Georges Seraut (parte prima)

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GEORGES-PIERRE SEURAT (parte prima).
1859- 1891
“Bagnanti ad Asnières” , 1884, olio su tela, 200 × 300 cm. National Gallery di Londra.

Seurat, figlio di agiati genitori, dopo i primi studi di disegno nella scuola municipale si iscrive all’Ecole des Beaux-Arts di Parigi nel 1878.

Qui, sotto la guida di Henri Lehmann, allievo di Ingres, copia e studia i classici tra cui Piero della Francesca.

Desideroso di nuove tecniche inizia a studiare le teorie dello scienziato Michel Eugene Chevreul che indagano gli effetti ottici e il significato emotivo del colore.

Nel 1879 i suoi studi vengono interrotti dal servizio militare.

Dopo il congedo Seurat, già a partire dal 1882, inizia a pensare ai “Bagnanti ad Asnières“.

Infatti da quell’anno, fino all’inizio del 1884, si sono succeduti diversi studi preparatori a carboncino e a olio.

L’opera, inviata al Salon del 1884, fu presentata per la prima volta al pubblico in occasione del Salon des Artistes Indépendants.

I critici e il pubblico inizialmente lo criticarono negativamente, ma con il passare degli anni il dipinto arrivò a conquistarli.

Seurat trascorse il 1885 in un porticciolo sulla Manica dove dipinse delicatissime marine raffinando le sue teorie sul puntinismo e iniziando a dipingere “Una domenica alla Grande Jatte” il suo più grande capolavoro (che ho già trattato precedentemente).

Quattro anni dopo conobbe la modella Madaleine Knobloch, da cui avrà due figli e insieme alla quale va a convivere isolandosi dal resto del mondo.

Muore improvvisamente a 32 anni dopo un forte mal di gola tramutatosi in una violenta influenza. La causa ufficiale è difterite.

“BAGNANTI AD ASNIERES”

Seurat aveva solo 25 anni quando terminò il suo primo capolavoro “puntinista” di grande formato.

Come ho già spiegato “Il Puntinismo” è una tecnica che richiede lunghi tempi di esecuzione.

I colori vengono depositati sulla tela con la punta del pennello sotto forma di minuscoli tratti o puntini.

Da ciò il termine “Puntinismo”.

Ritornando all’opera, il dipinto raffigura un gruppo di persone che prendono il sole sulle rive erbose della Senna.

Bambini, uomini e donne, per la maggior parte ritratti di profilo, si stanno godendo una giornata di riposo ad Asnières-sur-Seine, lungo la riva sinistra della Senna.

Sullo sfondo le fabbriche, un ponte e delle case, sostituiscono il tradizionale paesaggio di montagne e colline, conferendo una prospettiva molto lunga alla composizione ed evocando la nascente industrializzazione della capitale francese.

Se osserviamo attentamente però, le fabbriche sono inattive, con le ciminiere spente, perché il fumo che si vede proviene in realtà dallo sbuffo di un treno che sta attraversando il ponte sul fiume.

Una coppia benestante si sta facendo portare in barca verso l’isola della Grande Jatte, mentre una canoa voga nel verso opposto.

Come nelle opere americane di Eduard Hopper nessuna personaggio interagisce.

Segno che la solitudine imperava in quel momento anche nella vita sociale parigina.

Al centro un ragazzo si è tolto la camicia e il cappello, e immerge le gambe nell’acqua da seduto.

Davanti a lui un ragazzino è completamente avvolto dalle acque appena increspate della Senna e soffia nelle sue mani, come se le volesse scaldare.

Poco più in là un altro bagnante è immerso nel fiume, stringendosi nelle spalle per il freddo dell’acqua.

Assistono alla scena in primo piano un uomo sdraiato e vestito con la giacca bianca, affiancato da un tenero cagnolino che scodinzola alle spalle del padrone, un altro personaggio con un cappello a larghe tese e altri bagnanti più lontani.

La scena è inondata di una luce velata, tipica di Seurat.

L’opera appare costruita con cura, con motivi geometrici. Da notare sopratutto l’immobilità delle figure che ricordano i dipinti di Piero della Francesca studiati in precedenza.

Infatti la curvatura delle schiene, o i triangoli degli alberi sulle sponde, le vele e le figure presenti nei “Bagnanti ad Asnières”, sono statuarie, colte in atteggiamento riflessivo ed enigmatico.

Come gli “Impressionisti”, Seurat decise di registrare con il suo pennello un istante di contemporaneità quotidiana.

Ma a differenza di questi, Seraut non dipingeva ‘en plein air”, bensì compiva numerosi studi preparatori prima di realizzare l’opera definitiva nel chiuso del suo studio.

Concludendo:

Applicando il criterio cromatico del chimico Chevreul, Seurat accostò i colori complementari puri con piccole pennellate una di fianco all’altra e una sopra all’altra.

Con questa tecnica ormai acquisita, Seurat dipingera’ la più grande scena puntinista: “Una domenica alla Grande Jatte”.
Un’opera successiva a “Bagnanti ad Asnieres” che diventerà l’icona del “puntinismo”.

Il suo più grande capolavoro.

(per leggere la “seconda parte” clicca qui)

Bruno Vergani

Vedono poesia in quello che ho fatto.
No. Io applico i miei metodi, nient’altro“.
( Georges Seurat ).

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