Una vera tenerezza di pezza

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Il Peluche è un balocco universale, chiunque nella sua infanzia ne ha posseduto uno se non più di uno, ci ha giocato e lo ha portato con sé per essere accompagnato dolcemente nel mondo dei sogni; esso diventa un amico o un nemico in ogni storia immaginaria, o un eroe che salva da situazioni sconvenienti, o una vittima bisognosa di essere salvata.

È impossibile immaginare un bambino che non abbia mai stretto a sé un animaletto di pezza.

Nasce così la storia di Teddy, il pupazzo del cuore, il primo regalo natalizio ricevuto quasi da ogni bambino, quello che si conserva per sempre.

È diventato con il tempo un oggetto da collezione, presente ovunque, nella moda, nei cartoni animati e la sua storia ebbe inizio in Germania, a “Giengen an der Brenz“, dove i signori Margaret e Richard Steiff gestivano un laboratorio di lavorazione del feltro.

Il primo peluche creato fu un puntaspilli, realizzato nel 1877, a forma di elefante, successivamente furono create tantissime varianti che fecero impazzire il mondo.

La vera svolta però arrivò nel 1902, in quanto crearono un orsetto con la capacità di poter muovere sia le braccia che le gambe.

L’orsetto ebbe un grande successo, soprattutto negli Stati Uniti, dove prese il nome di Teddy Bear, in onore del presidente Theodore “Teddy” Roosevelt.

La storia vera e propria della nascita del Teddy Bear nasce agli inizi del 900. In America del Nord, il presidente Roosevelt fu incaricato per risolvere una questione di confini tra lo stato della Louisiana e quello del Mississippi. Per dare il benvenuto al Presidente, fu organizzata una battuta di caccia (una sua grande passione), e dopo giorni non produttivi gli assistenti del presidente pensarono di legare ad un salice un cucciolo di orso bruno, per dargli l’opportunità di ucciderlo.

Roosevelt, alla vista del cucciolo, si rifiutò di sparargli contro, in quanto quell’atto ai suoi occhi fu considerato antisportivo.

La storia colpì il pubblico presente e fece il giro degli Stati Uniti.

Un giornalista disegnò addirittura una vignetta per il Washington Post.

Successivamente due coniugi di Brooklyn, Morris e Rose Michtom, confezionarono il primo orso di peluche della storia, scrivendo sul cartellino di vendita “Teddy Bear”; ne commissionarono uno al Presidente, il quale diede il suo consenso.

Da quel momento, la Ideal Toy Company iniziò a vendere milioni di orsi di peluche in tutti gli Stati Uniti.

Allo stesso tempo, in Germania, la proprietaria di una fabbrica di giocattoli, Margarete Steiff, ignara del successo dei Michtom, mise in commercio un modello di orsacchiotto, dalle forme più realistiche e che somigliava di più al disegno della vignetta.

Proprio per questo motivo gli orsetti marchiati Steiff, in pochissimo tempo, diventarono i più conosciuti e apprezzati in ogni parte del mondo.

C’è qualcosa in un orsacchiotto che è impossibile da spiegare. Quando ne avete uno tra le braccia, sentite amore, conforto e sicurezza. E’ quasi soprannaturale“.

(James Ownby)

Tradire o accontentarsi, questo è il dilemma

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