9 domande 9 a … Adelia Rossi

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Adelia Rossi

poetessa dalle mille sfaccettature

Adelia Rossi nasce a Gemona del Friuli il 2 febbraio 1949.

Giovanissima, si trasferisce a Milano per rientrare sette anni fa nel suo Friuli, esattamente a Bordano.

La lotta per i diritti in genere e quelli della donna in particolare la vedono sempre in prima linea.

Poetessa dalle mille sfaccettature, non a caso del segno dell’acquario con ascendente ariete, viaggia tra il sogno e la realtà, tra l’idealismo e la concretezza e traspone nella sua poetica la propria personalità che abbraccia il Sole e la Luna, Luci e Ombre, appunto.

Con Edizioni Convalle ha pubblicato due sillogi poetiche: “Luci e Ombre” e “Battito dopo battito A… come Amore” oltre a una breve raccolta di Haiku “Come Petali Di Un Fiore”.

Con la stessa casa editrice è uscita la sua prima opera di narrativa “Nonna, mi spazzoli i capelli?

Una sua seconda opera è in attesa di pubblicazione.

Con l’amica Vita Minore crea il “Duo Mirò” esibendosi in svariati sketch scritti e diretti da loro stesse.

Dopo questo navigare, del tutto casualmente, approda al concorso “Dentro l’amore” indetto da Edizioni Convalle e per lei è come trovarsi in quel paradiso solo sognato e tanto desiderato.

All’improvviso la sua vita  cambia.

Trova nella persona di Stefania Convalle quella sensibilità che porta a comprendere dove vuoi arrivare e soprattutto la capacità di capire nell’immediato se uno possiede le doti necessarie per continuare il cammino intrapreso.

Sempre pronta a sperimentare, frequenta con profitto e passione un corso di scrittura creativa indetto da Stefania Convalle.

Sempre in fermento, alterna questa sua passione a quella del teatro e non disdegna nemmeno il cabaret che la vede spesso in scena da protagonista.

Si definisce un animale da palcoscenico, non per la bravura, ma per la capacità   camaleontica di  trasformarsi   ed entrare   in   ogni   parte   con   innata   semplicità.

In scena, infatti, si spoglia di stereotipi che non le appartengono per lasciare libero spazio alla sua interiorità molto ricca di ironia che è la sua carta vincente.

Nutre un  forte sentimento verso tutti gli animali, ma sono i gatti che riempiono la sua esistenza.

Quattro di loro condividono la vita con lei Ama, infatti, definirsi una gattara “dall’animo felino”.

Lo dimostrano le emozioni provate di fronte alla recente scomparsa di un suo gatto accompagnato nei suoi ultimi momenti di vita con baci e carezze.

Al concorso “incontri con la città” le è stato assegnato il 2° premio della critica e il 1° della giuria popolare.

Collabora, inoltre, con un periodico friulano che pubblica sue poesie e racconti.

Ha ottenuto per due anni di seguito una segnalazione di merito al concorso di poesia premio Nobel Marcucci, indetto da Arte e Cultura.

Profonda conoscitrice dell’animo umano è circondata da un’infinità di belle amicizie che spesso ricorda anche nei suoi scritti.

Fiore – Un evento della tua vita che ti ha spinto tra le braccia della poesia… com’è accaduto?

Rossi – Ho sempre pensato, e perdona la presunzione, di essere nata poesia. Sin da subito, narrava mia madre, ascoltavo incantata le sue poetiche ninne, nanne che aveva iniziato a cantare all’apparire del suo grembo tondeggiante.

Tornando alla tua domanda, ho ben presente il momento che la poesia si è manifestata trovandomi pronta ad accoglierla.

Era il nove dicembre millenocentosessanta. Il giorno della morte di mio padre.

Fiore – Il primo autore, uomo o donna, che ti ha colpito come poeta?

Rossi – Sono molti gli autori che amo, ma il primo in assoluto è stato Giovanni Pascoli.

Chi non ricorda “La cavalla storna”? La ripetevo in continuazione.

Crescendo ho maturato altre scelte. Pasolini resta tuttora uno dei miei preferiti, pur nel suo essere un autore fuori dalle righe.

Al femminile ho una predilezione per la poetessa polacca Wislawa Szymborska che trovo in assoluto quella in cui mi rispecchio di più.

Fiore – Il primo libro di poesia che hai acquistato o cercato in una biblioteca?

Rossi – Un libro su Giacomo Leopardi, un altro dei miei autori preferiti. La famosa poesia “A Silvia” mi conquistò al punto da portarmi a desiderare di conoscere le sue opere, anche se non sono riuscita a leggerle tutte.

Fiore – Quando e in quale occasione hai scritto i primi versi?

Rossi – Avevo undici anni e fu proprio la morte di mio padre a smuovere in me il sentimento che, solo se messo nero su bianco, sarebbe stato in grado di placare il grande dolore che mi attanagliava l’anima.

Ho sempre partorito le cose migliori nei momenti più duri e oscuri della mia esistenza.

Fiore – Cos’è per te la poesia?

Rossi – La poesia per me è libertà. La possibilità di vivere due mondi paralleli, quello pratico e quello delle emozioni più intime e profonde che scoprono l’anima, laddove la parola resta muta.

Fiore – Come e perché ci si appassiona?

Rossi – Perché quella parola, verbalmente non detta, con la poesia prende voce e ogni sentimento, anche il più nascosto, si rivela.

Fiore – Sembra che il silenzio sia il grembo idoneo per la nascita della poesia… sei d’accordo?

Rossi – Dipende dalle situazioni. Sovente ho tratto ispirazione girovagando e scrutando volti sconosciuti tra la folla dove, anche solo uno sguardo intento ad osservare qualcosa o qualcuno, ha rapito la mia anima donandole l’attimo di un componimento.

Fiore – Da cosa trai l’ispirazione per le tue liriche?

Rossi – In pratica da tutto: da una foglia che cade a uno sguardo che la segue, dall’infrangersi dell’onda sullo scoglio mentre sul mare infuria la tempesta. Potrei andare avanti all’infinito, ed è proprio questo che diventa poesia.

Fiore – La poesia si legge poco… di chi è la responsabilità?

Rossi – Difficile liquidare con poche parole un argomento così importante. Penso che oggi in Italia si legge davvero poco di tutto e ancora meno la poesia che richiede una particolare predisposizione d’animo. Spero che, in un futuro prossimo, scuola e biblioteche siano delegate alla socializzazione della lettura. Comunque, da sognatrice quale sono, ho grande fiducia.

La poesia la vedo ovunque, anzi  è lei che trova me. Io, semplicemente la decanto.

Fiore – Conclusione… ti chiedo di offrire ai lettori di ScrepMagazine 3 tue liriche…Grazie e buon tutto!

Rossi – Grazie a te, carissimo Vincenzo, per questa bellissima intervista che mi ha dato modo di esprimere a pieno ritmo il mio sentimento per la poesia.

Mi auguro di essere riuscita a soddisfare ogni curiosità e voglia di conoscere.

Qui di seguito le tre odi dedicate ai lettori di ScrepMagazine a cui va il mio ringraziamento più sentito.

Artista di strada

Se mi vedete lungo la via intenta a recitare

non pensate ch’io sia pazza,

sto solo lasciando impronte

per chi dopo di me avrà deciso di vivere.

Ti amo

Di un amore malinconico.

Scrivo di te sui petali di un fiore

così potrò volare seminando poesia.

Aria e Fuoco

Un connubio di leggerezza e forza.

Appartengo agli spiriti liberi

a coloro la cui arrendevolezza

la concedono solo alla sublime gioia

dell’amore.

Sono colei che invocherai

all’albeggiare e nelle sere in cui la notte

sarà nuda e tormentata.

Sono io

il tramonto che non potrai dimenticare.

Mi troverai laddove fioriranno i ciliegi d’inverno:

nel giardino dell’impossibile…

                                                                                       Vincenzo Fiore

Clicca il link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

Gabriella Zagaglia e la sua passione per la parola

 

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Vincenzo Fiore
Sono Vincenzo Fiore, nato a Mariotto, borgo in provincia di Bari, il 10 dicembre 1948. Vivo tra Roma, dove risiedo, e Mariotto. Sposato con un figlio. Ho conseguito la maturità classica presso il liceo classico di Molfetta, mi sono laureato in Lettere Moderne presso l’Università di Bari con una tesi sullo scrittore peruviano, Carlos Castaneda. Dal 1982 sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti, elenco Pubblicisti. Amo la Politica che mi ha visto fortemente e attivamente impegnato anche con incarichi nazionali, amo organizzare eventi, presentazioni di libri, estemporanee di pittura. Mi appassiona l’agricoltura e il mondo contadino. Amo stare tra la gente e con la gente, mi piace interpretare la realtà nelle sue profondità più nascoste. Amo definirmi uno degli ultimi romantici, che guarda “oltre” per cercare l’infinito e ricamare la speranza sulla tela del vivere, in quell’intreccio di passioni, profumi, gioie, dolori e ricordi che formano il tempo della vita. Nel novembre 2017 ho dato alle stampe la mia prima raccolta di pensieri, “inchiostro d’anima”; ho scritto alcune prefazioni e note critiche per libri di poesie. Sono socio di Accademia e scrivo per SCREPMagazine.

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