SPECIALE “Libri Arte e quant’ altro arricchisca l’anima” LA MIA SECONDA VITA

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La tua disabilità è la tua opportunità.
Kurt Hahn 

 Daniela De Blasis, l’ospite di oggi, testimonia quanto la resilienza, la voglia di vivere facciano la differenza. Occorre passione per ciò che si fa! Sfidare ogni giorno i nostri limiti, solo così si rinasce dalle macerie del nostro cammino, che spesso crollano sui nostri giorni.

Uno schianto improvviso, poi il silenzio… E la tua vita non è più la stessa.

“Pensavo di morire, sentivo attorno a me solo il rimbombo delle sirene di ambulanze poi la corsa al Gemelli, dove sono stata operata, e la sentenza dei medici: Lei non camminerà più!” Oggi in questo “Speciale” parleremo di una donna che ha saputo reinventarsi, rinascere dopo un terribile incidente che l’ha condotta alla paralisi degli arti inferiori. Tutto ha inizio la sera del 12 ottobre 2018, Daniela stava rientrando a casa, dopo una partita a Padel, sulla sua moto. Un’auto le ha tagliato la strada, sbalzandola sull’asfalto. In pochi secondi tutto è cambiato.

Daniela si è ritrovata in un letto d’ospedale, conscia che nulla per lei sarebbe stato più come prima! Lei sportiva da sempre con un’innata passione per il calcio, ha giocato per anni in squadre come l’Avezzano, la Roma, il Sora. Ora era lì, immobile in quel letto, con mille paure che l’assalivano. Una situazione drammatica! Ed è in questi momenti che devi scegliere se continuare a vivere o lasciarti morire giorno dopo giorno. Daniela ha scelto la vita! Supportata dall’affetto della sua famiglia, dalla sua amata sorella Luciana, ha affrontato i suoi limiti andando oltre alle difficoltà. Con grinta e tenacia ha trovato il modo per ricominciare a vivere, veramente, grazie alle sue passioni sportive. A distanza di 5 anni da quel terribile giorno, Daniela continua a fare canottaggio con il Gruppo Circolo Canottieri Tre Ponti di Roma e gioca a padel. In canoa ha attraversato molto spesso il Tevere e nel 2022  la discesa del Danubio al timone di una barca ( 8con) denominata Jole. Una testimonianza di come si può rinascere e vivere nuovamente belle emozioni. Perché la vita è in costante evoluzione, sia in negativo che in positivo, ed occorre adattarsi e trovare nel nostro piccolo la felicità, anche quando appare svanita per sempre.

Benvenuta Daniela, la tua testimonianza è preziosa e vorrei ripercorrere con te quel terribile giorno, tanto da dare un quadro preciso per i nostri lettori. Raccontaci i primi momenti… Le tue reazioni.

Moto. Frenata. Volo. Mancanza di coscienza. Consapevolezza del danno. Ho subito chiamato mio fratello a cui ho detto “questa volta mi sono fatta male sul serio. Nummararrizzo (non mi rimetto dritta)”. E subito dopo ho perso conoscenza. Ambulanza. Ospedale. Vogliono portarmi subito in sala operatoria, ma aspettare che arrivino i miei fratelli e le mie sorelle. Non ho paura.

Cosa ti ha dato la forza di ricominciare?

Il circolo canottieri 3 ponti e la mia famiglia. Dopo l’intervento sono stata alcuni giorni in terapia intensiva: non posso dimenticare quando la prima volta si è aperta la porta, lì davanti c’erano le mie compagne e i miei compagni di barca, gli allenatori. Tutti mi sorridevano, piangevano, salutavano. È stata una emozione enorme.

Cosa provi quando fai canottaggio?

Gioia, libertà, essere come gli altri. Normalità. Quel senso di assieme che solo il canottaggio ha saputo darmi. E poi ho i miei ragazzi detti “i miei paggetti” che mi aiutano negli spostamenti, che ci sono sempre nei movimenti più complicati.

Parlaci del tuo angelo custode?

Ho la fortuna di avere così tanti angeli custodi da non poterli elencare tutti. Ma una menzione speciale la devo a mia sorella Luciana che mi sopporta e mi supporta da 5 anni…

 La tua esperienza è stata riportata nel libro “La mattina dopo” edito Da Oscar Mondadori, scritto dal giornalista Mario Calabresi. Che emozioni hai provato a rileggerti su queste pagine?

L’incontro con Mario Calabresi mi ha dato moltissimo. Ho provato grandi emozioni nel raccontargli quello che mi era accaduto. Era la prima volta che ne parlavo, nei dettagli, in profondità. Leggermi è stato una sorta di catarsi, ho capito che quel momento era davvero la mia mattina dopo.

Qual è il tuo rapporto con la fede?

La mia è una fede paesana, cresciuta con il culto di San Giovanni Battista per il quale ho una vera e propria venerazione. Non so se si possa chiamare fede, ma se devo pregare mi rivolgo a lui.

Raccontaci la tua giornata tipo?

Ho una giornata come quella delle altre persone. Mi occupo degli impegni casalinghi, vado a fare la spesa, tutti i giorni faccio sport, dal padel al nuoto fino al canottaggio. Ho una mia autonomia, anche grazie al fatto che guido la macchina.

Quanto ancora si deve fare qui in Italia per debellare una volta per tutte le tante barriere architettoniche ancora presenti?

Come prima cosa le persone devono imparare ad avere rispetto soprattutto per le persone fragili, che siano anziani, bambini o disabili. In Italia ancora ci sono moltissime barriere architettoniche fisiche, ma anche umane. Quindi maggiori investimenti e più educazione e rispetto!

I tuoi sogni?

Poter sciare e lanciarmi con il paracadute.

 Le tue prossime imprese sportive?

Al timone nelle prossime gare di canottaggio.

La tua seconda vita ti sta donando nuove consapevolezze che prima forse non avevi?

Sì, la consapevolezza che con la volontà e le persone giuste accanto tutto si può affrontare.

La tua vita è stata stravolta e nessuno più di te sa le difficoltà che affronti quotidianamente. Come te, moltissime altre persone. Un messaggio che ti senti di dare a chi come te sta affrontando una situazione simile.

Il messaggio più importante è di non essere mai egoisti, c’è sempre qualcuno che può avere bisogno di te. Devi esserci, anche nella difficoltà.

Ringraziando Daniela De Blasis per questa sua testimonianza, vi ricordo il libro

“La mattina dopo” di  Mario Calabresi, qui il Link acquisto

 Intervista a cura di Monica Pasero

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