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PAUL CÈZANNE (parte settima)
“Donna con la caffettiera”
Olio su tela, 130 X 97 cm.
Parigi, museo d’Orsay.
Paul Cézanne dipinse “Donna con la caffettiera” ritraendo una domestica in servizio presso la ricca tenuta di famiglia vicino ad Aix-en-Provence.
Cézanne non amava ritrarre modelle professioniste ma persone di famiglia a lui care.
Tutto questo è facilmente spiegabile considerata la sua lentezza con la quale l’artista realizzava le opere, ma anche dal suo carattere notoriamente schivo e riservato.
In “Donna con la caffettiera” nonostante la familiarità tra il pittore e la protagonista della tela predomina lo studio delle forme.
Gli elementi principali della composizione, ovvero il corpo della donna, la tazza e la caffettiera, infatti, sono rappresentati in maniera molto semplificata in base a linee orizzontali e verticali.
Questa geometrizzazione dei volumi, così come l’angolo del tavolo raffigurato in una prospettiva molto più alta rispetto a quella utilizzata normalmente, preannuncia il passaggio, come dicevo nelle parti precedenti, dal post-impressionismo al cubismo di Georges Braque.
“DONNA CON LA CAFFETTIERA”
Una donna vestita con un abito modesto è al centro del dipinto.
Il volto è rivolto leggermente a destra e il suo sguardo sembra pensoso.
È una donna di una certa età, giunonica, con un abito con diverse sfumature blu-azzurro e una cintura sui fianchi dello stesso colore.
La figura ritratta è seduta accanto a un tavolo con i capelli castani raccolti all’indietro con la riga in mezzo.
Il suo corpo è frontale e le sue braccia sono abbandonate sul grembo.
Dalle maniche corte spuntano le due mani tozze da lavoratrice.
Di fianco a lei, sulla destra, si intravede una parte di un tavolo coperto da una tovaglia rossiccia dove sono posate una caffettiera e un bicchiere con all’interno un cucchiaio di metallo grigio.
Dietro alla protagonista è visibile una parete sulla quale vi sono diversi dipinti.
Sullo sfondo, alla sua destra, si intravvede una grande porta e un muro con la tappezzeria fiorata.
Lo spazio in cui è inserita la figura non segue le leggi della prospettiva.
Nel dipinto infatti non c’è separazione tra donna e ambiente: tutto sembra compenetrarsi e avere la stessa consistenza e questo gli dà una struttura monumentale, quasi scultorea.
Realizzato verso fine Ottocento, questo quadro è rappresentativo dell’evoluzione dell’arte di Cézanne che, con un soggetto quotidiano molto semplice, diventa il pretesto per creare un esperimento che farà la storia della pittura.
CONCLUDENDO:
Il noto mercante d’arte e collezionista Ambroise Vollard acquistò “Donna con la caffettiera” insieme a Bernheim-Jeune nel 1904.
Il dipinto entrò, poi, a far parte della collezione Jos Hessel di Parigi, quindi della collezione Jean-Victor Pellerin dove rimase fino al 1956.
Fu, quindi, donato ai musei di Stato e sistemato al Louvre presso la Galleria du Jeu de Paume di Parigi.
Infine, nel 1986 fu acquisito definitivamente dal museo d’Orsay, sempre nella capitale francese.
Bruno Vergani
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