Il “potere degli algoritmi”

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IL POTERE DEGLI ALGORITMI

 IL PASSAGGIO “A MIGLIOR VITA”, MAGARI VIRTUALE, È QUESTIONE DI DATI E STATISTICHE?

A proposito di dati e di statistiche, compaiono, già dagli inizi degli anni 2000, enormi quantità di dati.

All’inizio erano solo SMALL DATA.

Pensiamo anche alle “ormai defunte”, tanto per “rimanere in tema”, e trapassate statistiche riassunte in enormi tomi di report cartacei: chi le utilizza ancora?

Poi sono arrivati i BIG DATA a guidarci nel passaggio da un’era ad un’altra.

Come già la storia, “magistra vitae”, che ci insegna ad affrontare la vita, questa smisurata enormità di dati ci consentirà di catalogare ed elaborare, già nel 2045, tutto lo scibile umano.

La Biblioteca Reale di Alessandria – rammentate?

Fu la più grande e ricca biblioteca del mondo antico e uno dei principali poli culturali ellenistici.

Fu distrutta, probabilmente più volte tra l’anno 48 a.C. e il 642 d.C.; in suo ricordo è stata edificata, ed è in funzione dal 2002, la moderna “Bibliotheca Alexandrina”.

Ne rimane, pertanto, solo un “affascinante ricordo“.

Le tecniche e le nuove tecnologie legate alla intelligenza artificiale – come tutte le trasformazioni – portano e ancor più porteranno mutamenti marcati nel sociale e nel nostro modo di affrontare la vita e persino la morte…magari saremo tutti resuscitati ed eternamente “avatar“, popolo della infosfera.

Una nuova resurrezione quindi legata ad un algoritmo, a una sequela infinita di blocchi di dati e di informazioni, tutti profili ancora vivi in rete o in box 3D a dialogare tramite chat gpt coi nostri cari accanto al camino.

Questa vastità di dati elaborati e rielaborati, collegati tra loro a formare catene, rendono sempre più potente e veloce le elaborazioni della intelligenza artificiale, arrivano a noi e la loro ripetitività non fa altro che moltiplicarli all’infinito.

Solo dati da analizzare ed estrapolare? Una vita da “infosfera”? E la vita reale?

Chi dedurrà nuovi dati da questa vastità di dati?

Altre macchine? Altri uomini? Malintenzionati? Un dittatore del Mondo?

Computer piccolissimi ma velocissimi, come microchip per animali, con enormi capacità di elaborazione e memoria?

NUOVO UMANESIMO

Tutte queste “dotte e moderne definizioni in lingua inglese” – e se volete aggiungo anche il GPT (General Purpose Tecnology) logiche informatiche che tradotte in tecnologia spiccia sono capaci di far cessare oppure indirizzare ed accelerare il progresso – come avvenne nel passato con l’arrivo del vapore, dell’elettricità e della digitalizzazione – portano, da più parti, a invocare una sorta di “nuovo umanesimo non virtuale” fondato su valori e virtù al contrario di elementi e simboli virtuali.

Non per scongiura una inevitabile quinta rivoluzione postmoderna ma per andare a braccetto con essa.

Ammesso che esista ancora un umano tra qualche anno…

Anche perché Murray nel 1965 coniò la legge che porta il suo nome, secondo cui la potenza di calcolo dei computer raddoppia in media ogni 18-24 mesi…e non solo quella!

Rielaborare l’intera Umanità è quindi il sogno dell’uomo?

Si spera che sapere e tecnologie possano andare di pari passo e che con l’avvento della “Intelligenza Artificiale” potremo diventare uomini migliori e non sudditi perfetti.

Siamo già inseriti appieno ed inevitabilmente nella “nuova era“.

TERMINI E DEFINIZIONI

BOT (abbreviazione di robot) in terminologia informatica in generale definisce un programma che accede alla rete attraverso lo stesso tipo di canali utilizzati dagli utenti umani (per esempio che accede alle pagine web, invia messaggi in una chat, si muove nei videogiochi, e così via…).

Programmi di questo tipo sono diffusi in diversi servizi in rete, con scopi vari, ma in genere legati all’automazione di compiti che sarebbero troppo gravosi o complessi per gli utenti umani … 

Ma il lavoro ripetitivo, la routine di tutti i giorni, in questa transizione scompare?

Il nostro “dolce passare in questo mare” è una citazione tecnica o uno scenario terribile?

Dove andremo insieme al nostro algoritmo o col nostro avatar?

Non c’è più l’Alberto Sordi di “Io e Caterina” (datato 1980), dove una cameriera robot – oggi diremmo BOT – prima serviva la colazione e poi si dedicava alle incombenze domestiche, ma poi si ribellava all’egemonia del padrone perchè capace di decidere meglio di lui? 

Una cara amica, circa un anno fa, ha subito un delicato intervento al cuore, in un prestigioso ospedale.

Ebbene i dottori, mentre maneggiavano il bisturi, si sono dovuti fermare perché non funzionavano i computer.

C’è voluto un tecnico, una mano umana che riparasse il guasto.

Quante volte, poi, vi siete recati in un ufficio pubblico e vi siete sentiti dire:

<<Pazientate ancora un po’ perché le macchine oggi ancora non si sono messe in moto>>…

L’operazione a cui alludevo prima è durata troppo a lungo; l’amico è ancora viva e vegeta ma poteva andare diversamente

A volte la transazione verso nuovi universi è dolorosa; è un passaggio che comporta perdite: di posti di lavoro, di agglomerati sociali, di aggregazioni antiche e, talvolta, anche di vite umane…e forse di libertà!!!

Moriremo tutti con un BOT per amico, parafrasando una nota canzone di Lucio Battisti?

Saremo forse sereni e liberi nel constatare che le macchine non sanno, per ora, ancora tradurre dialetti e lingue neutre – per non parlare poi degli innumerevoli idiomi regionali presenti e non mi riferisco solo al nostro paese …

Le “macchine infernali” arrivano, tra poco, a privarci della nostra identità personale?

E allora non solo “Dio è morto” ma PRESTO – FORSE – anche “l’uomo sarà morto”… privato della sua “umana intelligenza”!

 

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