Fausto Gresini: “Siamo qui per vincere, non per partecipare”

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A poche settimane dal via del Motomondiale, si susseguono le presentazioni delle varie squadre.
Nella suggestiva cornice dell’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” di Imola sono stati tolti i veli al Team Gresini, che anche nel 2020 sarà impegnato in tutte le categorie: Moto E, Moto3, Moto2 e MotoGp.

Forte di quattro titoli mondiali conquistati in 23 anni di attività, il team Gresini è tra i più autorevoli, longevi e vincenti del paddock.
La lunga militanza nel Mondiale ha fruttato tantissimi successi, gli ultimi nel campionato riservato alle moto elettriche di cui è campione uscente. Gresini in oltre due decenni ha lanciato moltissimi giovani e fatto correre fior di campioni, ma la sua carriera da team manager è stata costellata anche da due grandi tragedie.
Nel 2003 perse la vita il giapponese Daijiro Kato, nel 2011 il romagnolo Marco Simoncelli: entrambi correvano per Gresini in MotoGP.
Tornando alla stagione 2020, saranno otto i piloti impegnati nelle quattro categorie iridate: in Moto3 c’è stata la conferma dell’argentino Gabriel Rodrigo, che da quest’anno sarà affiancato dallo spagnolo Jeremy Alcoba.
In Moto2 spazio allo spagnolo figlio d’arte Edgar Pons e a Nicolò Bulega, proveniente dall’Academy di Valentino Rossi. Conferme sull’Aprilia MotoGP per Aleix Espargarò e Andrea Iannone, sempre che quest’ultimo non venga fermato per la nota vicenda del doping.

In MotoE, infine, conferma per il campione in carica Matteo Ferrari, che avrà come compagno il connazionale Cristian Zaccone.

Spazio ora alle parole dei protagonisti che si sono alternati sul palco della sala conferenze dell’autodromo di Imola.
Fausto Gresini: «Anche quest’anno siamo presenti in MotoGp, in Moto2, in Moto3 e in MotoE, ma naturalmente a noi non basta partecipare, vogliamo lottare per vincere! Noi ci mettiamo il massimo impegno, come sempre. L’anno scorso non è stata una stagione fastastica, sia in Moto3 che in Moto2, ma ci rifaremo. Il nostro impegno in Moto2 per il 2020 è raddoppiato, quindi tanto lavoro e tanta fatica in più. Mi sembrava che mancasse qualcosa e oggi finalmente posso dire che anche in Moto2 avremo due piloti. Questo per me è il completamento di un progetto. Un team con una sola moto era un team senza una parte di squadra. Ho lavorato per avere un secondo posto in Moto2 e ce l’ho fatta. È un piacere ma anche un impegno. Allestire una squadra per un altro pilota non è stato semplice. Abbiamo lavorato molto e sono orgoglioso e felice di esserci riuscito. Abbiamo due piloti per ogni categoria: insomma, non mi sono fatto mancare niente.

La MotoGp è completamente nuova e verrà presentata in questi giorni in Qatar. L’abbiamo vista in Malesia l’altra settimana e ci ha sorpreso. È una moto che non aveva mai girato, ma ha dato da subito ottimi segnali. Tutti gli uomini Aprilia hanno fatto un grande lavoro. La moto è composta da oltre 2.300 pezzi, e questa è completamente nuova: dal motore, al telaio, al forcellone. Ci sono tanta tecnologia e tanto lavoro dietro. E una moto nuova e di conseguenza ci sono tanti piccoli problemi di gioventù. Il programma è nato un po’ tardi ma stiamo lavorando tanto per essere pronti per la prima gara. Si preannuncia una buona stagione in tutte le categorie. Voglio infine ringraziare tutti i partner: se tutto questo è possibile, è grazie a loro».
Manuel Poggiali, ex iridato, oggi coach: «Siamo un team incredibile, impegnato su tanti fronti. Oltre a quelli che presentiamo qui, abbiamo uno junior team che completa il panorama Gresini. L’impegno sarà importante. I primi test sono andati molto bene e se il buongiorno si vede dal mattino… Comunque si tratta solo di test, la stagione è ancora molto lunga. Bisogna mantenere la motivazione e l’impegno molto alti. Il giusto approccio con i giovani è fare le cose corrette. I ragazzi che arrivano a questo livello sono già pronti o quasi. Bisogna solo affinare le varie cose, mettere i puntini sulle “i” insieme con le squadre e il capotecnico. Noi dobbiamo solo metterli nelle condizioni migliori».
Cristian Zaccone: «Sono ambizioso. Ho voglia di fare e di crescere. Grazie a Fausto per questa opportunità. Cercherò di lavorare al meglio per fare una bellissima stagione e imparare il più possibile. Il numero 61? Volevo il 16, ma quando ho iniziato a correre ce l’aveva il mio compaesano Andrea Migno, così ho preso il 61 e poi l’ho tenuto. Con Matteo Ferrari, mio compagno di squadra in MotoE, c’è un bel rapporto».
Matteo Ferrari: «Il 2019 è stato un anno fantastico e sono contento di essere qua di nuovo. È una bellissima squadra, con cui ho l’opportunità di crescere e di mettermi in mostra nel Mondiale. Non potrei essere più felice in questo momento. Nel 2019 sono stato veloce, costante ma non sempre da podio in tutti i circuiti. Il mio obiettivo è andare a podio sempre. Migliorando la statistica dei podi arriverò alla fine a lottare per il titolo. Come è cambiata la mia vita da campione del mondo? Sinceramente sto ancora realizzando. È stata una bellissima emozione, ti passano in mente tanti bei ricordi. Sì, la mia vita è cambiata, ma vorrei vincerne un altro per capire cosa sia cambiato davvero».
Jeremy Alcoba: «Grazie a Gresini. Quella passata è stata una bella stagione, molto buona, ma avevo una Ktm e ora ho una Honda. Piano piano sto imparando e faremo un buon lavoro».

Gabriel Rodrigo: «L’anno scorso ho fatto il primo anno con Gresini e mi sono sentito subito bene. Peccato perché siamo stati un po’ sfortunati e non abbiamo potuto fare una stagione “normale”. Quest’anno penso che stiamo andando già molto bene. I primi giri sono stati super. Lavorare con questo team è incredibile. Ho imparato tanto. Andiamo avanti così. Tutta la mia famiglia è argentina: adesso abito a Barcellona ma quando c’è il Gran Premio d’Argentina viene tutta la mia famiglia. Mi sento anche un po’ italiano».
Edgar Pons: «Sono molto felice di essere qua. L’anno passato è stato molto buono nel Cev (il campionato spagnolo, ndr). La moto è nuova e dobbiamo provare molto, ma stiamo facendo un buon lavoro. Possiamo fare una bella stagione. Il motore Triumph si deve guidare diversamente rispetto agli altri. È importante fermare bene la moto per riaprire subito il gas».
Nicolò Bulega: «Ci sono tante cose ancora incompiute nella mia carriera. Non mi sento arrivato da nessuna parte, è un dato di fatto. Quest’anno penso che siamo partiti con il piede giusto e penso che cambiare aria mi abbia fatto bene. Sono molto motivato e pronto a dare il massimo. Nel motociclismo, ma anche in altri sport così come in tutti i lavori, quando le cose non vanno come speri e ci provi in ogni modo e non ottieni risultati, delle volte cambiare totalmente aria e stile di vita può far scattare qualcosa dentro di te, qualcosa che ti può aiutare. È ancora presto per dirlo ma sono contento della scelta che ho fatto e ce la metterò tutta per fare bene. Le persone che mi stanno vicine e di cui mi fido sono poche: non più di cinque!».

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