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Claude Monet (parte quinta)
“La passeggiata”
Olio su tela 100 x 82 cm
National Gallery of Art, Washington.
Ad Argenteuil, nel 1875, in una giornata calda estiva, Monet immortala la passeggiata in collina della moglie Camille e del loro figlio Jean, fermando così per sempre quel breve periodo di grande felicità familiare.
Da notare la prospettiva originale del quadro.
Come se il pittore si trovasse in una zona scoscesa mentre guardava i due protagonisti dal basso in alto conferendo profondità all’ambiente circostante.
“LA PASSEGGIATA”
L’opera è realizzata completamente “in plein air” accentuando la luminosità abbagliante delle nuvole e i vibranti riverberi gialli nella vegetazione.
Monet ritrae Camille mentre sì protegge con il parasole per ripararsi dai raggi che la colpiscono proiettando l’ombra verso il basso e facendoci intuire che il sole è molto caldo.
La donna volge lo sguardo verso la discesa ruotando leggermente il busto verso sinistra come se qualcosa abbia attirato la sua attenzione durante una passeggiata col figlio.
Il suo volto trasmette malinconia e gli occhi sembrano celare un velo di tristezza.
Il figlio Jean, sullo sfondo con le mani in tasca, ha un curioso cappello di paglia con richiami rossi e blu e ha una espressione apatica.
Nel capolavoro, anche questo uno dei più famosi al mondo, si può percepire la presenza del vento grazie al movimento del vestito di Camille ma allo stesso tempo anche l’erba ai piedi dei due protagonisti è completamente mossa.
Infine, compongono un’atmosfera vibrante il bianco delle nuvole che richiama il vestito di Camille, rendendo tutto più omogeneo.
CONCLUDENDO:
Monet tornerà sul soggetto nel 1886 (vedi foto)
In questo caso però la modella in abito bianco con l’ombrellino verde non sarà l’amata Camille (che morirà nel 1879), ma Suzanne Hodeschedé, figlia della sua seconda moglie.
La seconda versione della “La passeggiata” è stata quindi realizzata circa dieci anni dopo rispetto alla versione originale di cui ho scritto sopra, ma la tecnica e la posa è quasi la stessa.
Solo i colori utilizzati sono di tonalità più calde che sottolineano un altro orario di realizzazione della scena, probabilmente pomeridiana o crepuscolare.
Monet, ripetendola, sembra quasi volerne rappresentare un aggiornamento, una rivisitazione più matura dell’opera giovanile.
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