Uno spicchio di luna

164008

In una sera d’inverno, tornando a casa, mentre guido distratta per vie e traffico conosciuti, il mio sguardo si posa su uno spicchio di Luna che fa capolino tra i palazzi della città. Scompare, nascosta da un palazzo troppo alto e ricompare quando esco dal centro città e vado verso una zona più ampia, più libera e lei mi segue bianca, bellissima, con la gobba non so se a ponente o levante, ma è là, sembra una barchetta addormentata nel blu del cielo notturno.

<< Monti e valli nella Luna >> mi torna in mente. Sì, è Galileo Galilei (1564 – 1642) che con il cannocchiale da lui costruito osservò la Luna così da vicino da poter dire:

<<La superficie della Luna non è levigata, uniforme ed esattamente sferica come un gran numero di filosofi credette di essa e degli altri corpi celesti, ma al contrario, ineguale, scabra, piena di cavità e di sporgenze, non diversamente dalla faccia della Terra che si differenzia qui per catene di monti, lì per profondità di valli >>

Scrive queste parole nel Sidereus Nuncius del 1610. È ancora giovane Galilei, ma è già professore universitario da venti anni, è stato prima a Pisa e poi a Padova dove costruisce il cannocchiale e lo punta verso il cielo.

Pieno di entusiasmo per lo strumento costruito e le osservazioni fatte, sostiene il copernicanesimo entrando in contrasto con la Chiesa convinta sostenitrice della visione aristotelica-tolemaica sconfessata da Galilei. Il Sant’Uffizio, che di santo aveva ben poco, nel 1616, vietò a chiunque di difendere il copernicanesimo.

Da quel momento iniziarono lunghi anni di guai giudiziari per Galilei che, alla fine, ormai anziano, fu condannato; gli fu concesso, per l’età, il domicilio coatto (arresti domiciliari). In questo forzato silenzio, ormai quasi cieco ma indomito, detta alla figlia che lo assiste la sua più importante opera: Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze. L’opera fu pubblicata clandestinamente in Olanda nel 1638 per sfuggire alla persecuzione ecclesiastica.

Galilei aveva sempre difeso con grande coraggio le sue idee non rifiutando mai di dimostrare praticamente le sue teorie. Nelle opere rivela un sincero entusiasmo che traspare nelle pagine in cui descrive come il cannocchiale gli faccia vedere, sempre più grande, la Luna su cui vede monti e valli, le macchie solari, la via Lattea e stelle lontanissime.

Le scoperte, i libri, la fama non gli risparmiano una fine triste ma ci rimane, oggi, l’esempio di un uomo coraggioso, orgoglioso e consapevole di sé.

Ammiro molto gli uomini che combattono per affermare le idee che ritengono giuste ma in quella sera lo spicchio di Luna era troppo bello e attrattivo per far andare la mente dietro l’Inquisizione, i processi, le condanne; la Luna mi dava una piacevole sensazione di pace e mi suggeriva piuttosto lo stupore ammirato di Kant che fu attratto dal cielo stellato. Non c’erano stelle quella sera ma lo spettacolo era ugualmente meraviglioso.

È bello leggere i due autori e accorgersi del loro amore per la natura, per l’armonia e l’ordine che ritengono di trovare in essa e che può dare spiegazione di ogni cosa.

Ordine e armonia, appunto, illusione che il mondo avrebbe conosciuto un progresso indefinito e sarebbe andato, di bellezza in bellezza, sempre più in alto e più lontano. Il progresso c’è stato, ma ha accentuato divisioni e incomprensioni, ed oggi, litigi, guerre, contrasti. Niente ordine e niente armonia, solo superficialità ed approssimazione.

La piccola simpatica Flaminia è tornata in garage, i cavalli, tolti i pennacchi, sono nelle scuderie e la nostra bandiera sventola sulla torretta del Quirinale. Ai significativi applausi del Parlamento per il Presidente eletto, si sostituiscono quelli di Sanremo per i cantanti, non so quali siano più veri.

Esaurite le liturgie nazionali, torniamo alla vita, quella reale, difficile, faticosa ma sempre bella, piena di dolcezze ed amarezze, ma nostra e quindi amata.

La Luna, lei resta impassibile nel cielo a guardare il mondo…o forse…erano stelle quelle che stavano a guardare, in un libro letto tanti anni fa.

Ma sorgerà l’alba e poi il giorno, sono sicura di questo, e sarà bello!

Gabriella Colistra

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