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Édouard Manet (parte sesta)
“Berthe Morisot con un mazzo di violette”
Olio su tela 55 x 38 cm
Museo d’Orsay, Parigi.
Rimasto a Parigi, come dicevo nei post precedenti, il pittore ha prestato servizio nella guardia nazionale e la sua attività artistica ha subito un inevitabile rallentamento.
Alla fine del 1871, Manet riprende a dipingere raffigurando di nuovo i suoi vecchi modelli.
Tra questi c’è anche Berthe Morisot, lei stessa giovane pittrice, alla quale Manet è legato da una profonda amicizia e che, alcuni anni dopo, sposerà Eugène, uno dei fratelli dell’artista.
“BERTHE MORISOT CON UN MAZZO DI VIOLETTE”
Berthe Morisot è ritratta a mezza figura da Edouard Manet.
La giovane donna, che sfoggia un bouquet di violette, è rappresentata in un sapiente mix di chiaro e scuro conferendo al dipinto uno spirito molto particolare.
Berthe indossa un abito nero e porta un cappello elegante dello stesso colore, fissato con un nastro intorno al collo.
Sull’abbottonatura dell’abito inoltre è appuntato un piccolo mazzo di violette
Invece di ricorrere ad un’illuminazione omogenea, come spesso troviamo nei suoi ritratti, in questo caso Manet preferisce proiettare sulla sua modella una luce intensa e laterale, al punto che Berthe Morisot sembra essere solo ombra e luce.
Con questa sublime variazione sul nero, Manet fornisce un’ulteriore prova del suo virtuosismo.
La scelta di ritrarla vestita di nero, mostrando una capacità straordinaria nel gioco di luci e ombre e nell’ utilizzo del colore nero, permette a Manet di esaltarne ancora di più la bellezza e la profondità dello sguardo.
Lo sfondo infine è realizzato con un unico colore e non presenta dettagli.
CONCLUDENDO:
L’ammirazione di Manet per la pittura di Velázquez viene alla ribalta nel corso della sua carriera. Gli occhi scuri di Berthe Morisot (che in realtà erano verdi) e gli abiti neri conferiscono a questo ritratto un’atmosfera spagnola.
Questo ritratto, singolare e affascinante al tempo stesso, è stato subito considerato dai critici contemporanei come uno dei suoi capolavori.
Bruno Vergani
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