Un corpo che parla…

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Il tatuaggio è una pratica di decorazione realizzata tramite immagini, simboli, frasi che possono essere puramente estetici o possono contenere, nella maggior parte dei casi, significati importanti.

Ad oggi è utilizzato sempre più come mezzo di espressione sul corpo.

Nonostante sia diventata una moda diffusa, c’è chi ancora storce un po’ il naso davanti ad un corpo colorato, a causa di disinformazione o a causa di  veri e propri pregiudizi verso questa favolosa arte.

Decidere di tatuarsi è un vero e proprio modo di comunicare, di far conoscere qualcosa di sé in modo permanente.

Viene usato, sin dall’antichità, per affermate l’appartenenza ad un gruppo, ad una religione, mentre adesso ha prevalentemente un fine estetico, “modaiolo”.

Il termine tatuaggio nasce per la prima volta intorno alla metà del ‘700, con la scoperta dell’isola di Tahiti da parte del capitano inglese James Cook. La popolazione del luogo usava la parola “tau-tau”, che negli scritti venne trasformato in Tattow e infine fu adattato all’inglese, prendendo il nome di Tattoo.

Ma la pratica del tatuaggio è cosa certa sia nata circa 5.000 anni fa.

Le tecniche di realizzazione sono mutate nel tempo, ma il concetto di base è rimasto lo stesso.

Il tatuaggio moderno in occidente è eseguito tramite l’utilizzo di macchine che consentono di iniettare all’interno della pelle inchiostro attraverso un ago, che varia di dimensioni in termini di larghezza, in base all’utilizzo che se ne fa (sfumature, contorni o ombreggiature); lago muovendosi su e giù arriva a circa un millimetro sotto l’epidermide.

Il dispositivo che viene utilizzato per i tatuaggi svolge due principali operazioni che si ripetono:

  • caricatura dell’inchiostro nell’ago;
  • scarico dell’inchiostro all’interno della pelle, sotto l’epidermide.

Durante queste due fasi, la frequenza con il quale l’ago si muove può variare da 50 fino a 3000 volte al minuto.

Alcune tappe storiche del tatuaggio:

  • tra l’Italia e l’Austria, nel 1991, è stata ritrovata la Mummia di Similaun risalente a 5.300 anni fa. Presentava dei tatuaggi sul corpo, analizzati poi con dei raggi x, ed è stato scoperto che probabilmente le incisioni venivano eseguiti a scopi curativi, in quanto si sono potute osservare delle degenerazioni alle ossa proprio negli stessi punti in cui si trovano i tatuaggi;
  • i romani tatuavano solo criminali o peccatori, come loro marchio distintivo. Successivamente, dopo aver instaurato dei rapporti con le popolazioni della Gran Bretagna, decisero di adottarli a fini estetici anche nella propria cultura;
  • i celti adoravano le divinità animali, e come segno di devozione erano soliti disegnarle sul corpo;
  • nell’Antico Egitto, le danzatrici avevano sul corpo disegni simili a tatuaggi (sono state trovate mummie e pitture del 2000 a.C.;
  • la fede cristiana approvava i tatuaggi con simboli religiosi sulla fronte come segno di devozione. Successivamente, durante il periodo delle Crociate, i soldati scelsero di tatuarsi la croce di Gerusalemme, per essere riconosciuti, in caso di morte, durante le battaglie.

Nelle culture occidentali, durante la pratica del tatuaggio, si cerca di minimizzare il dolore , nelle altre culture, il dolore ha un valore importante, in quanto avvicina l’uomo all’esperienza della morte, e quindi resistendo al dolore è in grado di esorcizzarla.

Coloro che decidevano di tatuarsi vivevano questa esperienza come una prova o un rituale; infatti si pensa che i tatuaggi fatti nell’epoca preistorica fossero eseguiti da stregoni, sciamani o sacerdoti nei punti più delicati per provare dolore (i punti scelti solitamente erano schiena e mani).

Al dolore si associava il sangue, poiché scorrendo simboleggia la vita e lo spargimento di sangue, seppur lieve, simula l’esperienza della morte.

Le tecniche utilizzate per i tatuaggi sono state varie in base alla cultura in cui venivano praticate.

Ad esempio:

  • la tecnica giapponese consiste nell’utilizzare degli aghi in titanio o acciaio, fissati all’estremità di una stecca di bambù mossa avanti e indietro come fosse un pennello, forando la pelle in modo doloroso e in maniera obliqua. Il tatuatore mantiene la pelle tesa per poter eseguire correttamente il lavoro al passaggio degli aghi.
  • In zone come la Polinesia o la Nuova Zelanda veniva utilizzato uno strumento a forma di rastrello con in punta dei denti di osso affilati che fossero in grado di far penetrare il colore all’interno della pelle.
  • La tecnica thailandese ha origini antichissime e viene eseguito con la tecnica del bambù. Una bacchetta appuntita viene intrisa di colore per poi essere picchiettata sulla pelle per creare il disegno. Con questa tecnica il dolore dipende dalla zona scelta.
  • La tecnica americana è quella più innovativa e moderna tra quelle già citate e tutte le altre esistenti in passato. Viene utilizzata una macchinetta elettrica composta da aghi, messi in movimento grazie a delle bobine elettromagnetiche o di una singola bobina rotativa.

Quest’ultima è la tecnica attualmente utilizzata e di certo la meno dolorosa.

Il primo brevetto di macchinetta elettrica in grado di realizzare tatuaggi fu ottenuto da Samuel O’Reilly nel 1891 negli Stati Uniti (egli si era ispirato all’invenzione di Thomas Edison della penna elettrica). La sua idea però non ebbe successo a causa del solo movimento di rotazione.

Fu l’inglese Thomas Riley che ingegnò la stessa macchinetta per tatuare con l’utilizzo di elettromagneti, la rivoluzione dei tatuaggi.

Questo strumento fu, nel tempo, migliorato e perfezionato fino ad ottenere la macchinetta moderna e ad oggi ancora utilizzata.

Si possono distinguere 3 tipi di tatuaggi:

Tattoo all’Hennè (non permanente);

Tattoo Solare (applicazione di una sostanza foto impermeabile sulla pelle, la quale, dopo essere rimossa l’abbronzatura, lascerà un disegno visibile);

Tattoo ad Ago (permanente).

Esistono tanti stili diversi di tatuaggi. I più utilizzati e apprezzati sono:

  • Old School (solitamente vengono rappresentate rondini, pugnali, rose, pin up con l’utilizzo di linee nette, tanto nero e colorazioni senza sfumature);
  • New School (simile all’ Old School, ma è caratterizzato, ad esempio, dall’utilizzo di colori vivaci);
  • Tribale (disegni astratti e neri);
  • Realistico (riproduce la realtà, sono presenti molte sfumature e in profondità);
  • Giapponese (disegni molto grandi che prendono spunto dalle decorazioni dei kimoni);
  • Lettering (lettere o parole integrano il disegno);
  • 3D (disegni di creature con sembianze umane).

I tatuaggi sono opere d’arte che camminano.

Una vera tenerezza di pezza

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