Riflettendo sul divano fino a …

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Alcune volte mi ritrovo “spontaneamente” a riflettere su cose varie, specie quando mi rilasso sul divano del salotto di casa.

Tutto avviene come se “in testa” un improbabile “Bruno Vespa” iniziasse a porre domande, formulare teorie, richiamare uomini del presente e personaggi dal passato.

Una delle mie ultime riflessioni?

Che cos’è il potere d’acquisto.

Dice Bruno… in questo contesto, col termine potere d’acquisto, vorrei far riferimento al «potere d’acquisto dei redditi», ovvero a quella grandezza che esprime la quantità di beni e servizi che può essere comprata con un determinato reddito…

E di qui parte poi la riflessione “a valanga” che molto spesso finisce non per soluzione trovata ma “per pennica preponderante”.

Vorrei farvi partecipi di questa mia ultima “pre-pennica”.

In uno “stato sociale” come il nostro, alcuni beni e servizi si acquistano sul mercato altri invece vengono forniti, a condizioni vantaggiose, dallo Stato medesimo seppure pagati con le nostre  tasse…almeno di quei cittadini “onesti ad ogni costo” che le pagano!

Per capire che cosa influenza il potere d’acquisto, bisogna prendere in considerazione da un lato l’andamento dei prezzi con cui il mercato si propone al consumatore e dall’altro l’evoluzione del reddito del consumatore stesso.

Quando i prezzi aumentano (vale a dire quando c’è inflazione) e il reddito rimane inalterato, una somma maggiore è necessaria, ad esempio, per effettuare i “soliti acquisti” in un supermercato.

Se i prezzi aumentano diminuisce quindi il potere d’acquisto.

Quando cresce il reddito (ad esempio in conseguenza della fortunata evenienza di un aumento del proprio salario/entrate) e i prezzi rimangono inalterati, si può comprare una quantità maggiore di beni e servizi con la medesima quantità di denaro.

L’aumento del reddito determina un incremento del potere d’acquisto.

Com’è cambiato il potere d’acquisto nel tempo?

I redditi nominali della popolazione italiana sono cresciuti negli ultimi 100 anni.

Tuttavia nello stesso periodo sono intervenuti molti fenomeni che hanno “drammaticamente” messo in pericolo il potere d’acquisto: fra i più recenti l’arrivo dell’euro prima ed ora la pandemia.

In generale, poiché i redditi nominali sono aumentati di più del livello dei prezzi, la popolazione italiana può acquistare oggi, con i propri guadagni, una maggiore quantità di beni e servizi rispetto a 100 anni fa: il potere d’acquisto è quindi aumentato nel corso degli anni.

L’aumento del potere d’acquisto fa riferimento a singoli beni e servizi e quindi ha avuto un andamento differenziato a seconda di ciò che si prende in esame.

Se si osservano i prezzi dei singoli beni e servizi, infatti, si può facilmente constatare che essi non sono cresciuti allo stesso modo, anche in virtù della rivoluzione introdotta dalle vendite online che hanno accorciato la catena distributiva.

Ma a pensarci bene da un lato ci sono i propri bisogni, presunti, indotti o reali che siano e dall’altro ci sono coloro che questi bisogni possono soddisfarli.

In mezzo ci sta un “oggetto” chiamato denaro.

Ed ecco una delle peggiori conseguenze dell’euro: immaginate da un lato una coppia di giovani innamorati che vorrebbero mettere su famiglia e dall’altro un signore che ha deciso di vendere un suo appartamentino perché gli “gira così”… in mezzo a loro, il denaro.

Questi innamorati avevano collezionato – pre-euro – 200 milioni di risparmi che all’epoca avanzavano pure per comperare quel bell’appartamentino. Mentre decidono l’acquisto … zac … arriva l’euro e distrugge i loro sogni di metter su famiglia!

I loro 200 milioni di lire, ora divenuti 100.000 euro circa, non bastano più per comperare l’appartamentino che ora, magicamente, costa 200.000 euro!!!

Chi sta in mezzo a tutto ciò? Il denaro, ovvero la rappresentazione tramite carta definita “moneta” di un qualcosa che ai più sfugge…di un concetto…come sfugge il concetto di tempo.

Il denaro rimane “il concetto”, la moneta è la sua rappresentazione (oggi rappresentiamo il denaro con la moneta euro).

La moneta quindi fa parte della categoria concettuale del denaro fino a quando viene accettata; se per esempio volessimo comprare il giornale con le vecchie lire o con dei franchi francesi, avremmo un problema.

Come sappiamo le prime forme di scambio avvenivano tramite baratto, formula che ha funzionato a lungo ma che aveva in sé limiti importanti di tempo, spazio, deperibilità della merce, ingombro, logistica, valore contrattato…

Nascono così beni, mezzi di scambio: piume, conchiglie, sale, tabacco per poi arrivare a oro e argento ed infine alle monete fatte proprio di oro, di argento, di bronzo … che all’epoca avevano un loro valore intrinseco, ovvero esse stesse rappresentavano un valore e che proprio manifestando tangibilmente quel valore, fungevano facilmente da mezzo di scambio di beni e servizi.

Oggi no.

Oggi siamo al paradosso che la moneta non manifesta alcun valore tangibile, immediatamente riconoscibile e per di più si è dematerializzata a tal punto, che moneta genera moneta (e non sempre) proprio come avviene attraverso quelle cosiddette “manovre finanziarie”.

Ciò è un paradosso perché un mezzo solo utile per conseguire un fine, non può diventare esso stesso il fine.

E quindi se quei due innamorati poi non si sono sposati, di chi è la colpa?

Chi è stato a cambiar moneta, rappresentazione del denaro, così da annientare il loro potere di acquisto (e il loro sogno) d’un sol botto?

Tutta colpa dell’euro?

Però adesso viviamo la crisi da Covid.

Tutto chiuso, ristoratori, ambulanti, gente dello spettacolo e non solo, si lamentano.

Anche “Irina la rumena” si lamenta che non può più andare a far servizi in casa degli anziani per paura del contagio e non riceve più qual poco di denaro “in nero” che gli permetteva di sopravvivere.

Anche qui che manca?

Da un lato “i bisogni di Irina”, presunti, indotti o reali che siano, continuano ad esserci tutti: benzina per l’auto, le ricariche per il cellulare del figlio, la spesa della domenica,…dall’altro la pompa di benzina sta lì pronta ad erogare, gli operatori di telefonia mobile non aspettano altro che ricariche “a go go” e il supermercato è uno dei luoghi ancora aperti, sempre rimasti aperti.

Cosa manca?

Quello che sta in mezzo: il denaro e, stavolta non per colpa di un rapporto di cambio lira-euro determinato a tavolino, poi impazzito e sul quali molti delinquenti hanno speculato arricchendosi, specie nel settore immobiliare, il potere d’acquisto di Irina crollato per colpa della pandemia

Come si può fare? Si ricambia rappresentazione del denaro tramite monete locali (es. il sardex?).

Come si fa?

Doveva intervenire lo Stato per far capire che quella casetta da 200 milioni di lire doveva essere venduta agli aspiranti coniugi a 100mila e non a 200mila euro bloccando le manovre speculative di quei “delinquenti“?

Deve intervenire lo Stato con ristori e aumento del debito pubblico per tamponare la perdita di occupazione? E il debito chi lo paga?

Mi spiace ma qui… è partita la pennica!

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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