Il mare, per quanto sia meraviglioso, nasconde terribili insidie.
Da alcuni anni purtroppo, per molti disperati, è stato visto come il solo mezzo per fuggire dall’afflizione e trovare un minimo di speranza.
Per molti, troppi sciagurati si è dimostrato essere il carnefice del loro destino, proprio come è avvenuto nella notte tra sabato 25 e domenica 26 febbraio, sulle coste di Steccato Di Cutro.
Un barcone con oltre duecento persone tra uomini, donne e bambini si spacca in due.
I corpi di oltre settanta disperati senza vita sono stati recuperati, ma il bilancio è destinato a crescere.
Non è la prima volta che succede una tragedia del genere.
Ogni giorno migliaia di migranti affidano le proprie vite e quelle dei propri familiari nelle mani di uomini senza scrupoli, pagando danari per essere giustiziati da un mare che non conosce pietà.
A queste innocenti vittime di un sistema malato, va tutto il mio cordoglio.
Vittime di mare
Nelle torbide acque
di un mare freddo
anime sconosciute
dallo spaventoso destino
hanno trovato riposo.
Acque agitate
di respiri devastati
dal domani incerto
mangiati e saziati
da un mare
stanco e commosso.
Mare che uccide,
piange olocausti innocenti
per causa di un sistema
aspro e malato.
Perseguitati, scappano
in cerca di rifugio
trovano giustizia
in un mare senza pietà.
Poco importa
se il rigurgito
è di tenera carne,
nella burrasca
non si fanno eccezioni!
Mare che regali
gioia e dolore,
sorrisi e pianti,
vittime e carnefici,
segreti mai svelati.
Dona pace a chi pace cercava,
ed invece ha trovato
solitudine e morte.
Seppelliti
senza un misero pensiero,
senza un fiore colorato,
isolati e abbandonati,
hanno rinvenuto
il profumo salato
di lacrime amare!
Antonia Flavio
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