9 domande 9 a … Lizia De Leo

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Lizia De Leo, scrittrice d’emozioni e stati d’animo

Lizia De Leo nasce a Bitonto, dove vive.

Consegue la maturità classica presso il locale liceo – ginnasio “Carmine Sylos”, si laurea in Lettere Classiche presso l’Università degli studi di Bari.

Successivamente si abilita in Italiano, Storia, Geografia, Educazione Civica, Latino e Greco.

Dopo aver vinto un Concorso diventa di ruolo, prediligendo l’insegnamento nella scuola media di primo grado, dove l’intervento formativo dell’insegnante era, a suo dire, più efficace e costruttivo.

Si aggiorna costantemente in alcuni ambiti didattici, tra cui l’Educazione Linguistica, con particolare attenzione al linguaggio poetico e ai linguaggi multimediali, con uno sguardo specifico al linguaggio cinematografico.

Nel 2004 pubblica una raccolta di poesie “Grammatica delle emozioni“, Edizioni La Vallisa.

Nel 2010 presenta, presso il Teatro Traetta, la silloge “Cromie”, libro d’arte con  incisioni di Maria Angela Moscelli e Giuseppe Ranù.

Sempre nel 2010 partecipa alla rassegna promossa dal Gruppo Abeliano “Music and poetry”.

Nel 2011, presso la Galleria nazionale della Puglia “Girolamo e Rosaria Devanna”, Pinacoteca con sede nel palazzo Sylos-Calò di Bitonto, viene molto apprezzato un suo intervento critico al volume “Finestre” del prof. Nicola Pice.

Nell’occasione intervennero anche Fabrizio Vona, Nuccia Barbone e  Lara Carbonara.

Sempre nel 2011, presso la Fondazione “De Palo – Ungaro”, fornisce un suo valido contributo alla manifestazione per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia “Libertà va cercando…”: In viaggio con Dante.

Nel 2010 e nel 2011 partecipa alla I e II edizione del Premio di Poesia “Bitonto, primo amore”.

Sempre nel 2011 viene coinvolta e nella raccolta di poesie “Melodie in petali e rime” e nell’antologia intitolata “Poeti alla finestra”.

Partecipa anche alle varie edizioni del Premio di Poesia e Narrativa dell’AEDE, dedicato a vari argomenti.

Lizia De Leo vanta anche varie recensioni a opere di narrativa e di poesia.

Per 5 anni coordina il Cineforum, per conto della Fidapa, presso la Sala Convegni dei Cappuccini in Bitonto.

Negli ultimi tempi, anche a causa di problemi di salute, ha scelto il silenzio, nel cui ambito nascono tante liriche che, a volte, posta sul suo profilo Facebook, sempre più convinta che, in quest’epoca così rumorosa e superficiale, i libri di poesie non solo non si vendono, ma non si leggono e che la poesia è veramente per pochi.

Fiore – Un evento della tua vita che ti ha spinto tra le braccia della poesia… com’è accaduto?

De Leo – Essendo una docente di lettere, ho dovuto far conoscere agli alunni il linguaggio della poesia. Inoltre al liceo, all’università la poesia è stata costantemente compagna di vita. Ad ogni forma poetica mi sono appassionata ed ho cercato di approfondire, oltre ai contenuti, le tecniche che li rendevano efficaci e universali. Posso affermare che la poesia è stata, dai tredici anni in poi, pane quotidiano.

Fiore – Il primo autore, uomo o donna, che ti ha colpito come poeta?

De Leo – Senza dubbio Giacomo Leopardi. La sua opera poetica mi ha affascinato profondamente, anche grazie alla Professoressa del ginnasio che ci fece imparare a memoria parecchi canti. Ancora oggi la mia memoria conserva quei versi mirabili.

Fiore – Il primo libro di poesia che hai acquistato o cercato in una biblioteca?

De Leo – Per anni mi sono nutrita della poesia presente nelle antologie scolastiche. All’Università ho comprato  “I Canti” di Leopardi, che facevano parte di un esame di Italiano col Professor Sansone.

Fiore – Quando e in quale occasione hai scritto i primi versi?

De Leo – Ho cominciato a scrivere versi molto tardi, verso i 40 anni, quando il timore di dimenticare eventi ed emozioni mi indusse a provare anch’io a scrivere versi. L’esperienza non mi mancava. Spesso ero invitata dai Colleghi, che conoscevano la mia passione per la poesia, a tenere corsi di linguaggio poetico nelle loro classi.

Fiore – Cos’è per te la poesia?

De Leo – Cerco di rispondere a questa domanda con una lirica, in cui mi impegno a chiarire a me e agli altri il significato della scrittura, una specie di imperativo categorico che aiuta a vivere e ad elaborare sentimenti ed emozioni: soprattutto quelli che ti feriscono e lasciano segni negativi nella psiche.

La scrittura

Scrivo per raccontare emozioni e stati d’animo.

Scrivo per non smarrire le tracce dei miei pensieri.

Scrivo per custodire con parole ciò che ho perduto.

Scrivo per tentare di recuperare una connessione col Cosmo.

Necessaria e urgente ora che in pericolo è la Terra nostra…

Fiore – Come e perché ci si appassiona?

De Leo – Mi affido alla potenza liberatoria della parola, per affermare la mia identità, per comporre le dissonanze interiori senza tradire mai me stessa. Alla poesia ci si appassiona anche perché i poeti parlano della loro vita, della loro visione del mondo, della necessità di indagare nella profondità dell’animo.

Fiore – Sembra che il silenzio sia il grembo idoneo per la nascita della poesia… sei d’accordo?

De Leo – Certo, in mezzo al chiasso e alla confusione, non è possibile né trovare ispirazione né la capacità di esprimere uno stato d’animo, una sensazione, un ricordo… Dunque, sono d’accordo nell’amare il silenzio, dove maturano le idee e la possibilità di trovare le parole e le tecniche giuste per esprimere le proprie emozioni.

Fiore – Da cosa trai l’ispirazione per le tue liriche?

De Leo – La mia poesia si nutre prima di tutto di memorie, non solo del passato, ma anche di un vissuto che ha lasciato il segno. Anche il dolore, sperimentato in varie forme, è spesso protagonista dei miei versi. L’altra fonte di ispirazione è la natura, la cui bellezza mi incanta e mi suggestiona. A volte un incontro, una persona eccezionale, un’opera d’arte, mi inducono a tradurre le emozioni in versi.

Fiore – La poesia si legge poco… di chi è la responsabilità?

De Leo – È vero: la poesia si legge poco. Anche questi eventi culturali, in cui poeti locali si esibiscono con le loro liriche, non hanno un grande valore. Ognuno legge la propria poesia e non si concentra su quella degli altri. Inoltre la poesia non si legge perché la scuola la insegna male. Non fa riferimento al contesto culturale dei poeti, non coglie l’umanità universale che rende sublimi i loro versi. Anche le case editrici non sono interessate alla Poesia, perché vende poco. Spesso chi vuole pubblicare deve farlo a proprie spese, con case editrici di secondo livello. Le Case più importanti sono interessate solo ai Grandi Poeti, ma anche loro senza significativi riscontri commerciali.

Fiore – Conclusione… ti chiedo di offrire ai lettori di ScrepMagazine 3 tue liriche…Grazie e buon tutto!

De Leo – Grazie a te e alla redazione di ScrepMagazine per l’attenzione riservatami e a quanti mi leggeranno…

VIGILIA

Ci sono vigilie

in cui le voci

sono limbo in un non luogo

inattese sbriciolature

scatole vuote

Labirinto senza filo da riannodare

 BARCHE AL TRAMONTO

Miracolose accensioni

del mare di S. Spirito

 al tramonto del 5 Agosto.

Rosse polveri atmosferiche

colorano anche il cielo

di purpureo rubino

tra lunghe fasce di giallo e di grigio.

Le barche galleggiano su un manto di fuoco.

Ma le ombre

dilagano silenziose:

inquietanti sagome

sulla sanguigna liquidità

spaesanti pensieri

che si infrangono in sordina…

DI LUNA E DI FOGLIE

Il cielo si incurva

sui miei silenzi.

Calpesta le rose

incipriate di nero

che non seppi coltivare.

Ripete voci

di lamiere arrugginite

e di scolorita tristezza.

Vorrei un rifugio

di luna e di foglie

per la mia fragilità

di sottilissimo cristallo.

                                                                                                    Vincenzo Fiore

Clicca il link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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Vincenzo Fiore
Sono Vincenzo Fiore, nato a Mariotto, borgo in provincia di Bari, il 10 dicembre 1948. Vivo tra Roma, dove risiedo, e Mariotto. Sposato con un figlio. Ho conseguito la maturità classica presso il liceo classico di Molfetta, mi sono laureato in Lettere Moderne presso l’Università di Bari con una tesi sullo scrittore peruviano, Carlos Castaneda. Dal 1982 sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti, elenco Pubblicisti. Amo la Politica che mi ha visto fortemente e attivamente impegnato anche con incarichi nazionali, amo organizzare eventi, presentazioni di libri, estemporanee di pittura. Mi appassiona l’agricoltura e il mondo contadino. Amo stare tra la gente e con la gente, mi piace interpretare la realtà nelle sue profondità più nascoste. Amo definirmi uno degli ultimi romantici, che guarda “oltre” per cercare l’infinito e ricamare la speranza sulla tela del vivere, in quell’intreccio di passioni, profumi, gioie, dolori e ricordi che formano il tempo della vita. Nel novembre 2017 ho dato alle stampe la mia prima raccolta di pensieri, “inchiostro d’anima”; ho scritto alcune prefazioni e note critiche per libri di poesie. Sono socio di Accademia e scrivo per SCREPMagazine.

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