SPECIALE LA RIMPATRIATA

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A”Libri, Arte e quant’altro arricchisca l’Anima”,

l’ospite di oggi è l’atleta Paolo Riba  

Trattenere su pagine ricordi e immagini

affinché emozioni, esperienze,

 si tramandino da generazione a generazione.

Solo ricordando,

possiamo far sì che vi siano ancor oggi modelli sani da seguire.

M.P.

 

“Nello sport si vince senza uccidere, in guerra si uccide senza vincere”  Shimon Peres. In un mondo sempre più devastato dalla violenza è bello poter parlare di realtà sane che uniscono le persone, le rendono partecipi di passioni e amicizie che durano tutta la vita. Ho scelto questa frase di Peres perché coglie il senso vero dello sport: una sfida sana, una lotta pari dove poter superare i propri limiti. Si vince sempre e comunque se si è veri Sportivi! E l’ospite di oggi lo sa.

Conosciamolo meglio.

Dronerese, classe 1955, Paolo Riba ha praticato l’atletica leggera a livello regionale come velocista, indossando la casacca della Polisportiva Cuneo dal 1971, successivamente Pedona, Polisportiva Cuneo e Cus Torino per una decina di anni complessivi. Presidente dell’Atletica Cuneo (2013- 2016) è stato ideatore con il Comitato Atleti anni ’70 dei periodici raduni di atleti della provincia Granda. Ma oltre allo sport ama il mondo della comunicazione e della scrittura ed è ha collaborato per dieci anni con il settimanale “Corriere di Saluzzo”. Ideatore della rubrica radiofonica “Notizie da Dronero e della Valle Maira” su Radio Stereo 5. Consigliere Comunale di Dronero, dal 1985 al 1990 e assessore comunale dal 1991 al 1995. Oggi in pensione ha unito le sue grandi passioni, sport e scrittura, realizzando un volume “La Rimpatriata”, edito da Araba Fenice, che resterà negli annali della Provincia Granda e non solo. Un documento dedito al ricordo dei campioni che hanno fatto grande lo sport! Oggi li ritroviamo su queste pagine, per rivivere ancora una volta le vittorie, le sconfitte, le sfide, le amicizie e la sana sportività.

 Innanzitutto ti ringrazio di essere qui, lo sport ha sempre fatto parte della tua vita, raccontaci un aneddoto dei tuoi esordi come velocista.

Per due tre anni ricordo dopo ogni gara tornavo a casa con il collo insanguinato a causa del filo di lana che i giudici tiravano al traguardo. Io non essendo alto ero costretto ogni gara a farmi medicare il collo.

Quando è nata l’idea di realizzare la Rimpatriata?

Nel ’96 con Luciano Ferrero mi venne questa idea che raccolse subito grandi consensi e adesioni in ogni angolo della provincia.

La foto in prima di copertina immortala due tuoi grandi rivali, ex velocisti, di caratura nazionale.  Milanesio a sinistra (olimpionico di Montreal ’76 nei 200 metri) a destra Alberto Anello team leader del tuo Comitato. Cosa rappresenta per te questa fotografia?

La sintesi che mi ha ispirato a scrivere questo libro.

 

 

 

Parliamo di un volume di 303 pagine con 1000 fotografie. In 150 pagine troviamo il commento delle figure istituzionali cuneesi e di alcuni campioni della Granda e del Piemonte, che ti hanno rilasciato nei vari raduni svolti negli anni. Un lavoro di raccolta certosino. Quando hai ultimato l’ultima pagina quale emozioni hai provato?

Una bella emozione l’ho provata solo quando ho preso in mano il libro, toccato e sfogliato in un battibaleno quasi tutte le pagine.

Il mondo dagli anni settanta a oggi è cambiato tanto. Cosa rimane dello sport di quei tempi?

Diciamo che quelli erano tempi veramente belli, si gareggiava e poi si trovava anche il tempo e il modo di flirtare con le compagne di squadra e a creare amicizie rispettose con i professori di educazione fisica.

Un consiglio ai giovani che vogliono entrare nel mondo dello Sport.

Scegliere una disciplina appassionandosi cercando di migliorarsi ogni giorno.

Se potessi viaggiare nel tempo e incontrare un grande campione chi sarebbe e cosa gli chiederesti?

 

Livio Berruti, senza dubbio che ho anche avuto la fortuna di conoscere anche se solo marginalmente. Un gran “Signore”.

Tra i volti femminili dell’Atletica leggera odierna, qual è la tua preferita?

Elisa Rigaudo ha il suo carisma.

La Rimpatriata non è solo una raccolta di testimonianze, ma è un diario, un viaggio nei ricordi. Nostalgie, gioie e dolori. Se potessi tornare indietro rifaresti le stesse scelte nel tuo percorso sportivo?

Mi sarei sicuramente allenato di più, tralasciando i preparativi maniacali della mia partenza dai blocchi.

Pietro Mennea diceva: “Lo sport deve rimanere l’ultimo baluardo del tessuto sociale per quanto riguarda il rispetto delle regole. Insomma, tra gli atleti deve vincere il più bravo, non il più furbo.” Una tua considerazione.

Condivido pienamente il parere schietto di Mennea.

Ma chi è Paolo Riba nella vita di tutti i giorni?

Mi ritengo un modesto personaggio che ama la semplicità e che contemporaneamente sa apprezzare il bello della vita di tutti i giorni.

Progetti futuri?

Ancora qualche rimpatriata, perché no fuori provincia.

Quale messaggio vorresti che arrivasse a chi leggerà la Rimpatriata?

“Il rispetto della persona sempre, da quella più blasonata a quella meno importante” (Alighiero Sommacal, nota dell’autore del libro)

 

Ringraziando Paolo Riba per il tempo dedicatomi, ricordo ai nostri lettori che se siete interessati al suo libro, potete contattare direttamente l’autore tramite la sua pagina Facebook. 

 Intervista a cura di Monica Pasero

 

 

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