Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (parte quinta)

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Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (parte quarta)

MICHELANGELO MERISI detto il CARAVAGGIO (parte quinta)
“Ritratto di cortigiana”
olio su tela, cm 66×53)
Realizzato nel 1597
Kaiser Friedrich Museum, Berlino

È forse l’unico ritratto femminile dipinto da Caravaggio.

La donna immortalata a mezzo busto è la cortigiana Fillide Melandroni.

Ma chi era Fillide Melandroni?

Nata nel 1581 a Siena da Cinzia e Enea Melandroni, genitori benestanti, si racconta che arrivò a Roma, giovanissima, insieme all’amica Anna Bianchini e alle loro famiglie.

In breve tempo le due ragazze furono avviate alla prostituzione che in passato era anche una tradizione di famiglia.

Fillide, bellissima e corteggiatissima, iniziò ben presto a frequentare personaggi importanti come Cardinali e il banchiere Vincenzo Giustiniani, uno dei committenti più importanti di Caravaggio.

Fu anche modella di Caravaggio e anche sua compagna durante il periodo romano dell’artista.

Caravaggio la conobbe per strada a Roma, intenta ad adescare clienti, rimanendone fortemente attratto.

Iniziò a frequentarla assiduamente e durante un incontro intimo le propose di posare per lui.

Follemente innamorato, nonostante la giovanissima età della Fillide (aveva solo 17 anni), con il passare del tempo ne fece la sua “musa” ispiratrice.

Probabilmente fu lei la causa della lite per gelosia che nel 1606 idusse Caravaggio a uccidere Ranuccio Tomassoni, diventato nel frattempo amante della Fillide.

Un omicidio, come ricordavo nella prima parte, che costrinse Caravaggio alla fuga da Roma.

Anche se col tempo diventò una cortigiana d’alto borgo, ricchissima e richiesta, la donna ebbe una vita assai complessa e conobbe più volte il carcere per alterchi, ma anche per aver ferito gravemente una sua compagna di strada innamoratasi perdutamente di Tomassoni.

Uscita dal carcere, dopo la condanna fu protetta dal Cardinale Alessandro Damasceni Peretti Montalto che la aiutò in un percorso di riavvicinamento alla fede.

Ma la vita della Fillide, come quella di Caravaggio, ebbe risvolti diversi che li condannò alla fama, ma non alla serenità.

La tormentata esistenza di lei si concluse nel 1618, a soli trentasette anni quando si tolse la vita.

Secondo le sue ultime volontà, fu seppellita nella chiesa di San Lorenzo a Roma.

“RITRATTO DI CORTIGIANA”

Il volto della ragazza compare in molti altri dipinti del Caravaggio.

Ne ricordo qualcuno:

“Marta e Maria Maddalena”, 1598,
“Santa Caterina d’Alessandria”, 1598,
“Giuditta e Oloferne”, 1599,
“Natività con i santi Lorenzo e Francesco”, 1600.

In questo “Ritratto di cortigiana” non c’e traccia della vita condotta dalla Fillide.

Caravaggio la ritrae sensuale, con un ramoscello fiorito tra le mani, i lineamenti marcati e la bellezza sfrontata, un po’ misteriosa.

Molto curata nell’aspetto, acconciata con capelli bruni avvolti in una montagna di riccioli.

Lo sguardo è astuto e penetrante.

Discretamente ornata di gioielli, un bracciale e orecchini di perle a grappoli.

Stretta nel suo bel corpetto ricamato, con fiori di bergamotto sul seno decorativi, come si conviene al suo stato.

Nel fondo scuro per risaltarne il volto, Fillide, assorta nei suoi pensieri, sembra estraniarsi da ciò che la circonda.

Distoglie lo sguardo dal pittore che la immortala per sempre per donarlo a noi.

Come a voler offrire la sua anima a chi incrocia il suo sguardo.

CONCLUDENDO:

Il dipinto “Ritratto di cortigiana” commissionato dal Marchese Vincenzo Giustiniani, banchiere e collezionista d’arte (uno dei tanti amanti della bella cortigiana) rimase nella sua collezione privata per diverso tempo.

Successivamente, agli inizi del Novecento, il dipinto venne esposto nel museo Flakturm Friedrichshain di Berlino, ma fu distrutto verso la fine della seconda guerra mondiale in un incendio, unitamente ad altre opere prestigiose di Caravaggio tra cui la prima versione del capolavoro “San Matteo e l’Angelo”.

Bruno Vergani

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