Maurizia Braga e le ancelle della sua vita
“Un’intervista straordinaria: Tu e il giornalista come protagonisti sul palcoscenico della Vita.
Utopia, Analisi, Cultura, Realtà, Introspezione, Sintesi…
Un inanellarsi di emozioni vitali!
Non la solita filastrocca di domande. La filastrocca non serve.
È l’essenza che deve emergere!”
È quanto scriveva qualche giorno fa Maurizia Braga a commento del mio “a tu per tu con… l’avv. Carmine Paradiso” (clicca per leggere) apparso su queste colonne il 10 giugno dello scorso anno.
Mi incuriosisco, cerco Carmine e…
Caro Vincenzo,
Maurizia è persona di assoluta qualità, che ha sempre unito alla sua professione l’amore per l’Arte nella sua più vasta accezione.
Artista poliedrica a tutto tondo, scrittrice, poetessa, pittrice, creatrice di monili artistici di pregevole ed originale fattura, le cui opere sono state esposte in numerose mostre in tutta Italia.
Il pregio di Maurizia Braga è nella sensibilità del suo animo, un porto sicuro, rifugio per ogni possibile emozione e sentimento, che tornano a prendere il mare, da lei rielaborati e restituiti alla fruizione di tutti, sotto la forma affascinante delle sue creazioni artistiche.
La sua interpretazione della natura, della vita e dei soggetti in genere che colpiscono la sua sensibilità, è del tutto originale e si trasfigura negli scritti, nelle realizzazioni pittoriche e nei gioielli, vere sculture, dalle quali le donne che le indossano, percepiscono emanare effluvi d’intima bellezza.
La tua abilità di scrittore, psicologo e interprete dell’animo del personaggio da te intervistato, ti consentirà di cogliere la più intima essenza di Maurizia, che saprai comunicare, come sempre, al lettore di SCREPMagazine, in modo eccellente e fortemente comunicativo grazie anche alla contestualizzazione del tuo racconto.
Ti auguro buon lavoro e ti saluto con tanta amicizia.
Carmine
Ed eccomi, oggi, “a tu per tu con… Maurizia Braga” nel suo piccolo paese natio, Salara, che tanti anni fa ho attraversato in auto per raggiungere Rovigo.
E tu, caro lettore, chiamale se vuoi… le coincidenze della vita!
Maurizia mi accoglie nel suo eremo di casa sua, un ampio giardino, circa 2000 metri, e, senza darmi il tempo di rispondere al suo “benvenuto”, dice:
“Il cortile, lo spazioso giardino è il mio ritiro spirituale. Qui trovo la mia pace, la mia serenità, la mia ispirazione. Io ho assoluto bisogno di spazio perché sono abituata al fuori”.
Fiore – Con questi spazi non avrai minimamente avvertito le restrizioni imposte dal COVID-19?
Braga – Assolutamente no!
Fiore – Questo è anche il tuo cortile natio?
Braga – Sì, dove sono nata nel 1947, e precisamente il 21 maggio.
Salara è un mini paese di circa 1.100 abitanti, ha una densità di 78,76 abitanti per km² e una superficie di 14,16 km².
Fiore – Il tuo percorso scolastico?
Braga – Ho frequentato le Elementari nel mio paese dove mi accompagnava il mio papà, maestro elementare e grande cultore di storia.
È stato per molti anni anche Sindaco, sempre attento ai bisogni dei suoi compaesani e sempre pronto alle sfide per il bene comune. Il suo ricordo è ancora molto vivo.
Le scuole medie le ho frequentate a Trecenta distante nove chilometri da Salara.
Le raggiungevo con le corriere di linea.
Fiore – Immagino il tuo sacrificio…
Braga – Sì, le alzate mattutine erano un bel sacrificio per me, soprattutto d’inverno e quando tutto era nebbia…
Fiore – Trecenta mi fa tornare alla memoria i suoi gorghi e una leggenda…
Braga – Sì, la leggenda di una fanciulla innamorata di un giovane bello, ma povero, che, per sfuggire alle nozze con un signore ricco, a cui era stata promessa in moglie per volontà della sua famiglia, si getta dalla carrozza nuziale precipitando e morendo nel più grande tra i gorghi del territorio, che da allora prese il nome di Gorgo della Sposa.
Fiore – Torniamo al tuo percorso scolastico…
Braga – Frequento a Ferrara il Liceo Classico “Ludovico Ariosto” al tempo del Preside Professore Pasquale Modestino e al momento di scegliere l’Università scelgo l’Ateneo di Padova, mi iscrivo a Matematica.
Subito dopo la laurea inizia la mia carriera di docente.
Fiore – E decidi, dopo aver insegnato in varie scuole di ogni ordine e grado, di dedicarti all’insegnamento presso la scuola media inferiore…
Braga – Sì, tra i diversi tipi di scuole che ho avuto modo di conoscere, ad un certo punto decido di tornare alla scuola media, perché lì avrei potuto costruire le “basi” della Matematica in modo lineare e naturale, quando invece alle superiori era, per la mia esperienza, prevalentemente un lavoro di correzione nelle varie preparazioni degli studenti.
Fiore – Senza possibilità di giocare con le emozioni…
Braga – …e di accompagnare gli alunni e affiancarli nella crescita, nella conoscenza di se stessi, nella costruzione di un metodo di studio che poi sarebbe stato utile e prezioso nello sviluppo del loro senso critico e nell’individuazione del proprio percorso di vita.
Tutto questo per me è stato appagante e di grandissima soddisfazione.
Ancora oggi i miei ex-allievi mi ringraziano per il mio metodo non noioso con cui presentavo la matematica.
Infatti gliela mostravo come una continua scoperta.
Fiore – Nel 2003 il tuo rapporto lavorativo giunge ai titoli di coda e riparte la nuova pellicola della tua vita, complice un incontro che avevi fatto l’anno precedente…
Braga – Esatto! Il 2002 segna lo spartiacque della mia vita, determinato dall’incontro con una persona indesiderata, il sig. Cancro, che ancora non mi abbandona e continua a stringermi a sé, tant’è che, nel dicembre scorso, mi è toccato affrontare un’altra tappa del viaggio accidentato verso un orizzonte sconosciuto.
A questa ulteriore tappa ho dedicato una poesia. Te la leggo…
Dicembre 2020
Ho fatto
un viaggio
dove le strade
sono state pensieri
e le case
Anime amiche
dove soggiornare,
in un tempo
dilatato…
Apparentemente
senza meta
perché
misterioso
era l’orizzonte,
mancando
dettagli di riconoscimento
come in mare
quando c’è tempesta
e il cielo si mescola
all’acqua,
che ne assorbe
il colore.
Fiore – E prima del 2002 come si è snodata la tua vita al di là della scuola e dei tuoi affezionati alunni?
Braga – Con le caratteristiche che scelsi di privilegiare con il mio modo di essere, di pensare, di scegliere, di parlare, di ascoltare, di accogliere, di regalare.
Bambina ubbidiente e studiosa; propensa alla musica dall’età di cinque anni con la guida di mio nonno Silvio, musicista; organista a quindici; di poco svago; prevalentemente silenziosa ma con uno spiccato senso di antipatia verso le convenzioni, pur rispettosa delle regole.
Per esempio, con grande stupore del miei genitori, non baciavo l’anello del Vescovo che passava per casa.
Buongiorno Eccellenza, e gli davo la mano…
Fiore – Età?
Braga – 13 anni. Ti aggiungo che non avevo mai visto nessuno comportarsi così…
Ho sempre avuto un vissuto ed una meditazione interiore più intensa del rapporto verbale e credo di essere stata “muta” per molti anni.
Fiore – Quali valori danzavano e danzano dentro di te?
Braga – I valori che la mia straordinaria famiglia mi ha trasmesso e il Liceo Classico ha consolidato…
Valori che da sempre sono le ancelle della mia vita e di cui non ne posso fare a meno: l’Humanitas , la Curiositas e la Dignitas, l’Humilitas, la Communitas, il Genius loci…
Fiore – Di fronte a questi valori sembra incomprensibile la tua scelta universitaria per una materia scientifica come la matematica…
Braga – Direi di no, perché per me la Matematica è la più estetica delle discipline, è la più creativa e permette, attraverso i numeri, di entrare a diretto contatto con l’anima e la ragione degli alunni e intuirne i segreti più nascosti.
Per me l’alunno infatti ha sempre avuto la somiglianza del bocciolo di un fiore che andava accompagnato e protetto per far sì che i petali potessero schiudersi al sole della vita, forti e resistenti nell’autonomia del pensiero senza farsi fagocitare dal conformismo.
Fiore – Un tuo ricordo tra i tanti?
Braga – Quella Diane gialla con cui nel 1973 arrivavo a scuola e quei capelli a spazzola che mi rendevano sbarazzina, diversa e non troppo professoressa…
Fiore – E forse per questo piacevi ai tuoi alunni…
Braga – Probabilmente! Non ne sono sicura…
Un fatto è certo, però! E lo dico andando per un attimo oltre la mia umiltà. Anch’io ho vinto un premio Nobel…
Fiore – Quale?
Braga – L’essere seguita ancora oggi dai miei alunni e continuare ad avere il loro affetto.
Fiore – Cos’è il sogno per te?
Braga – La proiezione del mio essere nella realtà quotidiana.
Infatti le nostre storie, i nostri desideri, il nostro vissuto, il nostro futuro, la nostra unicità, la nostra essenza sono ambiti molto diversi, ma con un filo comune che li lega: il sogno.
Il sogno per me è il futuro, è il presente, è il passato, ed è impossibile non portarlo con me e non viverlo istante dopo istante.
Il sogno è il senso della mia vita, è la somma dei valori trasmessimi dalla mia famiglia insieme alla musica, alla poesia, alla fotografia, alla creatività che prende forma attraverso i miei appunti pittorici, la mia progettazione e la realizzazione di gioielli.
Amo molto le linee, i vuoti, i pieni, le cromie anche dissonanti, come in una composizione jazz.
Il mio mondo, che proietto fuori di me, perché la mia energia interiore ha fretta di uscire, non è fatto di “cose da possedere”, ma di un bisogno viscerale di comunicare.
Fiore – Comunicare in questo periodo, però, in un mondo attratto da altri interessi, è difficile, è una strada disseminata da tanti ostacoli…
Braga – Io, comunque, ho imparato a lottare, a non arrendermi facilmente e a portare avanti con il sorriso la mia progettualità.
Non amo perdere tempo e, anche tra le difficoltà che il quotidiano ci butta tra i piedi, metto a dimora il mio sogno e il mondo che vorrei, cercando di far lievitare sempre più la sensibilità solidale per il bene comune, nel pieno rispetto di chi mi circonda e di tutto quello che ci è stato donato.
Fiore – Come dire che sei una inguaribile romantica?
Braga – Assolutamente sì, con una visione utopistica delle cose.
Fiore – Siamo a un percorso di vita senza rumore?
Braga – Sì, ma un percorso che cattura, attrae, unisce e consolida sentimenti e che la società tutta non tarderà a riprendere nonostante il dispendio e lo sperpero di energie e di possibilità che c’è stato nel tempo passato.
Fiore – Cos’è il tempo per te?
Braga – È la personificazione e divinizzazione del momento opportuno, è l’infinito delle emozioni, è un viaggio nel viaggio della vita, che non è possibile capire sino a quando non succede qualcosa di destabilizzante, non tanto come comprensione logica, quanto come consapevolezza.
Tutti gli incidenti di percorso che si incontrano nella vita, se si vuole crescere, è necessario trattenerli, non cancellarli, è obbligatorio, e parlo per me, metabolizzarli e collocarli in un angolo del proprio intimo.
Fiore – Ma è indubbio che gli inciampi, più o meno importanti per gravità, lasciano dei segni che potrebbero diventare solchi invalicabili…
Braga – Ecco perché, soprattutto quando ci si trova davanti a inciampi la cui “guarigione” è lenta se non impossibile, è necessario aprire dei varchi e andare a scovare nel profondo delle nostre viscere per pescare quella parte nascosta di noi, che non abbiamo mai interpellato, ma che ci portiamo in giro e ci accompagna nel nostro viaggio.
Solo così quegli inciampi, che sono dolori e tragedie che i nostri occhi hanno visto, che le nostre anime hanno patito, che il nostro cuore ha faticato a reggere, possono trasformarsi e diventare opportunità.
Può sembrare un controsenso, ma non lo è, in quanto le opportunità sono le possibilità di mettere a disposizione la nostra sofferenza per aiutare il prossimo a superarla.
Fiore – E a proposito di sofferenza mi vuoi parlare del viaggio in compagnia di una presenza indesiderata?
Braga – Certo che ne voglio parlare, anche per rompere il tabù di chiamare la presenza indesiderata con il suo nome: cancro.
Non è con il tacere, con il nascondersi, con il dire e non dire, con il non pronunciare la parola “cancro” che si guarisce.
Si guarisce se decidi di voler vivere, se decidi di voler affrontare una nuova vita, se decidi di allontanare da te con tutte le forze il pericolo della morte, anche se non è facile, soprattutto quando sei stata costretta, come me, a combattere con ben sette recidive.
Si guarisce se non indossi l’abito dell’ammalata, magari per essere compatita, se comunichi al prossimo le tue energie, il tuo atteggiamento positivo, il tuo canto per la vita e se non cerchi commiserazione, ma una diversa opportunità di vita e di essere.
E io, grazie al Signore, l’ho trovata nel Natale del 2002, dopo avermi vista nel settembre dello stesso anno senza capelli e senza forze fisiche.
Mi ritrovai condottiera con la volontà di tenere testa al signor Cancro, tanto che nel 2003 inizia, e prosegue tutt’ora, una rinascita che ha come colonne portanti l’Arte nelle sue molteplici espressioni.
Fiore – E quindi?
Braga – Inizio a progettare e a realizzare gioielli da vecchie collane ormai obsolete e ridò vita ad oggetti ormai abbandonati.
Ben presto arrivano i riconoscimenti, gli inviti a mostre e, con mia grande sorpresa, la pubblicazione delle opere in riviste d’arte.
Fiore – E poi il tuo primo libro…
Braga – Sì, “Gioielli e Meditazione”, pubblicato nel 2007, che raccoglie 35 gioielli, realizzati con pietre dure e argento.
Il libro fu sapientemente impostato dall’editrice Luisa Brunelli, grazie anche ai tipi della famosa Litografia Tosi di Ferrara.
Luisa Brunelli ha seguito sin dagli albori l’evoluzione del mio lavoro ed è riuscita, grazie alla profonda sintonia che ci lega, alla sua professionalità e alla sua squisita sensibilità, ad assecondare i miei voli pindarici e a comprendere che quei gioielli erano la mia voglia di rinascita e che la mia instancabile verve creativa e quel flusso irrefrenabile di creatività costituivano il mio vivere arricchito da varie mostre in giro per l’Italia.
Fiore – Ogni gioiello è diverso l’uno dall’altro?
Braga – Assolutamente! Sono piccole-grandi sculture preziose che aiutano la donna ad adornarsi regalandole un unico e particolare tocco di magia.
Fiore – E nel 2018 un libro di poesie…
Braga – “Dell’Anima”, che raccoglie fotografie e pensieri sfuggenti, fermati sulla carta di una pubblicazione ancora una volta curata con tanta passione e attenzione da Luisa Brunelli.
Fiore – E nel frattempo inizia un nuovo segmento di vita artistica…
Braga – La pittura, con mostre personali e collettive che si accavallano in Palazzi Storici, come Palazzo Albrizzi a Venezia, presso alcune Ville Venete e le Delizie Estensi.
Mostre somiglianti a una danza tra persone per entrare, attraverso il colore e le linee, in comunicazione con la parte più profonda del visitatore.
Fiore – Questa idea della comunicazione non verbale ti porta a fare una donazione all’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Rovigo, il cui corridoio del Day Hospital di oncologia hai frequentato per anni…
Braga – Sembra che tu mi conosca da anni…
Sì, ho donato quaranta opere fotografiche e pittoriche dal titolo “Emozioni alle Pareti”, che rendono i muri del corridoio dotati di anima, sentimento e gioia di vivere e meno triste l’attesa degli ammalati oncologici.
Ho voluto dare voce al silenzio di quel corridoio e rendere i colori delle fotografie e delle opere pittoriche messaggeri di rinascita e di vita.
Fiore – E poi c’è la musica…
Braga – …con la composizione di brani per video d’arte che accompagnano in sequenza foto di mostre Internazionali come la Musiwa di Francesco Chimienti, di opere di artisti vari e delle mie stesse.
Fiore – Il tempo è scaduto, gentile Maurizia, devo riprendere il treno della virtualità per fare ritorno a casa…
Braga – Posso aggiungere qualcosa?
Fiore – Assolutamente sì…
Braga – Desidero innanzitutto ringraziarti per avermi data l’opportunità di questa non usuale intervista e approfittare per segnalare la prossima uscita di un secondo catalogo d’arte e poesia, Il Riverbero della Luce e, considerato che la scrittura mi appartiene e fa parte di quella dimensione silenziosa nella quale mi tuffo da sempre con le sue sensazioni, le sue immagini, le sue vibrazioni, indotte da pensieri, immagini, incontri, emozioni, mi piace questo incontro con te e SCREPMagazine con dei versi:
Caro Vincenzo Fiore,
sento il bisogno di sottolineare con un Post diretto la tua intervista di oggi 13 febbraio 2021 a Maurizia su ScrepMagazine.
Conosco la tua riconosciuta bravura e maestria nello scrivere da grande interprete dei personaggi da te analizzati.
Nell’articolo su Maurizia Braga ti sei superato, riuscendo a cogliere l’intima essenza dell’animo della persona e dell’artista, che ha una personalità variegata e di profonda sensibilità.
Persone come la Nostra, non sono frequenti da incontrare nella vita, anzi posso ben dire a ragione, che sono molto rare.
Da esse possiamo imparare a valutare ed affrontare meglio il nostro cammino nei suoi aspetti più diversi.
Sei riuscito a trasferire al lettore ogni sfaccettatura del nobile spirito di Maurizia, donandola a tutti coloro che non hanno avuto, sinora, la fortuna di conoscerla personalmente. La tua introspezione psicologica ha scandagliato con abilità l’animo di Maurizia, facendo emergere le sue più recondite sfaccettature che saranno di aiuto a tutti per saper conoscere il miglior modus vivendi da adottare.
Ancora sinceri complimenti.
Caro Carmine, ti ringrazio affettuosamente per le parole di stima che hai voluto dedicarmi. Colgo l’occasione per riaffermare che, se non ci fosse stato il nostro “a tu per tu con…”, non avrei avuto la possibilità di conoscere una persona come Maurizia Braga che mi ha particolarmente colpito per il suo modo schietto e libero di affrontare la vita e le quotidiane vicende non sempre lineari e rosee.
Mi auguro di potervi abbracciare nel reale appena le circostanze lo consentiranno.
Un caro abbraccio,
Vincenzo Fiore
Sono assolutamente grata a Carmine Paradiso per aver fatto da tramite ,senza tralasciare la mia stima per Lui e la mia personale vicinanza al Suo elegante,frastagliato,intenso,approfondito modo di “porgere”…
grata a Vincenzo Fiore, per avermi dedicato il Suo tempo, per l’ascolto, l’attenzione, per la capacità-sensibilita’ di connettersi con il mio “dentro” e di trovare ,con eleganza professionale il filo conduttore del nostro parlarci …
Grazie a Voi !
Maurizia Braga.
14 febbraio 2021
Cara Maurizia,
è stato per me un gran piacere incontrarti e conoscerti sia pure sulle ali del virtuale. Mi piace anche dirti che noi di ScrepMagazine facciamo il possibile e l’impossibile per connetterci con i nostri intervistati e scoprire il più possibile il loro animo…
Tu mi hai aiutato parecchio non standotene sulla difensiva…
Un abbraccio,
Vincenzo Fiore
Conosco da anni la cara Maurizia Braga, artista eclettica, sensibile e raffinata poetessa e pittrice, creatrice di originali e preziosi gioielli, la stimo e ammiro per la sua elegante creatività. Questa intervista la ritrae perfettamente e mi complimento con il dott. Fiore per aver saputo far emergere dall’intervista la personalità eccezionale e le doti artistiche di Maurizia. Cordialmente.
Angioletta Masiero
Gentile Signora Masiero,
la ringrazio affettuosamente per aver apprezzato il mio scritto…
Cordialità,
Vincenzo Fiore
Carissima Angioletta Masiero …
le ” preziose” parole che mi hai riservato
sono il segno della Amicizia che ci lega !!
La mia stima per Te ,per la persona che sei ,per il “curriculum vitae” così ricco di bellezza ,di conoscenza,di dedizione,di sensibilità ,di passione …di bravura …
è una semplice dichiarazione che esserTi Amica è un privilegio…
GRAZIE !
Maurizia Braga
Carissimo Vincenzo Fiore ,
il grande merito è tuo ,la Tua Sensibilità ,la Tua professionalità ,la Tua capacità di connetterti…..
Un fatto però è certo : io non temo il mio “dentro” .
E perché mai tenerlo segreto ???
Un abbraccio .
Maurizia Braga.
Ancora grazie, cara Maurizia…e alla prossima!