Sì, viaggiare

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Estate…vacanze…viaggiare! Ebbene sì, per me la vacanza è un viaggio. Non amo le vacanze residenziali, quelle trascorse nella classica casa a mare dove si rimane per tutta l’estate, né quella più breve trascorsa in una località in cui si è deciso di risiedere per qualche tempo.

Per me, vacanza è partire. Considero già il viaggio verso una destinazione un momento della vacanza, con le sue soste, la vista del paesaggio circostante, gli incontri che si possono fare, le sorprese che possono capitare. Anche l’imprevisto non piacevole si colora, in viaggio, di un tempo senza fretta, di una pazienza inusuale.

L’arrivo, avendo già in mente un’altra ripartenza per un luogo, anche vicino che meriti di essere scoperto, perché il viaggio è soprattutto un’occasione per conoscere luoghi, usanze, persone. E’ un’occasione per riempire vuoti che devono essere colmati, genera quindi piacevoli aspettative.

Anche molti filosofi hanno dato al viaggio un valore particolare.

Già Parmenide, filosofo greco vissuto nel VI sec. a. C., immaginò un viaggio che lo portasse al cospetto di una dea che gli avrebbe rivelato le verità che egli pose alla base della sua filosofia.

Il racconto del viaggio, affascinante, è un viaggio verso la conoscenza che Parmenide si augura ogni uomo voglia intraprendere nella propria interiorità per migliorare se stesso e comprendere meglio le cose del mondo.

Un viaggio analogo troviamo in un altro filosofo, in epoca molto diversa, G. Hegel (1770 – 1831). Egli, in una delle sue opere, La Fenomenologia dello spirito (1807), immaginò un viaggio della coscienza che attraverso gradi diversi di sapere giunge alla comprensione filosofica, per lui il più alto grado di conoscenza.

La Fenomenologia è uno scritto giovanile, anche negli scritti della maturità Hegel mantenne, tra le parti della sua filosofia una sorta di continuità che dà al tutto un senso di un percorso, un percorrere le conoscenze che nel tempo si acquisiscono per formarne una complessiva e generale.

Il viaggio di Parmenide e quello di Hegel sono viaggi nel pensiero, nell’interiorità del filosofo che usa il viaggio come metafora della sua filosofia. I filosofi fanno anche viaggi reali che trasmettono sensazioni che diventano pensieri e riflessioni filosofiche.

E’ il caso di Nietzsche (1844 – 1900), filosofo errabondo che nacque in Germania ma si trasferì in Svizzera, per insegnare a Basilea, dove fece gli incontri più importanti della sua vita, come Wagner e consorte, ma amò molto il paesaggio delle Alpi dove, camminando, gli sembrò di incontrare Zaratustra, protagonista di un’opera del filosofo, mentre ragionava sui problemi del cristianesimo e del superuomo.

Lasciata l’Università di Basilea, si trasferì in Italia, soggiorno che lo vide innamorato dei luoghi, Genova, Rapallo, Sorrento, Venezia, Torino, ma sofferente nel corpo e nello spirito inquieto. Nel suo girovagare, compose le opere più importanti che risentono delle esperienze di vita.

In Italia conobbe Lou von Salomè, affascinante scrittrice russa che forse lo illuse, lui la considerò la sua musa, lei gli preferì il polacco Paul Rèe che più tardi sposò. A Torino, ultimo soggiorno, il filosofo, inseguito dai suoi demoni, diede segni della sua follia; nel 1889 cadde in uno stato di demenza che durò fino al 1900, anno della morte.

Come non ricordare il Grand Tour, viaggio che veniva fatto dai giovani aristocratici europei ed includeva nelle sue tappe lunghi soggiorni in Italia.

Tra i personaggi più conosciuti troviamo Goethe che iniziò il suo viaggio nel 1786 e dell’Italia del tempo apprezzò soprattutto il Sud, Napoli più di ogni altro luogo e la Sicilia che gli sembrò terra fondamentale per la conoscenza di tutta l’Italia.

Goethe scrisse che il viaggio in Italia lo aveva molto trasformato, ma ogni viaggio trasforma, se non è fatto solo per vedere con gli occhi ma anche con l’anima e con il cuore. Dopo il viaggio in Italia, Goethe riprende l’attività letteraria con rinnovato vigore, segno che il viaggio ha avuto per lui un effetto positivo.

Viaggiare con la mente, viaggiare con il corpo, viaggiare seguendo la trama di un libro o leggendo l’Odissea che racconta il viaggio per eccellenza, quello di Ulisse; viaggiare con Dante nella Divina Commedia, ogni viaggio è un’esperienza unica.

L’uomo ha sempre viaggiato, per i più svariati motivi: bisogno, lavoro, piacere, e lo farà sempre. Abbiamo visto anche quest’anno, appena sono state allargate le maglie, tutti in partenza in porti e aeroporti. Posso dire: beati loro! Visto che mi si prospetta un’estate senza viaggi.

Senza polemica, una cosa vorrei chiedere: non sarebbe stato più opportuno fare vacanze in Italia? In ciò vedo due ragioni, la prima legata alla facilità e alla possibilità di contagiarsi viaggiando, come è già avvenuto; la seconda, per favorire l’economia italiana del turismo, e non solo, molto danneggiata dalle lunghe chiusure.

Per esperienza posso dire che al mare e alla montagna italiana non manca nulla di ciò che si possa trovare altrove e le nostre città sono tra le più belle al mondo. I luoghi esotici possono aspettare e così gli altri luoghi che si potranno visitare in altri momenti.

Dunque, fare le valigie e partire. Per chi non lo può fare, un libro che faccia viaggiare con la fantasia, foto che facciano ricordare bei momenti e facciano tornare la voglia di riviverli, la rete che offre un’infinità di viaggi on line e visite nei musei.

Se tutto questo non basta, mare, montagne e città ci vengono incontro senza costringerci ad andare lontano.

Gabriella Colistra

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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