Rinascere senza mai morire: la resistenza di una donna transgender

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Un anno di assenza, vuoti, restrizioni e cambiamenti.

Ah già, io coi cambiamenti ci sono abituata, sono cresciuta e mi sono reinventata con essi.

Il primo lockdown, quello iniziale, mi riferisco a marzo 2020, è stato un periodo nuovo, di reclusione totale, un modo per riflettere e riappropriami del senso della vita, scivolatomi dalle mani a causa della frenetica quotidianità in cui ero affogata. Sempre in giro per l’Italia, una volta al mese a Berlino e poi i tanti incontri, le storie e le situazioni che attraversavano le mie giornate, mi tenevano ben lontana da realtà alle quali avrei dovuto investire più tempo e costanza.

Sola e tranquilla, mi son goduta un po’ la quiete della casa, dedicandomi a varie attività, come leggere, scrivere e approfondire argomenti di mio interesse.

Cosa ti è mancato in questo lungo periodo di chiusura?

Parto dal presupposto che per mancarti qualcosa, dovresti possedere delle cose e/o comunque godere dei diritti, che in un momento d’emergenza come quello che stiamo attraversando, non potresti vivere.

Non avendo un lavoro, causa pregiudizio sociale perché donna transgender, non ho dovuto subire il dramma della perdita dell’impiego e della chiusura di una mia eventuale attività.

In coda alla suddetta realtà, non ho percepito nessun sostegno economico straordinario da parte del Governo ed Enti Locali, perché come dicevo, una donna da sempre inoccupata, risulta priva dei requisiti per poter ricevere aiuti.

Mi è mancata dunque la libertà di uscire alla sera, d’incontrare le persone a me care e poter viaggiare.

Mi è mancata la vita lì fuori, ma non la voglia di vivere, perché questa vive e brucia dentro me come sempre.

Come hai vissuto questa assenza di sostegno? Paura?

Le varie e molteplici assenze nella mia vita, le ho vissute sempre con serenità, in quanto ho affidato il mio percorso, i miei progetti, solo ed esclusivamente a me stessa, alla mia forza e determinazione.

Anche in questa pandemia, ho fatto la stessa cosa, poggiando sulla mia forza la soluzione delle difficoltà, che sinceramente affronto ancora oggi con molta attenzione.

Non mi sono mai persa d’animo, perché le difficoltà nella mia vita non sono mai mancate come la paura che ho sempre combattuto col coraggio.

Quando sei una brava persona e vivi in trasparenza, riesci a vivere bene anche se il sole non risplende. Son caduta tante volte e mi sono sempre rialzata. Il passato burrascoso mi ha permesso di carburare e accumulare tanta forza, che sto utilizzando per vivere al meglio questo periodo incerto e complicato.

Paura no, tanta forza di volontà. Ci sono abituata a fare a pugni coi cambiamenti.

Quell’assenza di sostegno di cui parli, credo sia riferita al supporto economico che non ho ricevuto, e credimi, spero che al mio posto l’abbia percepito tutta la gente priva di una casa dove poter dormire, persone che vivono per strada il buio delle notti vuote e deserte. Se così fosse sarei molto felice, diversamente sarei arrabbiata.

La mia famiglia e le persone più care mi trasmettono tanto affetto, che reputo un bene prezioso più di qualche centinaia di euro, e in questo momento capisci davvero le cose di cui hai bisogno. A me basta tutto questo e sono serena. Il resto non conta.

Che rapporto hai avuto con le emozioni in questo periodo?

Le emozioni per me sono ossigeno. Ci sono giorni in cui piango e non me ne vergogno.

Le lacrime sono liberatorie e per me rappresentano la fine di un momento difficile o doloroso e l’inizio di un nuovo percorso, tutto da vivere. Non è vero che i deboli piangono.

Non sono mancati sorrisi, viaggi nella mia coscienza e poi ogni stagione a me regala sensazioni e profumi particolari.

Grazie al viaggio emotivo, mi lascio andare con la scrittura e metto a fuoco i miei progetti futuri.

Trascorrere molto tempo sola a casa,io la ritengo una grazia in questo momento, perché mi sta dando la possibilità di capire i veri affetti, quelli che non posso vedere e che son rimasti al mio fianco.

Certo, dopo un anno la stanchezza comincia ad essere abbastanza,ci sono momenti in cui avverto l’angoscia ed è proprio in quel momento che tiro fuori la parte più resistente di me e penso positivo.

Cosa ti aspetti per il futuro? Hai dei progetti?

Parlare di futuro oggi è davvero difficile. Mancano delle date di fine pandemia. Vorrei che tutto finisse il prima possibile per poter vivere la vita d’un tempo, con uno spirito diverso, nuovo e resistente.

Per il momento sto portando avanti il mio progetto “Con le Donne”, mirato a valorizzare tutte quelle donne con bassa autostima ,vittime di pregiudizio, di tradimenti coniugali. Donne che per la società di plastica non rientrano nei canoni di bellezza e perfezione preposti dal passato. Donne che non si piacciono o/ e si sentono poche.

Sono tantissime le donne che mi cercano e mi scrivono e sono contenta di aiutarle tutte quante, affinchè ognuna si senta bella e si ami per la sua unicità. Come vedi l’ozio non mi appartiene.

Sogno la mia rinascita, tutta mia e per il momento preferisco non rivelarla.

Supererò questo periodo, come i miei nonni sono sopravvissuti alla guerra.

Sono pronta per la ripartenza.

Avresti tre consigli da suggerire?

Sì al vaccino perchè la vita non vada persa, ma salvaguardata e vissuta.

Ognuno programmi la propria rinascita, perchè dopo la tempesta arriva sempre il sereno.

Non arrendiamoci MAI.

Grazie Alessia da parte nostra…

Angela Amendola 

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

L’Inquisizione, Isabella e Il Sabba

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