Nel 1978 avevo quindici anni e tutta la vita davanti.
Frequentavo le scuole superiori, e stavo formando una coscienza civile anche per ciò che succedeva intorno a me.
Perché il 1978 è stato caratterizzato da eventi drammatici e indelebili. Il 16 marzo, le BR sequestrano Aldo Moro e uccidono cinque uomini della sua scorta. Il 9 maggio, Moro viene ritrovato nel bagagliaio di una Renault 4 parcheggiata in via Caetani vicino la sede del PC.
Il 15 giugno il Presidente della Repubblica Leone, viene accusato di essere coinvolto in una serie di scandali, ed è costretto alle dimissioni.
La sua accusatrice è Camilla Cederna.
L’8 luglio viene eletto Presidente Sandro Pertini. Il Governo vara quest’anno due leggi importanti, a giugno la legge Basaglia fa chiudere i manicomi, a maggio il 18, si arriva all’approvazione della legge sull’aborto.
Si tratta della famosa 194. Ma quell’anno, passa alla storia per essere stato anche l’anno dei tre Papi. Il 6 agosto muore Paolo VI. Il 26 agosto viene eletto Papa Luciani che, il 28 settembre, muore dopo soli 33 giorni di pontificato. Il 16 ottobre viene eletto Giovanni Paolo II, il polacco Karol Wojtyla, primo Papa straniero dopo secoli.
In tv arrivano dall’America i telefilm della serie “Happy days” e i nomi di Fonzie, Richie, Ralph e Potsie diventano presto familiari per i più giovani.
Il 1978 è caratterizzato da un curioso fenomeno: l’avvistamento degli UFO. Li vedono proprio tutti, persino il presidente americano Carter. In Italia compaiono un po’ dappertutto, sono più di cento gli avvistamenti segnalati.
Al cinema si cercava un pò di leggerezza ed ecco spiegato il grossissimo successo del film La febbre del sabato sera con la sua straordinaria colonna musicale dei Bee Gees.
La canzone “Staying alive” diventa un inno per superare quel drammatico momento.
Nel campo musicale nell’estate del 1978 spopolavano Gli alunni del sole con la canzone Liù. C’era voglia di normalità, di musica e di un falò in riva al mare. Il famoso Carpe diem è il motto di quell’estate.
Non c’è stato ragazzo che sul finire degli anni Settanta sia rimasto indifferente a questi versi.
Iniziava così “Liù”
Liù si stendeva su di noi
E ci dava un po’ di sé
Senza chiederci perché
Senza chiederci perché
Liù già sapeva tutto di sé
Ma con gli occhi guardava te
E con la mano cercava me
Con la mano cercava me
E io sì l’avrei trovata per far l’amore
Liù sul letto caldo o su un divano
Ingigantita sul falso piano
Io mi ricorderò di te
Io mi ricorderò di te
E io sì, t’avrei trovata per far l’amore
E io sì, t’avrei trovata per far l’amore
T’avrei trovata per far l’amore
T’avrei trovata per dirti
Liù credendo che il tempo ci dia ragione
Dipingimi tutto con il carbone
E poi non dirmi che è un’illusione
E poi non dirmi che è un’illusione
E io sì t’avrei trovata per far l’amore
Liù è un’ora del giorno che penso a te
Lascia il tuo viso scivolare piano…
Canzone dedicata ad una ragazza e ad una notte di passione vissuta senza chiedersi che cosa sarà domani.
Hic et nunc.
La canzone mi fa ricordare la poesia di Gozzano Il buon compagno.
Non fu l’amore, no. Furono i sensi curiosi di noi, nati pel culto del sogno.
E l’atto rapido, inconsueto ci parve fonte di misteri immensi.
Ma poi che nel tuo bacio ultimo spensi
l’ultimo bacio e l’ultimo sussulto,
non udii che quell’arido singulto
di te, perduta nei capelli densi.
E fu vano accostare i nostri cuori
già riarsi dal sogno e dal pensiero;
amor non lega troppo eguali tempre.
Scenda l’oblio immuni da languori,
si prosegua più forti pel sentiero,
buoni compagni ed alleati: sempre.
La poesia fu dedicata ad Amalia Guglielminetti, definita da Gozzano “il buon compagno”, donna che frequentava.
Non esiste nulla di più spiacevole, per una donna innamorata, che essere considerata una compagna di un momento.
Testo molto crudo nella sua sincerità perché incurante della sensibilità femminile, in questo caso di Amalia non fece che aumentare notevolmente l’amarezza, la delusione della donna, che avrebbe voluto costruire un rapporto solido e definitivo di amore.
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