Hegel: la strana filosofia delle sue abitudini

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La strana filosofia delle abitudini di Hegel

IN COPERTINA

Hegel raffigurato in un ritratto del 1831 di Jakob Schlesinger

(fonte Wikipedia)

Per me è l’anima razionale del Romanticismo tedesco, mentre per tutti l’ipostasi vivente di una delle citazioni più usate dell’Idealismo, senza aver bisogno di altre presentazioni:

«Was vernünftig ist, das ist wirklich;

und was wirklich ist, das ist vernünftig».

«Ciò che è razionale è reale;

e ciò che è reale è razionale».

 Un uomo molto vivace intellettualmente e dai ritmi orari straordinari: oggi, un po’ metaforicamente, avremmo detto di lui che era allodola di giorno e civetta di notte.

Lui questa figura traslata l’avrebbe rovesciata con un’immagine ancor più rappresentativa, rinvenibile, tra le altre cose, nel suo pensiero: la nottola di Minerva, l’uccello sacro alla dea della sapienza, visibile ai curiosi, quando la giornata è ormai conclusa. La nottola di Minerva inizia il suo volo sul far del crepuscolo («die Eule der Minerva beginnt erst mit der einbrechenden  Dämmerung ihren Flug», vergato nel suo tedesco, tutto d’un pezzo).

Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831), al di là della sua filosofia, possedeva atteggiamenti ed abitudini che meriterebbero una trattazione a parte per ricostruirne un’umanità, che spesso sfugge a chi si occupa solo ed esclusivamente dell’aspetto speculativo (come se la persona dovesse rappresentare l’assoluta scissione per doverla astrarre, mi permetto d’aggiungere!). Eppure, nel concreto, è stato un uomo in carne ed ossa come noi: certo il suo cervello ha prodotto qualcosa di impensabile, c’è tutta una posterità agganciata alla sua eredità, che troverebbe la soddisfazione di tante altre penne, non solo “il mio stilo”, anche perchè sono virgiliano, satis est!

Una sua coazione a ripetere? Bè, la tendenza ad indossare in ogni momento della giornata una camicia da notte ed un particolare un cappello nero, persino di giorno! Una palandrana, praticamente!

Non solo: era sua consuetudine stappare una buona bottiglia di vino bianco ogni 14 luglio, l’anniversario della presa della Bastiglia per festeggiare.  Un Dom Pérignon? Non lo sapremmo mai…

L’ultimo strano aspetto del suo carattere in ambito domestico era di sicuro la sua distrazione; un giorno, infatti, la sua casa prese fuoco, un maggiordomo si precipitò ad avvertirlo dell’imminente pericolo, ciò che si sentì rispondere ha dell’incredibile: “Informi mia moglie. Non sa che è lei che si occupa delle faccende di casa?”.

Vi dirò: ogni qualvolta mi interfaccio con una parte casalinga di un pensatore, me lo immagino molto più aderente alla nostra pelle e ci sorrido col gusto ironico di dare un titolo aggiunto ad un uomo dalla straordinaria capacità di pensiero.

Che dire!? Le abitudini hanno una loro ratio…anche queste sono reali e razionali, avrebbe risposto il nostro Filosofo, perché no!?

Francesco Polopoli

Comparaggio e commaratico

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Francesco Polopoli
Sono laureato in Lettere classiche, docente di lingua e letteratura latina e greca presso il Liceo Classico di Lamezia Terme (CZ), membro del Centro Internazionale di Studi Gioachimiti. Divulgo saggi a tema come, a solo titolo di esempio, Echi lucreziani e gioachimiti nella Primavera di Botticelli, SGF 2017, ... Ho partecipato a convegni di italianistica, in qualità di relatore, sia in Europa (es. Budapest) che in Italia (es. Cattolica di Milano). Attualmente risiedo a Lamezia Terme e da saggista amo prendermi cura dell’antico come futuro sempre possibile di buona memoria. Il mio parere sul blog? Un vascello post-catulliano ove ritrovarsi da curiosi internauti: al timone del vascello ci stanno gli autori, passeggeri sono i tanti lettori a prova di click…

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