Alessandro Incerto attore, speaker radiofonico, napoletano, natio della zona del Vomero, che adora tantissimo…
Alessandro ci racconti di lei…
“Non ho mai amato raccontarmi”, è un po’ come farsi autopromozione. Posso dirti che la vita è strana, ti riporta su percorsi abbandonati… Da ragazzo mi sono formato, per la recitazione, al Duse di Roma, precedentemente come speakers radiofonico con indirizzo pubblicitario, facendo degli spot. Insegnavo in una delle migliori palestre, in quanto diplomato con la federazione sportiva nazionale FNCF. Inaspettatamente, vengo assunto ad un colloquio con la General Motors e cosi comincio a lavorare dapprima come consulente per poi diventare responsabile vendite. Dopo i 18 anni, crolla il settore e cosi in un casuale incontro con uno dei miei clienti RAI, spinto da lui inizio a cimentarmi nella recitazione, facendomi esordire nella soap “Un posto al sole”. Riteneva che avessi una dote innata. Da qui in avanti, è stato un susseguirsi di impegni.
Attore di film e fiction. Prima di intraprendere la carriera di attore, è stato venditore di auto e istruttore di diverse discipline sportive, nonché speaker radiofonico.
Esatto come riportato sopra.
Ho sempre amato lo sport, ne ho praticati parecchi diplomandomi con le varie federazioni. Sono stato un corridore di auto conseguendo i vari brevetti di guida veloce e sicura.
Trovo lo sport formatiivo ed educativo per la propria personalità.
Quando ha iniziato a recitare?
Ti dirò, ho incominciato a recitare durante le vendite, ma professionalmente nel 2004 in “Un Posto Al Sole”.
Ha recitato in importanti fiction: “Un posto al sole” com’è stato già detto, “Il Paradiso delle Signore” e “I Bastardi di Pizzofalcone”.
Quest’ultimo è un giallo dello scrittore italiano Maurizio De Giovanni del 2013.
Ci racconti del suo ruolo e cosa le ha suscitato.
Si, sono stato molto legato a questa serie. Adoro la penna di Maurizio De Giovanni che conosco di persona. È un grande uomo, ha ridato dignità e valore ai napoletani e alla stessa Napoli.
Il mio ruolo mi è stato assegnato dal primo regista Carlei. Trovava il mio aspetto e la mia voce professionale e rassicurante come la figura classica del medico. Infatti il mio ruolo era quello del medico legale. La sua figura è importante e determinante al fine di dare le giuste indicazioni per le indagini. Proprio per questo ero sempre attento a non essere mai troppo scontato, immediato, ma riflessivo nel dare le giuste indicazioni. Non avevo la bacchetta magica, ma pochi minuti per valutare approssimativamente le dinamiche dell’omicidio… Ero molto orgoglioso del ruolo.
Dal 2004 dunque, ha partecipato a tante fiction e film…
Si, in effetti sono parecchie. Più qualche film e si, spot pubblicitari e documentari.
Ho anche presentato “Napoli in fest”, un bellissimo evento in giro per Napoli con tanti artisti nazionali.
Qual è l’attore o l’attrice con cui si è trovato meglio a lavorare?
Sicuramente con Ben Gazzara Tony Musante, Luigi De Filippo in “Pupetta la ragazza con la pistola” diretti da Luciano Odorisio.
Attore, ma amante anche della musica…
Si è vero! Ho suonato da ragazzo e poi abbandonato, per poi riprendere durante la Pandemia. La passione non è mai terminata!
Che cosa rappresenta per lei la musica?
La musica dico sempre che è la colonna sonora della mia vita: una vita senza musica non la concepisco, è un elemento fondamentale della nostra vita, genera vibrazioni positive.
Aiuta il nostro stato d’animo nei momenti di bisogno, crea emozioni e stimola positivamente la nostra funzionalità cerebrale.
Ha mai scritto dei brani?
Si ma solo musicali. Li tengo in un cassetto…chissà!
La sua voce è stata lo spot della pubblicità della Fiat. Com’è stato prestare la voce per uno spot pubblicitario?
Una bella esperienza. Ho provato a comprendere quanto valesse la mia voce.
Successivamente mi sono prestato anche fisicamente, nello spot del centenario della birra “ICHNUSA” andato su tutte le reti.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Ce ne sono, ma ne parlerò solo al momento giusto! Per ora, mi occupo di portare avanti un piccolo spettacolo che unisce la musica alla voce interpretando poesie scelte in virtù di una riflessione generale sulla perdita dei valori di questa epoca. Si chiama “Jazz Poetry the Rebirth”.
Io le faccio i miei migliori auguri per i suoi progetti.
ScrepMagazine e il direttore Giuseppe De Nicola la ringraziano.
Grazie a voi è stato un piacere
Antonia Flavio
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