Numeri e armonia

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A volte, quando l’animo è irrequieto, mi viene voglia di prendere in mano libri in cui si parla di antiche filosofie, di cui si sa poco e il poco che si sa sembra una favola per adulti pensanti che studiando le poche parole scritte in frammenti o immaginando scenari reali tentano di ricostruire vita e opere di qualche personaggio.

Le notizie sono scarse e poi ci sono coloro che non vogliono rivelarsi, come Eraclito detto l’oscuro per la difficoltà di comprendere e interpretare il suo linguaggio. Un altro filosofo che ama circondarsi di mistero è Pitagora, filosofo vissuto nel VI secolo a. C.

Pitagora accettava nelle sue scuole donne e stranieri, cosa sorprendente per quei tempi ma la sua scuola ha carattere di setta perché prevede, per entrare, un periodo di noviziato e riti purificatori.

La vita della setta era scandita da regole come: rispettare gli dei, essere fedeli agli amici, non indossare panni di lana o portare anelli al dito, gli adepti dovevano ogni sera fare un esame di coscienza e non raccogliere ciò che fosse caduto a terra. Tutto ciò che veniva studiato e discusso nella scuola doveva mantenersi segreto e divulgarne i contenuti poteva costare la morte.

Nella scuola pitagorica gli allievi erano divisi in due gruppi: gli acusmatici che erano gli ascoltatori che dovevano rimanere in silenzio e matematici che potevano fare domande e avere opinioni personali. Il maestro parlava da dietro una tenda, senza poter essere visto, e questo caricava di mistero il pitagorismo.

Dei pitagorici scrive soprattutto Aristotele che ci dice anche che essi studiavano il numero che non veniva inteso come un’entità astratta ma concreta, occupava cioè uno spazio e aveva estensione. I pitagorici usavano i sassolini per identificare i numeri. L’unità è un sassolino (calculus), gli altri numeri sono sassolini che formavano figure geometriche.

Si forma quindi la realtà fisica e, sulla base dei rapporti numerici, si formano anche le stagioni, i mesi, i giorni, le ore ed ogni cosa che esiste.

I pitagorici ritenevano che i numeri pari fossero segno di imperfezione, i dispari di perfezione, l’unità è detta parimpari perché aggiunto ad un numero pari, lo fa diventare dispari e aggiunto a un numero dispari lo fa diventare pari.

Il numero viene usato pure per definire momenti della vita. L’uno esprime l’intelligenza ferma e decisa; il due l’opinione mobile e incerta; il quattro e il nove che sono quadrati del due e del tre rappresentano la giustizia quadrata e solida; il cinque esprime il matrimonio ed è unione di un pari, il due, imperfetto, femminile e il tre dispari, perfetto maschile; il sette è Kairòs, tempo critico riferito al parto settimino, al cambio dei denti a sette anni, alla pubertà a quattordici, all’età adulta a ventuno anni e così via.

Il dieci è il numero perfetto, chiamato tetractys, era venerato come una divinità e ciò derivava dal fatto che contenesse al proprio interno sia i numeri pari (2-4-6-8) sia quelli dispari (3-5-7-9). Tutto quindi può essere spiegato a partire dal numero e il contrasto tra i numeri genera armonia come nella musica.

Armonia…ecco cosa cercavo! Un’armonia di sfere in cui si muovono silenti le anime dei morti che cercano un corpo nel quale incarnarsi. I pitagorici prendono infatti dall’orfismo il tema della trasmigrazione delle anime a causa di una colpa originaria.

Il corpo è infatti una prigione in cui provare le difficoltà e l’amarezza del vivere e, solo dopo aver vissuto molte vite, ci si potrà purificare e tornare alla casa celeste da cui si deriva. La perfezione è ciò a cui dobbiamo tendere, il cammino della vita è fatto di conoscenze, di numero e di musica.

L’armonia musicale nasce dalle parti che compongono lo strumento, così il nostro corpo risulta dall’armonia delle parti che lo compongono. Armonia generatrice di bellezza, di cura dell’anima, di piacevolezza del vivere non prigione ma libertà, sogno, felicità.

I pitagorici poi, grazie ai loro studi scoprirono l’incommensurabilità che mal si legava alla loro idea dell’unità come per esempio avviene se calcoliamo la misura del lato e della diagonale di un quadrato. Non risultando un numero intero e contraddicendo la loro idea chiamarono questi numeri irrazionali. La scoperta creò scandalo e poiché qualcuno la rivelò, colui che lo fece fu scacciato dalla comunità o come sostengono alcuni fu ucciso.

Non tutto ciò che ho scritto è stato detto o fatto da Pitagora. La scuola durò per tanti anni con naturale avvicendamento di maestri e alunni. Il fondatore, Pitagora, è ancora oggi il più ricordato, dal teorema di Pitagora, alla tavola pitagorica, alla città di Pitagora, Crotone, in cui si rifugiò all’età di quaranta anni per sfuggire al tiranno dell’isola natale, Samo in Grecia. E ancora, Archimede Pitagorico nato dalla penna di Walt Disney che nel nome del personaggio aggiunge a Pitagora un altro matematico dell’antichità, Archimede.

Numeri, musica, armonia, questo è l’universo che Pitagora offriva ai suoi allievi, tra realtà e astrazione si sviluppa tutto un mondo e in questo mondo noi umani viviamo. Il mondo oggi è pieno di disarmonie, dipende solo dalla volontà dell’uomo tentare di tornare a quella lontana armonia di suoni, colori, realtà.

L’antica filosofia ha il potere di placare l’anima, di far dimenticare gli affanni, così ritemprata torno alle usate occupazioni.

Gabriella Colistra

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