“Miss Agata” di Anna Elena Pepe

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Dopo la tappa di Los Angeles, arriva anche a New York “Miss Agata”, cortometraggio scritto, co-diretto e interpretato da Anna Elena Pepe. Il film, infatti, sarà presentato al Queens Underground Black History Month Film Festival (il celebre festival rivolto alla cultura black negli Stati Uniti) il 14 e 15 aprile presso il Jamaica Performing Arts Center di New York.

Co-diretto da Sebastian Maulucci e prodotto da Ladybug Crossmedia (Italia) e Tabit Films (Inghilterra) in una co-produzione italo-inglese, Miss Agata è una comedy drama che racconta la storia di Agata (Anna Elena Pepe), una giovane donna dall’apparenza un po’ maldestra e buffa ma che invece nasconde un passato difficile. Alex (Andrea Bosca), infatti, l’ex fidanzato violento, continua a tormentarla nella totale indifferenza delle istituzioni, costringendola a cambiare città per sfuggirgli. Nella nuova città Agata incontrerà Nabil, un timido richiedente asilo del Gambia; ma quello che inizialmente sembra un inizio romantico, avrà un risvolto inaspettato…

La regista, attraverso il suo racconto dai toni delicati affronta il difficile e attuale tema della violenza sulle donne. La sua Agata, infatti, viene descritta come una “vittima imperfetta” che, per colpa non riesce più a vedere la realtà con lucidità.

A fianco della protagonista, nel cast ci sono anche: Andrea Bosca, Chiara Sani e Yahya Ceesay.

NOTE DELL’AUTRICE

Non sapevo cosa ci avrebbe aspettato dopo la premiere americana al Chinese Theatre di Los Angeles. Pensavo di essere già stata fortunatissima e quando ho saputo che ci sarebbe stata la proiezione a NY non ci potevo credere! Questo è un film che parla di integrazione, immigrazione e pregiudizio e NY è la città simbolo di un Melting Pot culturale e generazionale. Il Queens Film Festival per celebrare il Black History Month ha creato un evento unico con filmmakers da tutto il mondo e il fatto che abbiano voluto anche noi, che alla fine raccontiamo una storia di provincia italiana, mi ha resa molto felice. Abbiamo cercato di raccontare una storia che pur essendo locale, è anche universale e vedere che siamo stati capiti da chi vive realtà molto più ampie è stato davvero importante per me”.

(Anna Elena Pepe)

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