, la tunica rossa che funge da mantello richiama l’ardore della passione amorosa.

L’unico atteggiamento mistico, che può allontanare da una immagine di un tripudio dei sensi, sono le mani giunte che non stringono altre mani, che sarebbero pronte per accoglierla.

La luce sferzante colpisce la giovane donna, il corpo sembra ansimare nel rapimento dell’estasi mistica: che è tensione dell’anima ed anelito verso Dio.

Il mantello di un rosso intenso, ricopre il bacino sopra la tunica a pieghe molto fitte, che copre parte del corpo e che le scivola scoprendo la spalla e il petto lasciando nuda la spalla sinistra e la parte superiore del seno.

Alcune ciocche di capelli, sono scomposte sulla fronte tra l’occhio semiaperto e l’orecchio mirabilmente rivelato dalla luce.

Dall’occhio destro, semichiuso, sgorga una lacrima quale segno evidente del dramma che la giovane sta vivendo.

La Maddalena rientra nei caratteri più peculiari del verbo caravaggesco: una figura forte e reale, semplice, ma al tempo stesso umana, il cui naturalismo si espleta nella forte drammaticità della sofferenza della donna e il suo pentimento.

CONCLUDENDO:

Molto forte è l’espressività di questa Santa, colta nell’istante in cui l’esperienza spirituale sembra raggiungere il culmine, in un misto di abbandono e di dolore, l’estasi appunto.

Uno stato d’animo staccato dai sensi a causa dell’intensa contemplazione di un oggetto straordinario, di una presenza soprannaturale, di un contatto misterioso e mistico col divino.

La Maddalena, se notate, è rappresentata da Caravaggio come morente, quasi a voler significare che il sommo grado dell’amore puro sia quello morto, nel quale l’essere che ama è del tutto annullato.

Bruno Vergani

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