Dall’uomo di Neanderthal al Covid19

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Ogni volta che ho il piacere e il privilegio di parlare con il Professore Giuseppe Remuzzi, Direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri IRCCS di Milano, la conversazione si rivela illuminante, non solo perché è un uomo di scienza, ma soprattutto per la sua grande umanità.

In quei momenti dimentico di conversare con un luminare perché lui mi fa entrare nel suo salotto e mi fa sentire a mio agio, rendendomi partecipe di buona parte dei suoi lavori più recenti.

Appena entrati nel vivo della conversazione gli ho chiesto perché la maggior parte dei soggetti infettati da Covid19 sono asintomatici o paucisintomatici e possono curarsi a casa con una adeguata terapia farmacologica, mentre altri vanno incontro ad una sintomatologia più seria tanto da dover ricorrere alle cure ospedaliere, alla terapia intensiva, e alcuni, purtroppo, non riescono a sopravvivere.

A tale quesito il Professore mi ha risposto sostenendo che la spiegazione poteva essere racchiusa nel nostro DNA.

Esistono due regioni del genoma umano che aumenterebbero il rischio di ammalarsi di Covid19 in modo grave. Una di queste regioni si trova sul cromosoma 9 ed ha a che fare con i gruppi sanguigni.

Secondo uno studio condotto da Andre Franke e pubblicato sul “New England Journal of Medicine”, il gruppo sanguigno A si assocerebbe ad una malattia più severa.

I soggetti di gruppo O avrebbero meno rischi rispetto ai soggetti con gruppi A e AB.

Forse sono i loro stessi anticorpi anti-A e anti-B a proteggerli. Mentre un’altra regione del nostro genoma si presenta molto interessante perchè sembra sia relazionata con la suscettibilità al Covid19.

Si trova sul cromosoma 3 ed ospita sei geni. Uno di questi o più di uno condiziona le diverse manifestazioni della malattia.

Avevo anche letto di un lavoro che il professore Remuzzi aveva pubblicato sulla rivista scientifica “Nature”. In quella occasione si rifletteva su una possibile relazione tra il Covid19 e i geni di Neanderthal.

I due ricercatori Hugo Zeberg e Svante Pääbo hanno scoperto che una di queste regioni si trova sul nostro cromosoma 3.

Si tratta di geni ereditati insieme a diverse varianti per formare l’aplotipo. In particolare tale aplotipo è considerato rischioso perché può portare a sviluppare una forma severa di malattia da Covid19.

Questo pezzo di cromosoma è molto comune in Bangladesh, nel Sud dell’Asia, ma assente in Africa.

Grazie a questa osservazione i ricercatori hanno ipotizzato che quell’aplotipo sia giunto sino a noi dai Neanderthal.

Bisogna andare indietro nel tempo all’Homo Sapiens che lasciò l’Africa, si incrociò con i Neanderthal (che non c’erano in Africa) almeno tre volte in un intervallo temporale tra 35000 e 85000 anni fa, in Persia, poi in Europa. Così l’aplotipo del cromosoma 3 è entrato nel genoma dell’uomo moderno.

È il caso di dire che galeotto fu l’incontro con i Neanderthal.

Si è subito scartata la possibilità che potesse esserci un antenato comune vissuto 500000 anni fa.

È questo l’aplotipo giunto da Neanderthal che ereditano i soggetti i quali sviluppano una patologia da Covid19 severa e che, eventualmente, vanno incontro ad una ospedalizzazione senza essere anziani, obesi, diabetici, ipertesi, con patologie croniche pregresse.

Quindi, è la predisposizione genetica a determinare un decorso clinico severo. Le ricerche, però, non si sono fermate, tant’è che i ricercatori hanno trovato altre aree interessanti sui cromosomi 6, 12, 19, 21.

Per esempio, si è anche visto che l’aplotipo presente sul cromosoma 12 protegge dal rischio di finire in una corsia di ospedale ed è una regione che si eredita dai Neanderthal.

Ecco l’identikit dell’aplotipo del cromosoma 12 che le persone fortunate hanno ereditato dai Neanderthal.

Esso include i geni Oas1, Oas2, Oas3, cioè quei geni in grado di formare enzimi attivati da Rna e indotti da interferone. Gli enzimi, grazie a meccanismi biochimici, degradano l’Rna intracellulare come quello del Covid19, impedendogli di moltiplicarsi nelle nostre cellule.

Il rischio di ricorrere alle terapie intensive si riduce del 22% per ogni copia dell’aplotipo di Neanderthal che ciascuno di noi possa aver ereditato.

Questa variante protettiva ad oggi è aumentata nella popolazione e, in particolare, è presente nel 30% di coloro che vivono fuori dall’Africa. Magari è stato proprio questo aplotipo a proteggere i portatori di altre malattie, per cui durante l’evoluzione sarebbe stato selezionato positivamente quell’aplotipo per favorire la sopravvivenza della specie.

Invece l’aplotipo del cromosoma 3 associato al Covid 19 non si sta espandendo molto tra le popolazioni del mondo.

Il Professore Remuzzi mi ha salutato dicendomi che il sistema immune ci condanna e ci protegge allo stesso modo, servendosi di una serie di geni che arrivano dalla notte dei tempi.

Piera Messinese

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

La pasta del cornuto

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Piera Messinese
Sono nata il 13 Novembre del 1966 a Lamezia Terme, in Calabria, ove risiedo. Sono sposata ed ho una figlia. Se dovessi scegliere un attributo che possa caratterizzarmi, questo sarebbe “eclettica”. Sono “governata da uno spirito fortemente versatile” che mi dà energia, per cui mi sento letteralmente assetata di nuovi stimoli. Sono innamorata della scrittura da sempre e la mia formazione classica ha contribuito a mantenere vivo in me tale sentimento. Grazie alla passione per i classici latini e greci in primis ed in seguito agli studi universitari in Medicina e Chirurgia, ho potuto rendere creativa la mia elasticità mentale. Ma “illo tempore fu il Sommo” a rubarmi il cuore e così “Galeotta fu la Divina". Amo, quindi, leggere e scrivere e ritengo che ciò sia fondamentale per la crescita di ogni individuo. Flaubert diceva: _”Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi o, come fanno gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.”… Sono Socia Fondatrice di “Accademia Edizioni ed Eventi”, Associazione culturale con sede a Roma che si occupa di cultura e di promuovere il talento. Scrivo su SCREPmagazine, rivista dell'Associazione, su cui curo varie rubriche.

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