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RAUL DUFY (parte quarta)
“RITRATTO DI M.ME DUFY”
Olio su tela cm. 100 × 81
Collezione privata
I ritratti di Dufy sono particolarmente disarmanti.
Pur entro i limiti di una convenzione essenzialmente decorativa non contengono ossevazioni profonde, ma rivelano una insospettabile ricchezza di esaminazione.
Talvolta si avvicina poco felicemente al disegno, ma Dufy modella la realtà per adattarla al suo stile.
Davanti a un soggetto da ritrarre sa essere un acuto realista, dall’occhio penetrante e osservatore, tipico dei Fauve.
“RITRATTO DI M.ME DUFY”
Dufy ritrae la moglie, Emilienne Brisson, una francese nata a Nizza e sposata nel 1911.
La superfice è decorata come una tappezzeria.
Come sempre egli è attratto dalle possibilità decorative di ciò che vede, indipendentemente dell’interesse per la rappresentazione.
Ma, a differenza della “Donna in rosa” (precedentemente trattato), in questo dipinto la tecnica è completamente diversa.
Dufy comunica le impressioni che riceve dalla realtà limitando al limite la descrizione pittorica.
I lineanenti della giovane moglie sono ridotti a una serie di macchie concise.
Il suo aspetto semplice pero’ non è privo di una certa eleganza francese.
Nonostante la sua figura matronale e le braccia ben tornite si nota una delicatezza tutta femminile nel modo in cui posa le dita sulle guance
Mediante mirabili accostamenti, la personalità del soggetto è resa in tutta la sua evidenza: una presenza reale e distinta.
L’accostamento tra i colori vivaci della tovaglia e il bianco e nero del vestito, il ritmico arabesco della linea su piatte zone di colore fanno di “M. M DUFI”, un capolavoro.
CONCLUDENDO:
“M.M DUFY” è un bell’esempio di caratterizzazione.
Con un’espressione lievemente enigmatica si direbbe una donna discreta e dotata di equilibrio interiore, cui la vita serbi poche sorprese.
Bruno Vergani