Toulouse-Lutrec (parte prima)

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HENRI DE TOULOUSE-LAUTREC (parte prima)
“Al Moulin Rouge” olio su tela 123×141 cm
Chicago The Art Institute.

Il conte Henri de Toulouse-Lautrec (1864 -1901) apparteneva alla nobiltà francese.

Ma Lautrec ha sempre rifiutato il lussuoso stile di vita familiare, abbandonandolo sin da giovane per inserirsi in un ambiente a lui più congeniale, tra artisti, ballerine, poeti e prostitute.

E grazie a lui, e alla sua scelta, abbiamo i dipinti con le scene più autentiche della Parigi rumorosa e allegra della Belle Epoque.

Toulouse-Lautrec diventa presto uno dei personaggi più popolari negli “ambienti bohèmienne” della capitale, trascorrendo le notti bevendo assenzio e ammirando le ballerine di “can can” negli affollati locali notturni.

Toulouse-Lautrec è alto solo 1,52 cm a causa di una grave malattia delle ossa, che lo aveva portato sin da giovane a sviluppare un busto da adulto su gambe di fanciullo.

Oggi, questa malattia è denominata dalla medicina anche come “sindrome di Toulouse-Lautrec”.

A diciotto anni, ritornando al racconto della sua vita, Toulouse-Lautrec diventa allievo del pittore francese Fernand Cormon, che però critica negativamente il disegno e la caricatura, tecniche nelle quali eccelle invece il suo giovane allievo.

Nello studio di Cormon, Lautrec diventa tuttavia grande amico di Vincent van Gogh che lo ritrae in una delle sue opere.

Il suo stato di uomo deforme lo allontana sempre di più dall’alta società, portandolo a frequentare esclusivamente ambienti di sale da ballo, postriboli e caffè-concerto.

Nel 1884 Toulouse-Lautrec si trasferisce quindi nel quartiere di Montmartre dove apre il suo studio e si innamora dell’ambiente del Moulin Rouge, diventando un ospite fisso del celebre locale ormai famoso in tutta Europa.

Qui Toulouse-Lautrec vive intensamente ed è affascinato dalle notti parigine di fine Ottocento e dallo spettacolo umano.

L’artista trascorrerà molto tempo nella maison della Rue des Moulins, condividendo intere giornate con le ragazze della casa, così da poterle ritrarre nella loro intimità più autentica: al risveglio, durante la toeletta o mentre ingannano il tempo in attesa dei clienti.

Le ragazze presto si affezionano a quel tipo strano, basso, simpatico e sensibile, l’unico che le considera “donne” e non solo “donne di piacere”.

Nel frattempo, grazie all’amicizia con Van Gogh, Toulouse-Lautrec si appassiona alle stampe giapponesi, influenza che si percepisce nella realizzazione dei suoi famosi manifesti pubblicitari: il più celebre è quello realizzato nel 1891 per il Moulin Rouge che parleremo in seguito.

Tecnicamente in quel periodo Toulouse-Lautrec è considerato un’artista impressionista o, per essere più precisi “post-impressionista“.

A differenza dell’impressionismo le opere di Lautrec conservano una forte componente emotiva e personale, che anticiperà di fatto l’”espressionismo” che si svilupperà solo all’inizio del Novecento.

Toulouse-Lautrec morirà a 37 anni nel castello della madre a causa della sifilide e dell’alcolismo, un problema che lo accompagna fin dalla giovane età e da cui più volte proverà a uscirne, ma senza successo.

Lascia in eredità, a noi spettatori amanti della sua arte, ben 31 manifesti, 350 litografie e oltre 600 dipinti che racchiudono gran parte della sua carriera e il cuore di un’epoca a cui spesso guardiamo, non solo con curiosità, ma anche con grande malinconia.

“AL MOULIN ROUGE”

“Al Moulin Rouge” è uno dei più significativi dipinti di Toulouse-Loutrec.

Dipinto nel 1892 raffigura l’interno del Moulin Rouge in cui si affaccendano personaggi e prostitute d’alto borgo.

La vita notturna dei locali alla moda è un’attrattiva non indifferente per artisti e letterati alla ricerca di forti emozioni.

Anche Toulouse-Lutrec si è ritratto di profilo, sul fondo, come un qualsiasi cliente di passaggio.

I personaggi sono raggruppati quasi tutti al centro della scena.

Grandi specchi rivestono le pareti.

Al tavolo, Lautrec ha raffigurato tre uomini e due donne, ambedue stelle del Moulin e a richiesta accompagnatrici a pagamento.

Una ballerina è vista frontalmente.

Un’altra ballerina cantante, invece, è dipinta di spalle con rossi capelli e i colori scuri, opachi.

Ma i lustrini del cabaret e le luci delle ribalte spesso nascondono un’umanità dolente e spesso sfruttata.

Come molti dipinti di Eduard Hopper che evidenziava la solitudine americana, in questa opera di Toulouse-Lautrec nessuno sembra parlare ne ridere, ciascun personaggio è colto stranamente in un quasi irreale isolamento.

CONCLUDENDO:

Lautrec, al contrario degli impressionisti, odiava il paesaggio, rifiutandolo categoricamente.

«Non esiste che la figura, il paesaggio è nulla, non dovrebbe che essere un accessorio. Il paesaggio dovrebbe essere usato solo per rendere più intelligibile il carattere della figura.» …
(Toulouse-Lautrec)

Bruno Vergani

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