Da diverse notti non riesco a prendere sonno.
Quel mare che tanto io amo, quelle coste calabresi, attraversate nel tempo da grandi civiltà, ora sono un tappeto di morte.
Immagino tante mani disperate che, nel buio della notte, cercano aiuto, tante voci soffocate dalle onde perigliose, corpi galleggianti, vinti da un tragico destino.
Come ci si deve sentire quando le forze vengono meno, quando si respira acqua e paura, quando una madre non trova più con gli occhi il proprio figlio, sfuggitogli dalla stretta, quando anche l’istinto di sopravvivenza di una mamma, che è il più forte, il più agguerrito, è costretto ad arrendersi, quando è facile intuire che le ombre si avvicinano, che ognuno si deve salvare da solo?
Come siamo diventati così brutti dentro?
Cosa stiamo aspettando a rimboccarci le mani?
Siamo tutti colpevoli di questo orrore, non solo chi detiene il potere.
Non si salverà questa umanità perché non esiste una concreta, seria politica di solidarietà, perché non esiste l’amore verso il prossimo.
Fermate il mondo!
Io voglio scendere!
Piera Messinese
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