Vorrei fare due chiacchiere “alla femminina”

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E dunque vorrei fare due chiacchiere “alla femminina”, come si diceva in paese molti anni fa.

Attenzione che l’espressione non va intesa come offensiva verso “il mondo femminile”, anzi…

Peraltro, lo dico molto chiaramente, provo un certo disagio verso tutta questa attenzione “verso il mondo femminile” con tanto di panchine rosse, cortei di femministe “androgine” e pubblicità piene di “ortaggi e frutta” che ne richiamano il sesso.

Personalmente ritengo che esistono solo esseri umani.

Alcuni di sesso maschile, altri di sesso femminile.

Tutti questi esseri umani, a prescindere dal loro sesso, possono essere simpatici, antipatici, belli, brutti, intelligenti, stupidi, sfaticati o gran lavoratori, in gamba, onesti oppure delinquenti.

Un uomo che maltratta una donna è un delinquente e basta.

Un uomo che maltratta bambini e li fa lavorare a cucir palloni di cuoio per pochi euro, è un delinquente e basta.

Occorre punire sonoramente ogni delinquente, ogni sopruso di un essere umano verso altri esseri umani senza fare classifiche perchè è brutto un ceffone dato da un essere umano di sesso maschile ad un essere umano di sesso femminile e viceversa, allo stesso modo di un “ceffone” dato dall’Egitto all’Italia per “il caso Regeni”…sempre di delinquenti parliamo!

In ogni caso, dopo questo chiarimento, vorrei fare qui con voi “due chiacchiere alla femminina”, semplici, concrete, immediate come solo le massaie di un tempo sapevano fare forti della loro esperiernza nell’amministrare con poche lire le belle e numerose famiglie italiane di una volta.

Adesso Matteo Renzi desidera che in Italia si facciano  ”le cose per bene” e per questo “inventa CIAO” continuando a criticare duramente il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte – del cui governo Italia Viva fa parte – sul “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, cioè il piano del Governo per gestire il Recovery Fund.

Il Recovery Fund è il principale strumento dell’Unione Europea per bilanciare la crisi economica provocata dalla pandemia da coronavirus e consiste, in pratica, in oltre 200 miliardi di euro che arriveranno nei prossimi anni sotto forma di prestiti e sussidi.

Su come spendere questo denaro, Renzi ha detto:

Noi pensiamo che questo piano, il piano che il Presidente del Consiglio ha predisposto, manchi di ambizione, sia un piano senz’anima. Sia un piano in cui si vede chiaramente che non c’è un’unica mano che scrive, ma è un collage talvolta raffazzonato di pezzi diversi di diversi ministeri. Si vede la mano burocratica di chi mette insieme pezzi diversi, (…) se vuoi essere credibile in Europa devi avere un documento che abbia una sua capacità di scorrimento”.

Ed ecco che arriva quindi la proposta di Italia Viva: “CIAO”, ovvero Cultura, Infrastrutture, Ambiente e Opportunità, piano che consiste in 61 punti molti dei quali in netto e aperto dissenso rispetto al piano del Governo.

E come dargli torto?

Il Recovery Fund è la più rilevante opportunità di investimento del nostro Paese degli ultimi decenni e se speso male, quel denaro porterà fuori controllo il debito nei prossimi anni.

Sulla cultura, Renzi vorrebbe investire 9 miliardi di euro risparmiati dalla spesa sanitaria, che verrebbe invece finanziata con il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), cioè lo strumento comunitario che mette a disposizione dei paesi una linea di credito per finanziare i sistemi sanitari e che molti gruppi politici e governi europei non vogliono però usare, sostenendo che comporti più rischi che vantaggi.

Secondo Renzi, invece, i prestiti del Recovery Fund presentano ancora più condizioni di quelli del MES, i cui 36 miliardi a disposizione dovrebbero quindi essere sfruttati.

E su questo tema vediamo come le nostre “vecchie comari di paese” avrebbero ragionato alla “femminina”.

“Cara Antonietta se uno ti presta soldi, prima o poi li devi rimborsare con gli interessi, pochi o tanti che siano. E se non lo fai, quello viene e si porta la casa”.

A me pare banale…

Questo che vuol dire?

Che se uso i soldi del Recovery e/o del MES per potenziare la Sanità, questa Sanità, se uso quei soldi per assumere e pagare gli stipendi a molti più medici ed infermieri, è ovvio che da qualche altra parte dovrò “generare più entrate” altrimenti arriva un momento nel quale non potrò più pagare quegli stipendi e non potrò restituire i soldi alla UE.

La Sanità, infatti, è per sua stessa natura un costo, una spesa, non genera ricavi, almeno degni di tale nome.

Come la Pubblica Amministrazione. Se assumo 100 nuovi dipendenti in Regione Basilicata, mi faccio carico di una spesa perché i dipendenti regionali non producono beni e/o servizi a pagamento…sono un costo per la comunità!

E se la parte furbacchiona di quella Comunità non paga tasse, ovvio che poi nasce la vertenza  “Universo Salute – Opera Don Uva” a Potenza i cui lavoratori non ricevono più stipendi perché – pare – la Regione non paghi…oppure quella della Autotrasporti Nolè che licenzia autisti e dipendenti e blocca le corse per la Sata di Melfi (da qualche giorno Styellantis dopo il matrimonio tra Fiat Chrysler e Peugeot) perché – pare – sempre la Regione Basilicata non paghi.

Se mi faccio carico di un debito (ad esempio per comperare casa) devo essere certo di poter restituire quei soldi alla Banca perché da qualche parte devo averci delle entrate…

Già entrate!

Ecco il termine che non sento in tutto questo dibattito politico o presunto tale.

Quello che mi irrita profondamente e non sentire nessuno parlare di come, nella nuova sfida economica post-pandemia, generare nuovo lavoro e quindi nuove entrate per i lavoratori, per i giovani e in ultimo per lo Stato attraverso la fiscalità.

Non vorrei essere io il presuntuoso se dico che continuo ad ascoltare “presunti e presuntuosi esperti” dare ricette le più fantasiose… super competenti che sentenziano “occorre dare nuovo slancio agli investimenti in infrastrutture”…

E va bene.

Facciamo allora il ponte sullo Stretto, opera che da ingegnere auspico vivamente venga realizzata al più presto anche se – pare – rimasta fuori dal “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” del Governo…ma mi chiedo, al di là dell’investimento nudo e crudo, degli stipendi pagati agli operai per costruirlo il ponte, dei materiali usati,…se tutto questo lo pago coi fondi del Recovery, finito il ponte dove lo trovo il denaro da restituire alla UE per onorare il suo prestito pro-ponte?

In economia aziendale esiste il concetto di “leva operativa”.

La leva operativa indica l’equilibrio che sussiste tra costi variabili e costi fissi e, più precisamente, il rapporto tra Margine di Contribuzione (ricavi meno costi variabili) e Risultato Operativo.

In genere l’azienda più “leggera” è vincente perché il risultato operativo, anche nelle fasi di calo dei ricavi, rimane comunque positivo.

L’azienda con costi fissi più alti perde…e Sanità e infrastrutture sono costi praticamente fissi!

E quindi va bene potenziare la Sanità, va bene fare il ponte sullo Stretto, va bene il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e va anche bene “Italia Viva CIAO” ma occorre approfondire e dettagliare cosa vuol dire spendere i soldi su Cultura, Infrastrutture, Ambiente e Opportunità…occorre entrare nel merito, occorre far capire dettagliatamente agli Italiani quali strumenti, semplici, immediati ed efficaci, avranno a disposizione per rigenerare vecchie aziende e crearne di nuove, vincenti, che sapranno generare valore aggiunto, nuovi posti di lavoro, nuovo reddito e benessere ecosostenibile.

E chiudo con un esempio concreto parlando d’arte, di musei,  della “C” di cultura del piano CIAO.

Immagino, come già all’epoca da chi scrive proposto nell’ambito del Comitato “Matera 2019”, un turista che nel 2025 passeggiando nei Sassi, all’improvviso si trova davanti alla Chiesa di San Pietro Caveoso “splendidamente curata e manutenuta” da una nuova azienda fatta da 10 ragazzi materani e nata proprio coi soldi del Recovery destinati “alla O” di Oppurtunità del piano CIAO.

Ebbene sullo smartphone di quel turista arriva una notifica che lo invita a visitare quella Chiesa.

Lui sceglie la lingua e nel momento stesso in cui entra in Chiesa, paga il biglietto elettronico, tutto automaticamente e sempre tramite smartphone e magari con un sovrapprezzo, se sceglie di accedere ad un “Cicerone virtuale” che gli spiega – sempre tramite smartphone – tutto ciò che di bello sta vedendo nella sua lingua natia.

Cosa è successo fra il 2021 e il 2025?

  • Qualcuno è stato pagato per realizzare quell’app;
  • Poiché siamo in Italia, realizzare ed aggiornare “Ciceroni virtuali” per ogni opera d’arte che abbiamo, vuol dire mettere in moto una economica semplicemente spaventosa (pensate solo a Pompei o a Roma);
  • I ragazzi che curano San Pietro Caveoso realizzano un introito sicuro e automatico per ogni visitatore che entra e si pagano così lo stipendio rimanendo al Sud;
  • La Chiesa è bellissima perché sempre curata e manutenuta essendo essa stessa – di fatto – oltre che luogo di culto – un “bene dell’azienda Italia”.

Invece provate oggi a dare una occhiata ai “portali nazionali sul turismo” che dovrebbero presentare e rappresentare la cultura italica e i luoghi del Bel Paese nel mondo.

Soliti “carrozzoni” inutili, ignoti e per giunta non aggiornati come ENIT.IT e ITALIA.IT

ah quest’ultimo costato qualcosa come 45 milioni di euro…

E allora Viva la Bella Italia… Ciao, Bella Ciao, Bella Ciao Ciao Ciao…

Credevo fosse amore…

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