Ma quanto è attuale il Don Chisciotte…

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Il Don Chisciotte di Miguel de Cervantes è quanto di più moderno e attualizzante si possa leggere ai nostri giorni.
Se si pensa che il romanzo è stato scritto nei primi anni del ‘600, possiamo cogliere pienamente la genialità dello scrittore nell’aver saputo costruire un progetto letterario dalle caratteristiche universali.
Il Don Chisciotte interpreta la crisi dell’uomo nel corso della Storia e il suo adattamento culturale attraverso la parodia e l’ironia, riuscendo ad analizzare in modo profondo la tragedia esistenziale dell’Umanità: la crisi del passaggio tra Rinascimento e Barocco, il tramonto della società cavalleresca, l’esasperazione deformante dei comportamenti del cavaliere/eroe, il quale, con il topoi del ridicolo, nega se stesso in modo ineluttabile.
È una strada definitiva e senza ritorno, un naufragio in pieno oceano, narrati con lo stupefacente spirito critico del de Cervantes, in cui coraggio e senso del definitivo gli consentono di chiudere un’epoca storica e letteraria.
Proprio per questo l’opera in questione è senza dubbio il primo romanzo moderno.
Rileggere il Don Chisciotte ti pone di fronte alle contraddizioni della nostra società ma soprattutto alla tragica consapevolezza di non essere capaci di leggere i cambiamenti e le trasformazioni per cui gli essere umani, oggi, rischiano di essere spettatori distratti e passivi di un periodo di crisi e di conseguenza di cambiamento.
Il Cavaliere inesistente di Calvino, nel secolo scorso, già ci mette in guardia su tutto questo, nel contrasto tra la pesante armatura esteriore e il vuoto assoluto all’interno.
Don Chisciotte ha in sé sia la crisi di un mondo in disfacimento sia la crisi culturale dove l’arte che non cerca rinnovamento non può che essere una vuota parodia di se stessa, specialmente se il rinnovamento stesso risulta inavvertito.
Oggi rischiamo di prenderci tragicamente sul serio nella lotta contro i mulini a vento, e che la spada rimbombi sulla vuota armatura di un cavaliere inesistente, senza neanche un Sancho Panza a far da coscienza.

Tommaso Cozzitorto

“Un’eroina icona di libertà” di Tommaso Cozzitorto

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Tommaso Cozzitorto
Sono nato a Salerno, ho trascorso la mia infanzia a Sapri e vivo a Lamezia Terme dall'età di dieci anni. Laureato in Lettere moderne ad indirizzo filologico-letterario presso l'Università di Salerno con una tesi dal titolo "Cesare Beccaria e il dibattito sulla pena di morte" discussa con il prof. Valentino Gerratana. Abilitato all'insegnamento in materie letterarie, filosofia e storia, storia dell'arte, insegno Italiano, Storia e Geografia nella scuola secondaria di primo grado. Mi occupo anche di critica letteraria e di arte attraverso conferenze e presentazioni di libri. Ho scritto prefazioni a romanzi e saggi, collaboro al mensile "Lamezia e non solo" da diversi anni. Sono stato protagonista nella trasmissione televisiva Confidenze Culturali ed ho presentato la rubrica "Imagine" su Ermes TV. Per dieci anni ho curato la rassegna "DiMartedìCulturando" in un noto locale di Lamezia Terme. Ho fatto parte della Commissione Calabria "Premio la Giara" indetto dalla RAI. Ho pubblicato due libri: Palcoscenico e Along the way. Nel 2011 ho ricevuto il "Premio Anthurium" città di Lamezia Terme e successivamente il "Norman Academy" a Roma, entrambi per meriti culturali. Ho ricevuto nel dicembre scorso un riconoscimento dal Liceo Scientifico Galilei di Lamezia Terme nell'ambito del Festival della Scienza. In ambito prettamente scolastico sono stato Valutatore ed esperto in PON e POR.

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