La porta del cuore

215345
Quale immagine evoca nella nostra mente la parola chiusura?
La prima cosa che mi viene incontro tra i pensieri è un luogo stretto, angusto, dove l’aria è irrespirabile.
Un luogo dove non ci sono aperture, appunto chiuso, non ci sono vie di fuga.
Un luogo senza neppure uno spiraglio di luce che filtra. Un muro invalicabile.
Sarà capitato a tutti un momento nel corso del cammino della nostra vita in cui ci siamo fermati perché avevamo capito che bisognava non tergiversare più.
L’eventualità di chiudere iniziava ad essere una certezza e una necessità.
Tante volte ci avevamo provato, ma senza buoni risultati perché dubbiosi e tormentati, ci sentivamo con la mente da una parte e il cuore dall’altra.
Ci sarebbe stato tempo per analizzare incongruenze, contraddizioni, perplessità, affondando il dito nella piaga, ma era come se un lampo avesse di colpo illuminato il nostro cielo interiore, come se da lì a poco, un violento temporale si sarebbe abbattuto sulla nostra esistenza.
Le speranze che vacillavano e la chiara consapevolezza che da quel momento in poi tutto avrebbe potuto essere messo in discussione, non era una condizione accolta con indifferenza.
Ma è sempre il cuore a gestire le situazioni complicate.
Sa bene quando deve prendere tempo, quando deve concedere una tregua alla ragione, tenendola a bada.
Quando si chiude, ci sono cose che rimangono dietro quella porta.
E mai nulla sarà più come prima.
Si riparte da soli, con un bagaglio di ferite e delusioni.
È vero, altresì, che le chiusure non sono tutte uguali.
Quelle porte sbattute in faccia, fortemente serrate, a volte, lasciano la tentazione di voltarsi e sbirciare, se esiste una possibilità anche remota di mantenere la porta socchiusa.
Ma tutto dipende sempre dal cuore.

Piera Messinese

Sì ringrazia Giuseppe Torcasio per il materiale fotografico.

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

Previous articleAlla scoperta delle profondità più nascoste (Parte 38a)
Next articleQuella disperata paura di invecchiare…
Piera Messinese
Sono nata il 13 Novembre del 1966 a Lamezia Terme, in Calabria, ove risiedo. Sono sposata ed ho una figlia. Se dovessi scegliere un attributo che possa caratterizzarmi, questo sarebbe “eclettica”. Sono “governata da uno spirito fortemente versatile” che mi dà energia, per cui mi sento letteralmente assetata di nuovi stimoli. Sono innamorata della scrittura da sempre e la mia formazione classica ha contribuito a mantenere vivo in me tale sentimento. Grazie alla passione per i classici latini e greci in primis ed in seguito agli studi universitari in Medicina e Chirurgia, ho potuto rendere creativa la mia elasticità mentale. Ma “illo tempore fu il Sommo” a rubarmi il cuore e così “Galeotta fu la Divina". Amo, quindi, leggere e scrivere e ritengo che ciò sia fondamentale per la crescita di ogni individuo. Flaubert diceva: _”Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi o, come fanno gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.”… Sono Socia Fondatrice di “Accademia Edizioni ed Eventi”, Associazione culturale con sede a Roma che si occupa di cultura e di promuovere il talento. Scrivo su SCREPmagazine, rivista dell'Associazione, su cui curo varie rubriche.

1 COMMENT

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here