Tutto cambia…

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Emma salì in macchina sconvolta. Non riusciva a capacitarsi di ciò che aveva appena visto.

Nicholas continuava a piangere disperatamente ed Emma pigiò a fondo il piede sull’acceleratore, come volesse scappare e impedire a ciò che aveva appena visto di raggiungerla.

Gli occhi pieni di lacrime, il cuore pesante, la rabbia e la delusione le percuotevano il corpo. Nicholas piangeva più forte che mai. In quel momento Emma voleva solo arrivare a casa, prendere la roba di Vincenzo e buttarla fuori dalla finestra, cancellare per sempre quelle due persone che la stavano ferendo.

Giunse alla rotatoria ma non rispettò lo stop, presa com’era da quella agitazione. Non vide l’auto che alla sua sinistra, a tutta velocità, le veniva addosso.

In un attimo non capì più nulla. Non capiva se era la sua testa girare o la sua macchina.

Il rumore delle lamiere la assordarono. Si sentì mancare. Prima di svenire riuscì solo a girare gli occhi verso lo specchietto retrovisore. Nicholas stava bene, stava dormendo forse sfinito dal pianto era crollato.

Emma non vide il grosso frammento di vetro che aveva colpito suo figlio all’arteria femorale, portandolo in un sonno angelico.

Aprì gli occhi Emma e si trovò in una fredda stanza, attaccata a delle macchine. Girò gli occhi intorno. Scorse sua sorella Sara raggomitolata su una poltrona. Era molto più magra di come la ricordasse… Sembrava sera ma non era sicura. Prova a chiamare Sara ma quei tubi le impedivano di parlare. Cerco di alzarsi ma non ci riusciva.

Cos’era successo?  Cosa ci faceva in quel letto? Dov’era Nicholas?

Cercava in qualche modo di attirare l’attenzione. Si aprì la porta della camera. Aveva difficoltà a mettere a fuoco Emma ma quella sagoma sfuocata era Vincenzo.

Dietro di lui, Francesca visibilmente sconvolta. Vincenzo sembrava invecchiato improvvisamente…

In un attimo tutto le tornò alla memoria. Emma iniziò ad agitarsi come una forsennata, cercando di liberarsi da dubbi e tubicini.

Sara si svegliò di colpo, correndo verso il letto della sorella e cercando di calmarla. Francesca si paralizzò mentre Vincenzo si avvicinò a prenderle la mano. Emma la ritrasse con uno sguardo schifato e carico di odio.

Vincenzo si bloccò a sua volta e i suoi occhi ponevano domande a quello strano comportamento di Emma. Si agitava, si dimenava e guardando i due amanti, ignari di essere stati scoperti, girandosi verso Sara riuscì solamente a dire:

<<Via, manda via questi vili traditori ti prego!>>.

Sara non capiva ma invitò i due a lasciare la stanza finché Emma non si fosse calmata. Nel frattempo un’infermiera aveva aperto la porta e fece allontanare tutti.

Poco dopo entrò un medico e iniziò a fare domande a Emma, mentre la visitava. Lei riusciva solamente a far dei cenni con la testa. Prese tutto il fiato che aveva in corpo per chiedere l’unica cosa che gli stava a cuore: dov’era e come stava suo figlio.

L’infermiera le prese la mano mentre quel giovane e alto medico, tirando verso il letto la sedia dove prima era rannicchiata sua sorella, la guardò triste.

Le chiese se ricordava dell’incidente. Emma annui.

Continua…

ESTRATTO CAPITOLO 18

da “SUL FILO DELLA VITA

di Maria Luana Ferraro

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Maria Luana Ferraro
Sono Maria Luana Ferraro, consulente aziendale e mi occupo anche di finanza personale. I calcoli sono il mio lavoro, le parole la mia passione. Fin da bambina, anziché bambole e pentoline, chiedevo libri, quaderni e penne. A sei anni ho ricevuto la mia prima macchina da scrivere. Appassionata di letteratura italiana e straniera, il mio più grande sogno è sempre stato diventare giornalista. Sogno che, piano, si sta realizzando. Socia fondatrice della “Associazione Accademia & Eventi”, da agosto 2018 collaboro con “SCREPMagazine” curando varie rubriche ed organizzando eventi. Fare questo mi permette di dare risalto a curiosità e particolarità che spesso sfuggono. Naturalmente, in piena coerenza con ciò che è il mio modo di interpretare la vita…eccolo: “Quando la mente è libera di spaziare, i confini fisici divengono limiti sottili, impercepibili. Siamo carcerieri e carcerati di noi stessi. Noi abbiamo le chiavi delle nostre manette. La chiave è la conoscenza: più conosci, più la mente è libera da preconcetti e ottusità. Più la mente è aperta, più si ha forza e coraggio così come sicurezza. Forza, coraggio e sicurezza ti spingono a tentare l’impossibile affinché divenga possibile.”

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