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FÈLIX VALLOTTON (seconda e ultima parte)
“Fiori e fragole”
Olio su tela 61 × 73 cm
Collezione privata
Con il ritorno al “Realismo” Vallotton si dedica di preferenza agli interni, ai ritratti e ai nudi, dove i colori puri e squillanti sembrano anticipare il “Surrealismo”.
Nelle opere di questo periodo lo spazio del dipinto è quasi completamente privo di profondità ed è dominato dall’armonia di colori vivi e intensi.
Queste composizioni sono vicine allo stile di Paul Gauguin e trae inoltre anche ispirazione dalle nature morte di Paul Cézanne, soprattutto nella geometria.
“FIORI E FRAGOLE”
Negli ultimi anni Vallotton , dipingendo nel suo studio a Honfleur , si è concentrato sulle nature morte, in particolare fiori, frutta e verdura, disposte con molta cura e dipinte con estrema precisione.
Questa scena sembra rivolta verso l’indagine dell’ambiente, la ricerca di atmosfera, il gusto del particolare angolo visivo.
Infatti in “Fiori e fragole,” gli oggetti della natura morta hanno contorni ben definiti.
Lo spazio del dipinto è quasi completamente privo di profondità ma è dominato dell’armonia interiore dei colori vivi e intensi, accostati in maniera innovativa.
I colori puri si accostano con forti sbalzi cromatici in una tavolozza di straordinaria ricchezza nella quale non cè posto per il chiaroscuro, i mezzi toni, le tinte soffuse, le sfumature.
Predominano i rossi in un felice amalgama ardito ma che riesce a superare i contrasti cromatici anche se netti e decisi.
Vallotton ha usato colori molto vividi ed è stato particolarmente meticoloso nel dipingere i riflessi smaglianti su frutta, verdura e bicchiere.
Questa composizione, come dicevo prima, è la più vicina alla sensibilità e alla poetica lezione di Gauguin e di Cèzanne, sopratutto nel gioco di luce e ombra del panneggi che fanno da sfondo ai fiori e alla frutta.
In futuro questa tela avrà anche una grande influenza sulle composizioni di Matisse.
PER FINIRE:
Vallotton tende a trascrivere nel quadro una sensazione registrata nel tempo, fermata nella memoria.
L’artista scrisse:
“Più avanzo e più mi sento attirato dall’ordine e dall’equilibrio. Vorrei soltanto esprimere visioni chiare, con delle risorse limitate all’ombra e alla luce, secondo la scelta”.
Lo confidò nel suo diario, pochi anni prima di morire.
Bruno Vergani