Polignano a Mare è uno di quei borghi da visitare almeno una volta nella vita.
Solo vedendone le fotografie, viene voglia di prenotare e partire, nonostante il covid 19, le distanze e tutto il resto.
Una volta arrivati, ci si rende conto che quelle immagini da cartolina sono la realtà. Insomma le aspettative non sono certamente deluse. Polignano a Mare è un po’ una Puglia in miniatura, questo piccolo angolo di poesia la ritrae infatti nel suo massimo splendore. L’azzurro del mare, il bianco delle case e l’odore di cibo nei vicoli affollati. C’è una leggenda su questo posto ma non ci sono documenti che raccontino con esattezza la storia dell’eremita dell’isola di San Paolo a Polignano . Una storia tramandata di padre in figlio, tra pescatori e credenti. Una storia che ancora oggi è avvolta dal mistero come il mare tra Polignano e la piccola isola.
C’è chi data questa storia nell’undicesimo secolo, quando un uomo misterioso, forse di ritorno dalla terra santa, attratto dalla sua bellezza, decise di stabilirsi sull’isola. C’è chi identifica l’uomo in un monaco basiliano in fuga dall’oriente ai tempi di Leone III Isaurico, il che daterebbe la storia nel 700 dopo Cristo.
Forse fu proprio quest’ultima ipotesi che darebbe ragione alla costruzione della cappella di S. Antonio Abate anch’esso eremita da parte di pescatori del luogo nel 1612 che ritenevano lo scoglio un luogo di rispetto e di culto. Una cappella dedicata a un eremita sul suolo dove visse un eremita. Purtroppo la cappella divenne lazzaretto nel 1837 a causa di una epidemia di colera che colpì la zona ed in seguito venne distrutta per motivi igenici.
Chissà se Domenico Modugno pensò a Polignano a Mare quando scrisse “Nel blu dipinto di blu”. Forse non si riferiva esattamente alla sua città natale, ma sicuramente sarà stato ispirato dai colori della Puglia. Proprio a Polignano a Mare c’è una statua di bronzo dedicata al cantante, posta sul lungomare a lui sempre intitolato…