“Blackout love”: Anna Foglietta vendicatrice su Prime Video

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Francesca Marino, al suo esordio dietro la macchina da presa e prodotta da Matteo Rovere. dirige Blackout Love, la commedia di successo su Prime video.

Una divertente Anna Foglietta  (Perfetti sconosciuti) si mette in gioco in un ruolo non totalmente positivo (donna tradita, mangiatrice di uomini e coach non proprio affidabile per le ragazze della sua squadra di pallavolo).

«Gli uomini sono come il pollo, consumateli subito o buttateli alle prime avvisaglie.

È il motto di Valeria (Anna Foglietta), allenatrice di una squadra femminile di pallavolo. Tosta, e cattiva quanto basta, incita le sue ragazze con regole di sopravvivenza amorose:

«Ti ha lasciato? Tu sparisci, non lo cerchi più. E se ti richiama? Lo blocchi. Vedrai che torna…Tornano sempre». Sono i suoi metodi di rieducazione per gli uomini.

Lei colleziona maschi, toccata e fuga e al risveglio, infatti, sgattaiola fuori casa e blocca subito il numero dello sfortunato.

Unici amici una coppia:  Silvia (Barbara Chicchiarelli) donna in carriera e Fabrizio (Alessio Praticò), mammo tuttofare.

Valeria sembra sempre avere tutto sotto controllo, fino a quando la sua vita – da teenager trentanovenne – viene messa sottosopra dal ritorno di Marco (Alessandro Tedeschi, già visto nella fiction Rai Chiamami ancora amore), un pilota d’aerei che l’ha lasciata con un post-it il giorno del loro anniversario.

Costretta ad occuparsi dell’uomo colpito da un’amnesia post traumatica, e spinta anche dall’ex suocera Rosemary (Anna Bonaiuto), lo riaccoglie nel suo/loro appartamento. Marco ha cancellato ogni ricordo e crede di vivere ancora con la sua Valeria.

È l’inizio del suo diabolico piano per riscrivere il passato. E quale miglior vendetta? Far innamorare nuovamente l’ex. Colpire duro e affondarlo, come Beatrix Kiddo in Kill Bill. Ma tutte le strategie, convinzioni e rabbia messe in atto riusciranno a reprimere i suoi sentimenti?

L’amore è binario c’è chi vince, c’è chi perde, chi lascia e chi si fa lasciare.

Valeria si è costruita una corazza di ferro. Non vuole più soffrire, sentirsi persa. Ma qualcosa sta cambiando.

Nel corso del racconto emerge una paura forte. La paura di diventare madre. E Il film parla anche del Non desiderio di essere mamma. Si riflette senza clichè sulla retorica della maternità sopra ogni cosa, come chiave di realizzazione dell’identità femminile.

La protagonista apre una  scatola dei ricordi e  riemergono foto, bigliettini d’amore, i momenti più intensi della loro storia, persino un video di quando stava male e urlava sul pavimento disperata.

Blackout Love racconta l’amore oggi da un punto di vista femminile. Lontano da schemi, stereotipi. Al centro della storia c’è una donna moderna che sbaglia, che non è coerente, che ha storie sbagliate,  fragilità, chili di troppo invisibili,  ma forza di reagire. Non una creatura alla disperata ricerca del principe azzurro.

Mette al centro temi come l’incomunicabilità nella coppia, la conversazione “deleteria” via social, il crearsi miti,  il sentirsi non capiti e soli, anche in due.

«Uomini e donne non sono mai stati tanto in guerra, sui social tanto quanto nella camera da letto, e le conseguenze di questi bombardamenti emotivi le stiamo iniziando a vedere»,

ha sottolineato la cineasta Francesca Marino parlando dell’aridità dei sentimenti, uno dei temi presenti nella pellicola.

Il film Fotografa dunque il cambiamento dei ruoli e dei sentimenti, ma anche la crisi maschile. Uomini che non sanno ascoltare, in cerca di una loro identità, donne in balìa di un cambiamento sociale non pronto per loro e non sempre adeguato.  I protagonisti nel riscoprirsi diventano grandi e si impegnano perché

«l’amore non è una partita dove c’è chi vince o chi perde ma una sporca guerra che si vince insieme o si perde tutti e due»,

come scopre la stessa Valeria.

Sandra Orlando

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