Toulouse-Lautrec (parte seconda)

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Per leggere la prima parte clicca il link qui sotto:

Toulouse-Lutrec (parte prima)

TOULOUSE-LAUTREC (parte seconda)
“Au Salon de la Rue des Moulins”
Carboncino e olio su tela
111×132 cm
Musèe Toulouse-Lautrec

Seguendo la sua poetica anticonformista, Toulouse-Lautrec sceglie di raffigurare le prostitute in un modo disincantato.

Come raccontavo nell’articolo precedente, le case chiuse hanno sempre giocato un ruolo di assoluta preminenza nella vita artistica di Toulouse-Lautrec, astenendosi comunque dall’esprimere giudizi di sorta, senza commenti e senza drammi

A destare tanti clamori e tante critiche furono piuttosto le modalità con cui Toulouse-Lautrec si rapportava a questa tematica.

Lautrec accettava la prostituzione come uno dei tanti fenomeni della realtà contemporanea e rappresentava questo mondo con dignità, senza pudori di sorta e senza ostentazione o sentimentalismi.

Toulouse-Lautrec dipingeva il mondo delle “case di piacere” per quello che effettivamente era, senza idealizzare né volgarizzare le prostitute.

“AU SALON DE LA RUE DES MOULIN”

“Au Salon de la Rue des Moulins”, è del 1884.

Il soggetto è il salone d’attesa della casa chiusa di Rue des Moulins dove Toulouse-Lautrec trascorreva gran parte della sua giornata.
Nel dipinto vengono rappresentate sei prostitute in attesa dei loro clienti: tutte completamente vestite.

Lautrec, come al solito, è più interessato ai visi delle donne che ai loro corpi, per la maggior parte coperti e senza tratti di perversione o seduzione.

Le linee sinuose, ottenute con un tratto molto sicuro e continuo, interpretano il gusto dell’Art Nouveau molto in voga all’epoca.

In questa composizione le figure del celebre bordello parigino vengono rappresentate in un impianto ben equilibrato e con un cromatismo armonicamente vibrante attorno alla figura della donna centrale.

Questa, richiama la calma o qualcosa assai diversa da essa, ma certamente abbinabile, come la pigrizia, o forse la noia.

L’ambiente raffigurato nell’opera appartiene a quelle case dette di quartiere, più modeste, con un unico grande salone tappezzato di specchi.

Forse Lautrec in questo modo tenta di banalizzare gli scenari di queste case di basso ceto ed è ben lontano dalla rappresentazione degli aristocratici dell’epoca, forse allontanandosi da un ambiente che sin da giovane detestava.

Le donne sono raffigurate in un momento di stasi, in sottoveste, in vestaglia, o chiuse entro lunghi abiti dal colletto alto, quasi monacali.

Sono in piedi, sedute o rilassate su comodi grandi divani rosso violacei.

In primo piano una di esse ha una gamba distesa e l’altra ben trattenuta dalla mano destra, creando un’atmosfera e un tono rilassato all’ampio locale.

CONCLUDENDO:

Così Toulouse-Lautrec grazie a questo ennesimo capolavoro trasforma un luogo sordido in uno di vita quotidiano.

Dipingendo alcune figure legate alla sofferenza e all’emarginazione, costantemente soggette a soprusi e malattie, ma ritornando a essere quelle che sono: donne.

Bruno Vergani

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