L’Infinito di Leopardi è anche una Sfinge, eh sì!
Dal geroglifico all’emoticon: sarà un suo ritorno, una rivincita, cioè?
Se questi sono i presupposti si sta assistendo a un ritorno al passato con gli emoticon o emoji: del resto, la possibilità di comunicare con nuovi ideogrammi sta cambiando il nostro modo di comunicare e giornalmente lo tastiamo a mezzo WhatsApp, Facebook, Telegram, Messenger et alia.
Insomma, a dirla con Arcangeli, «stiamo tornando ad una realtà più visiva, passando da alfabeti con poco più di venti caratteri alla possibilità di disporre di una marea di simboli e di immagini ideografiche».
Alla faccia, mi va di aggiungere!
Se poi, a tutto questo, aggiungo la traduzione postmoderna dell’Infinito recanatese, che non poche testate giornalistiche nazionali hanno presentato come opera à la page, per non dire anche trendy, pur di svenderla ai giovanissimi, mi verrebbe da strapparmi, biblicamente, le vesti.
A questo punto, a titolo di provocazione, scelgo il mio libero adattamento, utilizzando i segni uni-litteri dell’Antico Egitto, per riscrivere il piccolo idillio di messere Giacomo:
Naufragar m’è dolce in questo mare per tutti questi endecasillabi che ho di-sciolti nella versione di Cleopatra.
Perlomeno, nel codice di Ammurabi dell’abuso, tocco le radici della storia: per converso, tutte le icone multimediali che utilizziamo, di cosa vivono se non della memoria ram di un freddo pc!?
Roba da materiale grigio ben lontana dalla materia grigia: c’è poco da discutere, al riguardo, almeno credo, dicendo “rinuncio”, nel battesimo consapevole di una mia scelta, peraltro discuti-bile.
Che dire!? La mia bile ippocratica sceglie altro: perdon pietà!
Francesco Polopoli
Per leggere il mio articolo precedente clicca sul link qui di seguito:
Davvero esilarante ciò che si inventano le testate giornalistiche per far appassionare i ragazzi ad una poesia come l’Infinito, che non avrebbe neanche bisogno di spiegazioni ulteriori oltre a quello che le parole comunicano.