Tempi di rondini: tra versi e versificazione

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Tempi di rondini

tra versi e versificazione

Sono cittadine del nostro stesso paese: in qualche modo ci accompagnano da sempre. Evocano primavere e suggestioni: non siamo lontani dal vero nel dire che i loro versi rispecchino anche il nostro canto.

Le canzoni seguono le parabole delle rondini: «Vorrei entrare dentro i fili di una radio e volare sopra i tetti delle città /Incontrare le espressioni dialettali / Mescolarmi con l’odore dei caffè» (Lucio Dalla), «Nonostante tu sia / La mia rondine andata via /Sei il mio volo a metà / Sei il mio passo nel vuoto» (Mango).

Tutto questo repertorio musicale ha una storia antica, che rimanda alla letteratura classica: come non ricordare le favole esopiche, ad esempio!

Potremmo dire che questi brevi testure moraleggianti abbiano dato il “la” a tutte le composizioni canore successive, perché no!

Anche un ritmo narrativo ha una sua metrica: in fondo i movimenti concitati di una narrazione, letti d’un fiato, rap-pizzano un testo.

Se poi analizzo le onomatopee implicite dei versi degli animali presenti, ho tutto un bel coretto a contorno.

A questo punto, prendiamo una rondine esopica…favoleggiata, per tirare su qualche riflessione:

La rondine fanfarona e la cornacchia.

La rondine diceva alla cornacchia: “Io sono una fanciulla, e sono d’Atene, e sono di sangue reale, e son figlia del re d’Atene”, e continuava, con la storia di Tereo e della violenza subita e del taglio della lingua. “T’han tagliata la lingua”, disse la cornacchia, “e hai tanta parlantina! Che cosa mai succederebbe se ce l’avessi?”…

‘О μύθος δελοι οτι:

I fanfaroni, a forza di parlare a vanvera, con i loro discorsi si smentiscono da soli.

Una curiosità: qui il nostro autore greco retro-comunica dei personaggi mitologici dietro le presenze zoomorfiche del brano succitato.

Filomela verosimilmente, in tutto ciò, potrebbe essere la rondinella: così chiamo la mia, quando raggiunge il suo piccolo nido sotto la grondaia della mia abitazione la notte di San Giuseppe.

Ma partiamo da sua sorella, per ricostruire per benino il mito…

Figlia del re di Atene Pandione, Progne era stata data in sposa al Re trace Tereo, da cui aveva avuto il figlio Iti.

Un giorno, vinta dalla nostalgia, chiese al marito di andare a prendere la sorella Filomela ma, sulla via del ritorno, Tereo abusò della cognata e, per impedirle di rivelare l’accaduto, le recise la lingua e la nascose.

Tornato a casa, il consorte disse a Progne che la fanciulla era morta durante il viaggio, ma Filomela trovò il modo di far giungere all’amata congiunta un ricamo che raccontava il torto subito.

Progne, allora, accecata dall’ira, corse a liberare Filomela e le due sorelle, insieme, uccisero il piccolo Iti, cucinandone le carni per Tereo.

Quando quest’ultimo comprese l’inganno, fuggì inorridito, ma gli dei mutarono lui in sparviero (od in upupa) e le due donne in rondine ed in usignolo.

Le fonti da cui Dante attinse, Ovidio e Virgilio, lasciano tuttavia il dubbio su quale delle due sorelle sia stata metamorfizzata in usignolo e quale in rondine, ma nel testo dantesco Progne sarebbe individuata come colei “che mutò forma/ ne l’uccel ch’a cantar più si diletta” (Pg. XVII,19-20). Beh, personalmente mi fido del sommo Fiorentino…

Filomela…insomma…resta la mia rondinella!

Foto: https://quibrianzanews.com/quando-una-rondine-fa-primavera/

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

Kant e gli orari impossibili del Filosofo

 

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Francesco Polopoli
Sono laureato in Lettere classiche, docente di lingua e letteratura latina e greca presso il Liceo Classico di Lamezia Terme (CZ), membro del Centro Internazionale di Studi Gioachimiti. Divulgo saggi a tema come, a solo titolo di esempio, Echi lucreziani e gioachimiti nella Primavera di Botticelli, SGF 2017, ... Ho partecipato a convegni di italianistica, in qualità di relatore, sia in Europa (es. Budapest) che in Italia (es. Cattolica di Milano). Attualmente risiedo a Lamezia Terme e da saggista amo prendermi cura dell’antico come futuro sempre possibile di buona memoria. Il mio parere sul blog? Un vascello post-catulliano ove ritrovarsi da curiosi internauti: al timone del vascello ci stanno gli autori, passeggeri sono i tanti lettori a prova di click…

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