Leggendo la storia dell’elefantessa morta per aver mangiato un’ananas pieno di petardi, ho pensato che il mondo fosse troppo crudele per gli animali, non solo per lei, ma anche per i cani.
Per strada ne vedo molti abbandonati, spaesati e impauriti che, se non muoiono perchè investiti, andranno ad aumentare il numero degli animali custoditi nei rifugi col rischio di essere soppressi se nessuno li adotta.
Queste sono cose molto tristi che non dovrebbero mai accadere.
Ma, fortunatamente, non esistono solo persone malvagie ma anche chi dedica la vita a loro, soprattutto a quelli più bisognosi.
Oltre alle molte storie delle mie amiche che frequentano rifugi per cani, ne ho letto due che sono molto belle.
Ho pensato di condividerle con voi, per ricordare a tutti che non esistono solo persone malvagie, ma anche uomini e donne che amano gli animali e dedicano la loro vita per accudirli.
La prima è la storia di Mantas e la moglie Rosa.
Quando sono partiti dalla Lituania per un viaggio in Thailandia, non avevano idea che la loro vita sarebbe cambiata per sempre.
All’inizio del loro viaggio da turisti, i due hanno dovuto dire addio telefonicamente al loro amato boxer.
«Si è ammalato gravemente ed è stato impossibile salvarlo. E’ stato un momento molto difficile per noi, soprattutto perché non eravamo lì con lui e non gli siamo stati vicino».
Queste sono state le parole che hanno detto a chi gli ha chiesto il motivo della scelta che cambiato la loro vita.
Dopo aver perso il loro amico a quattro zampe in modo così doloroso, hanno capito di non avere più niente per cui valeva la pena tornare a casa, e deciso di affrontare la perdita aiutando i tanti cani in difficoltà che si trovano sull’isola, autofinanziandosi, onorando il ricordo del loro amato Aibo.
Per aiutare sempre più cani, la coppia ha aperto la pagina social Sabai Dog Koh Kood, dove raccontano la loro attività e raccolgono fondi per finanziare l’acquisto di cibo e medicine.
Non essendo veterinari, la coppia è affiancata da molti veterinari lituani.
L’altra storia è quella di Edmondo Perros che gira il Messico con il suo carretto salvando centinaia di cani abbandonati; negli ultimi sei anni ha percorso 14 mila chilometri, salvando quasi 500 randagi.
La storia è raccontata dal fotografo Stuart Williams che qualche mese fa, stava guidando fuori dalla cittadina messicana di Mazunte, Oaxaca, quando ha visto uno spettacolo particolare sul lato della strada.
Nello spiegare l’accaduto, le sue parole sono molto toccanti.
“Un uomo stava spingendo un carrello lungo la strada circondato dai cani. I cani erano dietro di lui, davanti a lui e al suo fianco. Erano anche in cima al suo carrello: le code si agitavano furiosamente, le cortecce risuonavano e lui continuava a spingere il carrello nonostante il caldo”.
Edmondo spiega che quando trova un cane troppo ferito per essere salvato, si sdraia sulla strada accanto a lui o rimane lì tutto il tempo necessario per non farlo morire da solo.
Per lui nessuno aiuta i cani randagi e, girando col suo carretto sulle strade, ha visto il loro dolore.
Ciò che gli fa più male, non sono i cani maltrattati, feriti o abbandonati, ma le persone che li hanno condannati a questa vita.
Per Edgardo “chiunque che si trova in una brutta situazione deve essere aiutato con un po’d’amore, non importa che sia una persona o un animale”.
In viaggio con lui da sempre ci sono Patuleco, nato senza ginocchia, Sin Pata e China Pong.
Poi ci sono Kiwi, guarito dalla rogna, Little Enzo, ricoverato in una clinica a causa di un’infezione alla zampa dolo l’amputazione, e tanti altri.
Ma l’amore non paga il cibo e le cure di cui questi animali spesso hanno bisogno, e anche per aiutare Ed e i suoi cani è partita una raccolta fondi.