“Annunciazione annunciazione tu Marì Marì fai il figlio di Salvatore”… recitava Lello Arena ai tempi della “Smorfia”…
https://www.youtube.com/watch?v=jnMySGnMWV0
“Qual è l’ostacolo maggiore alla tua crescita professionale e a quella della tua azienda?”.
È questa la domanda che alcune importanti società di consulenza hanno rivolto a circa 1.500 lavoratori italiani e la risposta è molto interessante: circa il 30% dà la colpa ai manager incompetenti.
É un dato eclatante? Secondo me no e lo affermo da molto molto tempo!
Sul tema ho infatti scritto altri articoli…se vuoi clicca per leggerli:
Peraltro la recente faccenda dell’ex Commissario alla Sanità in Calabria, Saverio Cotticelli, ne è una drammatica testimonianza.
Un responsabile che chiede dati, informazioni, date e numeri alla sua segretaria – Marì Marì appunto – la segretaria che lo rimprovera in diretta invitandolo a prepararsi bene prima e alla fine di tutto un usciere che assiste alla intervista del giornalista di Titolo Quinto, che suggerisce il numero esatto dei posti totali realmente disponibili per l’emergenza Covid in quella Regione.
Non so se ridere o se piangere…ma attenzione!
Occorre anche dire che se Cotticelli “non sapeva”, strada facendo “nessuno lo ha controllato e magari gli ha ricordato che quel compitino era proprio suo”.
Ora fino a quando si parla di “prodotti e servizi aziendali” come quaderni, penne, scarpe, voli aerei (rammento il “caso Alitalia”), vino, brioches… ecc… l’incompetenza manageriale fa arrabbiare tanto ma fino un certo punto.
Qui si tratta di salute pubblica!
La questione è profondamente diversa e “il caso Cotticelli” di certo non è unico.
E allora mi pongo alcune domande anche rifacendomi a mie esperienze dirette.
Come mai, ad esempio, siamo quasi ovunque già in tilt da recrudescenza Covid dopo la pioggia di aiuti, di soldi, di assunzioni, di reparti Covid spuntati come funghi ovunque?
Son tutti “alla Cotticelli” in Italia?
O anche peggio visto che per esempio in Basilicata esiste un grande e bellissimo ospedale, il San Carlo di Potenza, che non solo da inizio anno ha letteralmente bloccato qualsiasi altra attività “causa Covid” ma ha una “specie di tendopoli” donata dal Qatar completamente vuota.
La struttura che sembrava destinata ad essere un punto di riferimento per affrontare l’emergenza legata al coronavirus, in realtà, è ancora un capannone appunto vuoto.
Senza letti, senza attrezzature, senza alcuna possibilità di essere operativo.
Così il Dipartimento Sanità della Regione, alla fine dello scorso mese di settembre, ha finalmente scritto al Ministero della Salute per chiedere le attrezzature necessarie.
Dai posti letto ai macchinari: un lungo elenco di dotazioni da sistemare nell’ex parcheggio dell’ospedale San Carlo dove tre delle cinque tendostrutture da 20 per 40 metri donate alla Basilicata dal Qatar sono state montate.
Meglio tardi che mai?
In questi casi direi proprio di no!
E un’altra intervistina “alla Cotticelli”?
Ma il virus c’entra anche relativamente.
In quello stesso ospedale – infatti – in “tempi non sospetti” anche fare un esame normale era una sorta di conquista: decine di mesi di attesa in una Regione di scarsi 600.000 abitanti…una qualche indagine “almeno conoscitiva” a me sembra opportuna…
Ma cambiamo area e andiamo al Nord.
Ambulanze ferme davanti al pronto soccorso e i malati ricoverati nella cappella dell’ospedale Martini a Torino.
Il prossimo futuro del sistema sanitario piemontese lascia immaginare questo e altro dato che nelle varie Direzioni Sanitarie Regionali si sta prendendo in considerazione ogni possibile location: chiese, corridoi, sale congressi, ambulatori.
Dovunque ci sia uno spazio, si valuta di metterci un letto.
L’ultima soluzione di emergenza è Torino Esposizioni.
Una corsa contro il tempo per recuperare 458 posti per malati di Covid-19 non gravi dato che le previsioni che vengono comunicate dall’Unità di Crisi sono pessime per il Piemonte: la velocità del contagio è tale da far temere che ben presto i posti letto saranno esauriti.
Torino e provincia più di tutti sono in grandissima difficoltà…di già?
E magari facciamo anche un salto al Centro, nel Lazio dove i posti letto sono raddoppiati e sono stati assunti ben mille nuovi medici.
Non solo ma anche nuovi drive in per fare tamponi da utilizzare nella battaglia contro il virus.
Sono le principali azioni messe in campo in tempo utile dalla Regione Lazio per far fronte alla seconda ondata di covid-19 e scongiurare il collasso della rete sanitaria…direi meglio no?
Nel Lazio la curva giornaliera dei contagi continua a salire come sale però in parallelo anche il numero di tamponi e il rapporto fra tamponi e positivi fortunatamente resta stabile.
Allora io mi chiedo se debba essere un miserabile e microscopico virus a far capire che questa Italia ha bisogno di talenti veri, formati e collocati nei posti chiave per il miglior funzionamento dell’intero Paese?
Riuscirà almeno in tale impresa “Mister Covid” oltre che costringerci chiusi in casa o a girare “novelli mascherati fashion” come idioti che si salutano dandosi il gomito? Occorre tanta Speranza!
L’intervistina a Cotticelli…