Come il quadro di Chagall

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La prima volta che incontrai Aurora, indossava un abito a fiori molto vivace, che le donava tantissimo.

Era seduta nella sala d’aspetto, ed era molto ansiosa, le si leggeva chiaramente in viso.

Si stringeva le mani nervosamente, guardandosi intorno.

Prima di trovare il coraggio di recarsi da me, erano passati diversi mesi.

Alla fine, fu spinta a prendere appuntamento da una sua amica.

Quella che mi trovavo davanti, era una donna molto bella, con dei capelli lunghi e biondi, gli occhi azzurri, delle ciglia molto lunghe. Sedeva elegantemente, ogni tanto apriva sua borsa griffata, e sbirciava il cellulare, come se aspettasse un messaggio. Aveva il viso cupo e le labbra contratte, si vedeva che aveva timore del posto dove si trovava.

Quando la mia segretaria la fece entrare nello studio, si sedette nella poltrona di fronte il mio tavolino semicircolare, e rimase in silenzio un bel po’, prima di trovare il coraggio di parlare. Anzi, fui io a farle le prime domande, e lei si rilassó.

Aurora mi racconti ciò che le succede“.

Sono settimane che faccio fatica ad addormentarmi, faccio sogni ricorrenti e ho dei ricordi che non credo di aver vissuto realmente“.

La spinsi a raccontarmi di quando era bambina, ma mi accorsi che soffriva parlando della sua infanzia .

Nella mia lunga carriera avevo avuto decine di pazienti come lei. Non sarebbe bastata la terapia standard, con lei avrei dovuto provare strade alternative per aiutarla a guarire dal suo malessere. Lei non aveva fatto finora, nessuna terapia psicologica, e più volte ha ribadito che era contraria ad assumere farmaci di ogni genere.

Con lei avrei provato un’ altra strada, sarei ricorso all’ipnoterapia, per farle riaffiorare ciò che ricordava della sua vita, e cercare di capire cosa erano quegli sprazzi di vita vissuta, alquanto strani.

Rimasi un pó sorpreso quando si soffermó a guardare con attenzione le stampe appese dietro il mio tavolo.

Aurora cosa le viene in mente guardando le stampe?” le chiesi…
Fu colpita da due stampe una di Chagall e una di Munch.

Chagall è uno dei miei preferiti. Vedo, io vedo l’ amore nelle forme che volano, perché i loro corpi sono sospesi così placidi nello spazio, rappresentano il distacco terreno. Vedo il supremo desiderio di fuga dalla realtà, dalla vita quotidiana. Mi mette speranza. Forse anch’io raggiungeró uno stadio in amore cosí“.

Ma mi raccontò che non aveva fiducia nel prossimo, aveva difficoltà a fare amicizie, i suoi amici erano quelli di sempre, i compagni di scuola o di catechesi.

Sì, Aurora era credente, molto cattolica e non aveva dubbi sulla fede. Anche adesso che era adulta, pregava ogni sera prima di addormentarsi. Non solo per abitudine ma perché ne sentiva il bisogno. Fin da piccola seguiva i consigli del padre spirituale vicino alla sua famiglia, e ogni tanto anche ora lo andava a trovare se qualcosa la turbava…Proprio come ora…

Angela Amendola

Clicca sul link qui sotto per leggere un mio articolo precedente:

La notte dei pensieri

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