Victor Hugo

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Faccio tutto ciò che posso
perché il mio amore
non ti disturbi,
ti guardo di nascosto,
ti sorrido quando non mi vedi.
Poso il mio sguardo
e la mia anima ovunque
vorrei posare i miei baci:
sui tuoi capelli,
sulla tua fronte,
sui tuoi occhi,
sulle tue labbra,
ovunque le carezze
abbiano libero accesso.

Victor Hugo è stato Interprete delle voci degli umili e delle sfumature dell’animo umano ed è considerato il maestro della scuola romantica francese.

I suoi romanzi sono opere che investono tutti gli aspetti delle nostre emozioni.

E’ molto distante dalla narrativa tradizionale che racconta i drammi della “dolce vita” parigina; i suoi personaggi possiedono invece una forza che li fa vivere di vita propria e li rende immortali.

Hugo, infatti, non concentra i suoi romanzi su un unico personaggio e nemmeno si limita ad esternare un solo sentimento.

L’umanità Hugo la trova tra i cosiddetti ultimi, tra i poveri, tra quelli che soffrono, e non solo per motivi di amore, ma anche per la fame e le persecuzioni.

Nato a Besançon il 26 febbraio del 1802 da nobile famiglia, compie sin da bambino numerosi viaggi grazie al lavoro del padre, ufficiale dell’esercito.

Quando la madre si separa, Victor si stabilisce insieme a lei e ai fratelli a Parigi, dove si dedica alla letteratura.

Nel 1822, si sposa con l’amica d’infanzia Adèle Foucher, dalla quale avrà cinque figli, e pubblica la sua prima opera letteraria, “Odi e poesie diverse“.

Nonostante venga ritenuto un romantico, il suo pensiero non si può circoscrivere ad un solo movimento filosofico-letterario.

Victor Hugo si distacca da quel sentimento malinconico e solitario che caratterizza il Romanticismo e delle tristi vicende della vita coglie anche quell’aspetto ironico e talvolta grottesco che caratterizza gran parte della sua opera.

Segnato dal tradimento della moglie, comincia a condurre una vita sregolata e dissoluta.

La sua seconda opera teatrale viene censurata, ma lo scrittore non si arrende.

La sua produzione letteraria continua instancabilmente, “Notre Dame de Paris” è il più rappresentativo della narrativa romantica.

In ogni personaggio si rispecchia il tormento e il dolore dello scrittore che, ancora giovanissimo, ha già conosciuto la crudeltà della morte che gli strappa il suo primogenito di pochi mesi.

La figura di Esmeralda sembra richiamare Juliette Drouet, la ragazza che, quando la moglie di Hugo comincia ad allontanarsi dal marito, ne prende discretamente il posto ed accompagna amorevolmente lo scrittore per tutto il resto della sua vita.

Per Victor Hugo e Juliette Drouet, la prima notte d’amore fu quella fra il 16 e il 17 febbraio 1833.

Da allora, per i cinquant’anni seguenti, i due si scrissero una lettera nel giorno dell’anniversario.

Fu la relazione più lunga e più appassionata della letteratura francese.

Juliette, fino a quel momento attrice piuttosto leggera, si trasformò in amante, badante, musa e sacerdotessa di Hugo, annullandosi nel suo caro povero amatissimo «Noi facciamo, ognuno dalla sua parte, il nostro piccolo lavoro: tu scrivi un capolavoro, io ti amo. Mi sembra che la mia opera non sia inferiore alla tua».
Così scriveva Juliette :
Se tu sapessi quanto ti bramo, quanto il ricordo dell’ultima notte mi lascia delirante di gioia e straripante di desiderio. Quanto bramo darmi interamente a te nell’estasi del tuo dolce respiro e di quei baci che dalle tue labbra mi colmano di piacere! Ho bisogno del tuo amore come pietra angolare dellamia esistenza. E’ il sole che soffia la vita in me.“.
Juliette Drouet a Victor Hugo (1833)

Il romanzo “Notre Dame de Paris” non affronta solo le tematiche dell’amore e del dolore è affresco storico della Parigi di Luigi XI, non molto cambiata da quella di oggi.

Una Parigi contraddittoria, come tutte le grandi città, e che nella bellissima cattedrale di Notre Dame, vera protagonista del romanzo, riassume l’arte e il cuore del Medioevo ed è pronta a sfidare il tempo e la stupidità di quei piccoli uomini moderni.

Nel 1843 la vita di Hugo viene sconvolta da un lutto particolarmente doloroso che vede la morte per annegamento della figlia Léopoldine e del genero.

Tale avvenimento, lo conduce ad una profonda depressione che arresterà la sua vena creativa per dieci anni.

Partecipa all’attività politica e viene eletto tra i conservatori.

Ma nel 1852, il colpo di stato di Napoleone III costringe lo scrittore a pagare con l’esilio la sua ostinata opposizione al regime.

Si rifugia nelle Isole Normanne.

Durante quel periodo trascorso in esilio, scrive le sue opere più significative tra cui “I Miserabili“.

La vita continuerà a flagellarlo di dolori.

in seguito ad una delusione d’amore perde il fratello Abel e la figlia Adele; vittima di un grave esaurimento nervoso, si trasferisce in Canada.

Avrà però sempre accanto a sé la sua amante Juliette Drouet, che lo sosterrà nei suoi momenti più difficili, sopportando in silenzio i numerosi tradimenti dello scrittore.

Il 22 maggio del 1885, pochi anni dopo la morte della donna da lui amata, si spegne l’autore dei Miserabili, quel romanzo storico ritenuto il suo capolavoro, pubblicato dopo ben diciassette anni di lavoro. Attraverso il protagonista Jean Valjean, ex galeotto che cerca di rifarsi una vita senza mai dimenticare il proprio passato di solitudine e infelicità, Hugo mostra un’empatia nei confronti dei diseredati della società. Il romanzo ancora oggi, con il suo messaggio di giustizia e solidarietà, è uno dei capolavori indiscussi della letteratura di tutti i tempi.

Angela Amendola 

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