“Memento homo quia pulvis es et in pulverem reverteris”.
“Ricordati uomo che polvere sei e polvere ritornerai”.
Mi capita spesso di riflettere su quanto sia precaria la nostra presenza sulla terra e sulla necessità di concentrare i nostri sforzi per vivere questa vita di passaggio.
Una vita senza radici.
Siamo soggetti finiti, limitati, precari.
Se pensiamo di poter sopravvivere contando solo sulle nostre forze, non ci rimane che la amara consapevolezza di una esistenza difficile e triste.
Se, invece, cercassimo di portare il nostro sguardo oltre la miseria umana, comprenderemmo che il senso della nostra vita sta proprio in questa fuga da ciò che noi consideriamo indispensabile, e che, invece si rivela sempre superfluo. Più ci allontaniamo da questo mare di miseria, dal nostro egoismo, più ci avviciniamo alla verità.
Quando comprenderemo che non possiamo contare solo sulle nostre forze, che non bastiamo a noi stessi, dal momento che nessuno si salva da solo, saremo già sulla buona strada.
Non esiste la condizione di onnipotenza sulla terra perché la morte azzera sul nascere ogni forma di delirio e presunzione di grandezza.
Il mondo non lo hanno mai cambiato le imprese folli e scellerate di coloro che si ritengono potenti, indistruttibili, invulnerabili.
Non lo hanno mai cambiato le guerre.
Sono sempre l’umiltà, la solidarietà, la carità a fare grandi gli uomini.
Oggi ha inizio la Quaresima che per la chiesa Cattolica rappresenta il momento di riflessione e preparazione alla Santa Pasqua attraverso la purificazione di corpo e spirito.
È un giorno di digiuno, di meditazione e di preghiera.
È vero che l’eternità del Paradiso è una questione di fede, ma è ancora più vero che, se si resta eterni sulla terra per il buon ricordo che le generazioni future conserveranno di noi, se lasceremo un profumo di benevolenza, avremo guadagnato il rispetto e l’affetto in terra, la vita vera nel regno di Dio.
Piera Messinese
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