Umberto Boccioni (parte quinta)

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Umberto Boccioni (parte quinta)

“Rissa in galleria”

olio su tela 76×64 cm

Pinacoteca di Brera, Milano

Boccioni dipinge “Rissa in galleria” nel 1910 appena tornato da un viaggio culturale a Parigi.

Anche Milano, in cui si ritrova a vivere, non è molto diversa dalla capitale francese.

Infatti la città ambrosiana sta diventando dinamica e produttiva.

Affascinato da questo cambiamento, ora Boccioni esprime nelle sue tele il dinamismo, e il fermento della vita milanese, e lo vuole descrivere e raccontare attraverso una pittura in cui l’uso dei colori giocano un ruolo fondamentale.

In questo dipinto “Rissa in Galleria”, Boccioni rappresenta tutta l’energia e il movimento di un tafferuglio davanti all’ingresso di un Caffè di Milano.

Questa è una delle prime opere in cui Umberto Boccioni sperimenta anche la tecnica puntinista imparata a Parigi da George Seurat.

“RISSA IN GALLERIA”

La scena è una folla di persone che si accalcano per seguire una zuffa fra due prostitute davanti a un caffè nella celebre Galleria Vittorio Emanuele II nel centro di Milano, che lo stesso Boccioni frequentava quotidianamente.

Boccioni esprime la tensione di un momento in cui si alternano paura, euforia, violenza, e tutte le emozioni che una città moderna può offrire.

Ma la rissa, per Boccioni, è solo un pretesto per raccontare la città, nella sua interezza, che esplode di modernità e movimento, usando la luce dalle lampade e quella proveniente dall’interno del caffè.

“Rissa in Galleria” spinge il nostro sguardo a osservare il punto centrale in cui delle figure indefinite (una verde a sinistra e l’altra blu a destra) sembrano essere il centro di tutto e i veri protagonisti della mischia.

I colori sono volutamente accesi e accostati proprio come nella tecnica, come dicevo prima, del Pointillisme di Seurat, dando tutta la sensazione che la folla sia in movimento.

CONCLUDENDO:

“Rissa in galleria” è anche la testimonianza storica della Milano alle soglie della Grande Guerra, e i contrasti di una metropoli in profondo cambiamento

Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido, una figura non è mai stabile davanti a noi, ma appare e scompare incessantemente”.

Questa frase si trova nel Manifesto dei pittori futuristi del 1910 cui Umberto Boccioni collaborò per la stesura e che è il testo di riferimento per comprendere meglio questo dipinto e tutto il suo futuro e lavoro.

Bruno Vergani

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